Goffin è una macchina, Belgio sull’1-0
dal nostro inviato a Lille
Finale Coppa Davis 2017
Francia-Belgio 1-1 (Stade Pierre Mauroy, Francia, cemento indoor)
Tutto secondo pronostico, dunque, nella prima giornata del week-end che consegnerà l’Insalatiera d’argento per la decima (la quarta nel dopoguerra) volta alla Francia o per la prima al Belgio: Tsonga tira su il morale della squadra francese, depresso dalla batosta patita dallo spento Pouille, dominato da Goffin nel primo singolare. Lo fa al termine di una prova convincente, con la quale si conferma giocatore predisposto per questo tipo di sfide (era 20-7 il suo bilancio in Davis prima che scendesse in campo) e porta in equilibrio le sorti della finale 2017 della Coppa Davis. Delude invece Darcis, mai in partita, apparso inadeguato per una sfida di questa importanza e molto nervoso durante il corso della partita. A questo punto, sarà ancora più decisivo il doppio di sabato (ancora non si conosce con certezza la composizione delle due coppie, ma è concreta l’opzione Tsonga). Se i belgi vogliono vincere la sfida, potrebbe non bastare domenica l’eventuale vittoria dello splendido Goffin di queste settimane su Tsonga, visto che Darcis, per quanto bravo in Davis, sarebbe comunque costretto a sconfiggere un top 20 come Pouille. Entrambi oggi hanno deluso, ma appare un’impresa complicata.
Era del resto difficile pensare a una sorpresa capace di ribaltare la netta differenza di classifica (61 posizioni, Tsonga è n.15 e Darcis n.76). Le speranze di assistere a un match più equilibrato di quello inaugurale tra Goffin e Pouille erano legate piuttosto all’ottimo record in Coppa Davis del belga, capace di vincere 22 dei 31 singolari nei quali si era disimpegnato in Coppa Davis. Va anche detto che un ottimo score come quello di Darcis è ‘dopato’ da avversari abbastanza modesti affrontati per ottenerlo: prima di questo 2017 aveva sconfitto in Davis appena due top 50, Jurgen Melzer e Feliciano Lopez, entrambi nel 2011. Quest’anno però era diventato l’eroe dei diavoli rossi, vincendo quasi da solo gli ottavi a Francoforte con i successi su due (allora) top 30 come Sascha Zverev (all’epoca 22) e Philip Kohlshreiber (29).
LA CRONACA – J.W. Tsonga (FRA) b. S. Darcis (BEL) 6-3 6-2 6-1
Fa freddo nel Pierre Mauroy, almeno nella “piccionaia” dove la stampa può godere di una scrivania dove appoggiare il computer e caricarlo: per meglio far capire a chi legge, la cronaca è stata fatta indossando giacca e sciarpa e terminando infreddoliti: le immense tende con le quali è stata coperta dalla vista degli spettatori la metà di campo di calcio lasciata libera dalle tribune provvisorie che hanno fatto diventare il Mauroy un palasport bellissimo, fanno passare piccoli ma intensi refoli di vento gelido. A livello delle tribune inferiori, visitate durante il primo incontro, lo si avverte di meno, ma comunque si percepisce dalla temperatura il carattere comunque estemporaneo della location.
Prova a riscaldare il pubblico di casa Tsonga, sin da quando entra il campo: dopo la batosta subita da Pouille, il clima tra i Blues non è dei migliori e quando lo speaker, prima dell’ingresso in campo dei giocatori, prova a far partire i classici cori “ Allez les bleus”, viene addirittura zittito dalla foltissima rappresentanza belga, stimabile in un percentuale tra il 30 e il 40% totale del pubblico presente. Una parte di pubblico tra l’altro molto rumorosa e “aiutata” in un certo senso dal tanto alcool già assunto a ora di pranzo, quando la si vedeva girovagare nei pressi dello stadio alla ricerca di una nuova birra. L’istrionico 32enne nato a Le Mans sa, a differenza dello stranito Pouille, come coinvolgere e far entrare in partita il suo pubblico, esultando verso la parte delle tribune occupate dai francesi, già dai primi punti dell’incontro.Si capisce subito che Jo è carico a mille e nella serata giusta: sbaglia abbastanza col rovescio – ma quello è un suo vizio atavico – però fisicamente e psicologicamente è molto carico. Serve molto bene (chiuderà con 12 ace e un ottimo 91% di punti vinti con la prima), col dritto trova profondità di colpi e appena può scende a rete per sottrarsi a lunghi e inutili scambi. La conseguenza è che nel primo set, Jo sul suo servizio due sole volte deve ricorrere ai vantaggi, senza mai concedere palle break. Per Darcis, invece, ogni volta che deve andare a servire, mantenere la battuta si rivela un calvario: Steve annulla due palle break nel quarto gioco, un’altra nel sesto, ma nell’ottavo game si arrende, mandando a servire per il set Tsonga, che non si fa pregare e dopo 46 minuti porta a casa il primo set per la Francia in questa finale 2017 della Coppa Davis.
L’ex numero 5 del mondo (a febbraio 2012) è sugli scudi, saltella gioioso dopo quasi ogni punto, ma ormai è cambiata anche l’atmosfera sugli spalti, con il tripudio di bandiere e cori francesi a fare da contorno alla partita. Il belga, intanto, non fa altro che scuotere la testa insoddisfatto per il suo rendimento e il pubblico in maglia rossa sta seduto inerme ad assistere alla disfatta del suo secondo giocatore, forse frenato dalla tensione. In fin dei conti sta giocando la partita più importante della carriera (era assente nella finale belga in Davis del 2015). Il secondo set è senza storia: sfruttando l’inerzia positiva della fine del primo, Tsonga, ipoteca il parziale – chiuso poi concedendo un solo punto quando era al servizio- portandosi sul 4-0. Dopo un’ora e 17 minuti, la Francia porta a casa anche il secondo set: può partire (per la seconda volta dopo la presentazione delle squadre) la Marsigliese, cantata a squarciagola dalla parte di pubblico transalpino.
Darcis prova ad aggrapparsi alla partita, ma non ne ha abbastanza per cambiare l’inerzia del match: un rovescio affondato in rete nel terzi gioco, scatena, oltre che la sua rabbia (scaraventa per terra la racchetta) anche la gioia di Tsonga per il nuovo break conquistato, che indirizza definitivamente in terra francese il secondo singolare di giornata. La partita si chiude definitivamente poco dopo: Jo dopo appena 1 ora e 47 minuti di partita, porta a casa l’incontro, senza stancarsi (prende sempre più piede ipotesi di schierarlo anche in doppio) e facendo esultare a lungo il suo pubblico, quando a Lille la temperatura si è fatta sempre più fredda. Tsonga conferma a fine partita: “Forse giocherò domani, ma aspetterò le scelte del mio capitano“. Nonostante l’affiatatissima coppia composta da Herbert e Mahut, dunque, sembra possibile vedere in campo il numero 1 (e trascinatore) della squadra d’oltralpe.
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