dal nostro inviato a Lille
Una volta abbandonato il bel palazzo della Prefettura, in pieno centro di Lille, elegante location istituzionale della cerimonia del sorteggio degli incontri e delle successive conferenze stampa delle due squadre, l’attenzione del mondo del tennis si è spostata nella periferia di Lille, quarta città, per dimensioni, della Francia (dopo Parigi, Marsiglia e Lione). Un inciso: questo Francia-Belgio, finale del campionato del mondo delle rappresentative nazionali tennistiche, sembra sinora essere d’interesse esclusivo della popolazione europea francofona. Noi di Ubitennis siamo stati gli unici inviati ad aver fatto domande in inglese ai protagonisti, mentre tutte le restanti sono state formulate in francese, se non addirittura, per una parte, in fiammingo, dai media belgi.
Precisamente, l’ombelico del mondo tennistico è divenuta Villeneuve d’Asq, cittadina di 60.000 abitanti nell’area Nord di Lille, dove sorge lo Stade Pierre Mauroy: una collocazione, tra i centri commerciali che fanno da contorno allo stadio, facilmente raggiungibile con la metro (noi così siamo arrivati, in circa 15 minuti dal centro), di cui è la stazione che fa da capolinea: dieci minuti abbondanti a piedi e si arriva alla sede della finale. Del resto, a rendere ancora più interessante e suggestiva la finale 2017 della Coppa Davis, dal punto di vista tecnico non particolarmente appetibile – nei 4 singolari saranno protagonisti un solo top ten (il n°7 del mondo Goffin), “affiancato” a sua volta da altri due tennisti compresi nella top 20 (Tsonga e Pouille) – oltre al prevedibile equilibrio in campo, vi è lo scenario in cui si colloca, il moderno stadio polifunzionale di Lille, dedicato a Pierre Mauroy, ex sindaco dal 1973 al 2001 e primo ministro francese dal 1981 al 1984.
Inaugurato nell’agosto 2012, questo impianto è già stato il centro del mondo tennistico, quando fu scenario di una finale assegnante l’insalatiera d’argento più famosa al mondo: nel 2014 Roger Federer, sconfiggendo nel quarto incontro Richard Gasquet, regalò, assieme a Stan Wawrinka, la Coppa Davis alla Svizzera, uno dei pochissimi trofei che ancora mancavano al campionissimo elvetico. In quella occasione si giocò sula terra battuta, questa volta la federazione francese ha predisposto un campo su un tappeto veloce, superficie più adatta alle caratteristiche dei suoi attuali singolaristi.
Davvero impressionante il colpo d’occhio che offre, anche deserto, come si può vedere dalle foto di questo stadio, nella immediata vigilia della finale: facile immaginare come il pubblico francese, a differenza del 2014, quando campioni come Federer e Wawrinka non lo fecero entrare in partita, possa essere un fattore importante a favore dei transalpini, sebbene non vada dimenticato che Lille è ubicata nel nord della Francia, a pochi chilometri dal Belgio (con la Tav francese occorre appena mezzora per arrivare da qui a Bruxelles) e che la rappresentanza dei diavoli rossi nel Pierre Mauroy sarà ben nutrita.
Difficile dire se siano stati tutti ben spesi i 324 milioni di euro occorsi per costruire in 3 anni un impianto del genere (282 per il solo stadio, i restanti per l’edificazione del ristorante, dell’area parcheggi – 7000 posti auto – e dell’Hotel che compongono il complesso). Un costo molto ingente – all’epoca l’investimento creò molte polemiche a Lille – che fu ripartito tra il Comune (che si assunse la maggior quota della spesa), dalla locale società di calcio e dal consiglio regionale del Nord-Pas-de Calais. Quel che appare certo è che questo stadio, progettato dall’architetto di Bordeaux Pierre Ferret, colpisce per la sua modernità e funzionalità: dotato di un tetto retrattile, dall’estate 2012 ospita le partite casalinghe del Lille – squadra allenata attualmente da un profilo internazionale come Marcelo Bielsa e in passato da Rudi Garcia, ex coach della Roma -, una società capace di vincere nella sua storia quattro campionati di Francia (l’ultimo nel 2010-11) e 6 coppe di Francia.
La particolarità di questo impianto polifunzionale, dotato di una capienza di 50.186 posti tutti a sedere durante le partite di calcio, non è tanto nella sua architetture esterna, simile alla Allianz Arena di Monaco di Baviera, alla quale si ispira, né nel suo tetto capace all’occorrenza di aprisi e chiudersi in quindici minuti, quanto nella sua capacità di trasformarsi all’occorrenza in comodo e ampio palasport indoor. Come si può vedere nello “straordinario” video sottostante, grazie a degli impianti idraulici, una meta campo può essere sollevata ed innalzata sopra l’altra, lasciando libera in appena 3 ore l’area necessaria per allestire un’arena coperta capace di accogliere, a seconda delle configurazioni, dalle 6000 alle 30000 persone.
Potendo contare su una così moderna tecnologia, lo Stade Pierre Maroy, non è stata solo sede di partite di calcio degli ultimi Europei 2016, come Italia–Irlanda, ma appunto di importantissimi eventi sportivi, come la fase finale degli Europei maschili di basket vinta dalla Spagna nel 2015, la già citata finale di Coppa Davis nel 2014, ma anche concerti di star mondiali come Rihanna, Bruno Mars, Depeche Mode, Justin Bieber e Celine Dione, in attesa di ospitare, la prossima estate, Roger Waters e i Pink Floyd. Comunque la si veda, al di là degli imponenti costi che ha richiesto, trattasi di un impianto sportivo polifunzionale eccezionale, che in soli 3 anni ha visto la luce, mediante una sinergia vincente tra pubblico e privati. Una collaborazione capace di consentire a una città di 200.000 abitanti come Lille di diventare una capitale dello sport e della musica mondiale: inutile fare impietosi paragoni con l’analoga situazione impiantistica e legislativa italiana, pena la depressione.