Una delle collaborazioni tennistiche più proficue degli ultimi anni, è stata quella tra Magnus Norman e Stan Wawrinka. Non soltanto per i tre tornei Slam vinti dallo svizzero, ma anche per il modo in cui Norman è riuscito a tirar fuori tutto il potenziale da un giocatore che fino a qualche anno fa ancora non riusciva ad esprimersi al massimo. È per questo che qualche settimana fa, quando è uscita la notizia della loro separazione, in molti sono rimasti sorpresi e forse anche un po’ dispiaciuti. In una recente intervista a ‘Industria del Tenis‘, il coach svedese ha discusso ampiamente la questione e com’era prevedibile, considerando i caratteri miti dei due chiamati in causa, la collaborazione è finita in maniera tutt’altro che spiacevole. “Abbiamo finito dopo una decisione presa di comune accordo; io ho due gemelli di sei anni e stare lontano da casa per trenta settimane all’anno è troppo difficile“ ha spiegato Magnus, che poi si è lasciato andare parlando del suo ex assistito. “Stan è una persona con la quale è piacevole lavorare, è timido, introverso e ha una vita fuori dal tennis, ed è ciò che ha reso la nostra convivenza così buona. Stan è una persona con cui si può andare a cena o bere un drink e non parlare esclusivamente di tennis. Inoltre è molto disciplinato e laborioso, e abbinando ciò alla mentalità svizzera posso dire che è stato facile lavorare con lui“.
Parlando poi del tennis giocato, Norman non ha perso l’occasione per complimentarsi con Federer e Nadal per la straordinaria stagione disputata dai due. “Roger ha dimostrato che si può rimanere competitivi all’età di 35 anni se l’entusiasmo e l’impegno rimangono, e per me Rafa è un alieno: quando l’hanno dato per finito ha superato se stesso e tutti gli ostacoli per tornare al top. Ritengo abbia un valore impressionante essere tornato numero 1 e aver avuto la capacità di evolversi passando dieci anni nel mondo del tennis a livello competitivo; lui è proprio eccezionale”. Non si è risparmiato poi dal lanciare una piccola frecciatina ai tennisti delle generazioni successive. “Sono rimasto un po’ deluso. Quest’anno è stato unico per le nuove generazioni, hanno avuto per quasi sei mesi fuori combattimento Murray, Novak e Stan e non sono stati in grado di cogliere questa opportunità. Non credo che questo accadrà in altri anni. Nella top 10 ci sono dieci posti ma sono ogni anno gli stessi, e se per una volta tre posti restano ‘liberi’ bisogna essere pronti a infilarcisi. I giovani non l’hanno fatto tranne Zverev che ha 20 anni… altri come Thiem, Goffin, Dimitrov e Carreño hanno già quasi tutti 26 anni. Penso che solo uno sia stato in grado di sfruttare la cosa”.