Kei Nishikori torna a parlare pubblicamente per la prima volta dopo l’infortunio e lo fa concedendo un’intervista ai media giapponesi di Nikkan Sport. Il giapponese (tornato ad allenarsi pochi giorni fa), come sottolinea lui stesso, non è nuovo a infortuni che lo costringono a stare lontano dal campo, ma in questo caso le sensazioni provate hanno avuto su di lui una risposta completamente nuova e inaspettata. “Di solito sono sempre fiducioso di poter tornare in campo dopo delle lesioni gravi, ma in questo caso ho provato della vera ansia. È stato un dolore che non avevo mai provato prima, sembrava come se il polso si fosse staccato“. Il problema che lo ha colpito non è stato di facile risoluzione e anche i numerosi dottori che lo hanno visitato non sono arrivati subito ad una conclusione. “All’inizio, dopo le prime osservazioni, mi è stato detto che avrei avuto bisogno di tre settimane per guarire e la notizia è stata confortante. Appurato che la cosa non era così grave, mi stavo preparando già per rientrare nella parte di stagione negli Stati Uniti. Successivamente, tre o quattro medici hanno iniziato a suggerire l’ipotesi di un’operazione chirurgica e a quel punto è scaturita un po’ d’ansia da parte mia“.
Tuttavia, per la gioia del giapponese, il problema è stato arginato senza passare per la sala operatoria, anche se di visite agli ospedali Kei ne ha dovute fare parecchie. “Ho continuato a farmi seguire da cinque medici, inclusi quelli della Facoltà di Medicina dell’Università di Nihon, e infine uno specialista di una clinica belga ha optato per una tecnica di guarigione più conservativa“. Il soggiorno in Belgio è durato un mese durante il quale Nishikori ha iniziato la riabilitazione presso l’Accademia fondata da Kim Clijsters a Bree. Poi è tornato in Florida, alla IMG Academy, e finalmente è potuto tornare a colpire una pallina da tennis, anche se pressurizzata al 75% e con una racchetta dal peso di 200 grammi.
La parte più difficile del recupero sembra dunque alle spalle ma sul rientro in campo non c’è affatto certezza. “Non ho ancora deciso. Ero preoccupato al momento di definire i miei obiettivi futuri e ho chiesto al medico e al mio allenatore quando sarebbe stato possibile tornare. Ma mi è stato detto che non devo pensarci adesso. Questa lesione è un caso particolare e non è possibile determinare con precisione quando sarò guarito. Il polso richiede molto tempo per recuperare, due mesi, forse tre mesi. Comunque io non sono affatto impaziente”. Questa stima provvisoria pone quindi un grosso punto interrogativo sulla sua presenza nel primo turno di Coppa Davis 2018, che vedrà il Giappone affrontare l’Italia a Morioka. Per la nazionale azzurra potrebbe palesarsi per il secondo anno consecutivo, dopo l’Argentina priva di del Potro, una sfida contro una nazione impossibilitata a mettere in campo il suo top player.