Finale Coppa Davis 2017
Francia-Belgio 2-2 (Stade Pierre Mauroy, Francia, cemento indoor)
D. Goffin (BEL) b. J.W. Tsonga (FRA) 7-6(5) 6-3 6-2 (dal nostro inviato a Lille)
Proseguendo nel suo momento magico, David Goffin si carica sulle spalle il Belgio e trascina la finale di Davis al quinto match. Gli servono due ore e 44 minuti per anestetizzare la voglia di festa dei francesi, che chiedevano a Tsonga il punto della Decima. L’equilibrio dura il tempo di un set. Poi il numero sette del mondo è diventato invulnerabile, sugli standard delle ultime settimane. In Davis indossa poi il mantello di supereroe: lo score recente parla di 18 successi in 19 partite, l’unico ko con Murray nella finale del 2015. Il prolungamento della finale al quinto match regala una gioia ai tifosi dei Diables Rouges arrivati appena oltre il confine in misura decisamente maggiore rispetto ai tremila biglietti riservati agli ospiti. Dopo un intenso allenamento mattutino – è lì che tutti avevamo pensato a un suo impiego – anche Richard Gasquet si ritrova a bordo campo a fare il tifo per il suo compagno. Le aspettative francesi sono sostenute anche dagli ex campioni in tribuna: “Ci crediamo”, twitta Amelie Mauresmo. Ma lo champagne dovrà rimanere ancora in frigo.
On y croit !🇫🇷🇫🇷🇫🇷 pic.twitter.com/EJYz41u4CO
— AmelieMauresmo (@AmeMauresmo) November 26, 2017
Goffin, che aveva subito il break d’apertura in quattro dei cinque match alle Finals di Londra, riesce in qualche modo a reggere l’urto in avvio. L’approccio di Tsonga alla partita è ampiamente propositivo: nei primi tre game di servizio lascia all’avversario appena due punti, infilando quattro ace. La trama cambia a seconda dei turni di servizio. Il belga, nei suoi, sin da subito si mostra interessato ad allungare lo scambio. L’obiettivo è stuzzicare la tendenza alla forzatura di Jo, ovviamente dotato di minori capacità di fondo. Un bel rischio, ma calcolato. Nell’ottavo game, il più bello e lungo, l’equilibrio resiste solo grazie alla capacità del numero sette del mondo di risalire a suon di vincenti da quattro break point. La minore pesantezza di palla lo espone al contropiede e saranno ben quattro le circostanze in cui Tsonga riuscirà a trascinare ai vantaggi i game di risposta. Sotto 6-5, il belga fa una faticaccia (ma incrocia il dritto che è una meraviglia) per annullare un set point e trascinarla al tie break. Anche qui si combatte spalla a spalla, fino al punto decisivo piazzato da Goffin dopo oltre un’ora e un quarto di gioco su una debole seconda. L’ha vinta lui, pur essendo finito sempre sotto pressione. Tsonga va a sedersi con il rimpianto di trovarsi sotto di un set nonostante l’85 percento di punti capitalizzati con la prima di servizio (contro il 65). Chiede anche l’intervento del massaggiatore, perché così fa male.
Nel 2017 Goffin viaggia con un bilancio lusinghiero quando fa suo il primo set: 44 vittorie, solo quattro ko subiti in rimonta. Il primo ace della sua partita gli consente di portarsi avanti 2-1 nel secondo parziale, anche questa volta dopo aver annullato una palla break. L’andazzo non cambia: Tsonga dà l’idea di poter far male in qualsiasi momento, ma non ci riesce. Ovvio che possa finire logorato. Il punto del 3-2 Goffin lo conquista riemergendo da 0-30, con l’intelligenza di chi sa che ogni variazione di gioco (sempre più palle corte) può diventare sua alleata. La frustrazione porta Tsonga ai primi due doppi falli della sua partita, entrambi nel sesto game. È così che il numero sette del mondo diventa il primo a strappare un servizio nell’intero match, impresa che gli vale il primo vero allungo. Il break di vantaggio verrà a quel punto difeso agevolmente difeso da David, che arriva al traguardo del secondo set senza affanni.
L’inerzia del match cambia a questo punto inesorabilmente, nonostante il numero uno di Francia sia duro a morire: in carriera, è risalito quattro volte dal doppio svantaggio al meglio dei cinque set. Ma nel rumoroso catino di Lille non si respira aria di ribaltoni. Mentre il gioco muscolare di Tsonga perde vigore con il passare dei minuti, il piano partita di Goffin cresce di efficacia. Anche il terzo set si gioca su un piano inclinato a favore del belga, che si prende il break del terzo game spostando sul padrone di casa tutta la pressione di non poter più sbagliare. Sotto 3-1, Tsonga annulla altre due palle break ma poi sbaglia consecutivamente la volée a rete e un dritto scolastico regalando game (e partita) all’avversario. Avanti 4-1, Goffin risale da 0-40 e si vede assegnare dal giudice di linea (sul 40 pari) un dritto contestatissimo da Tsonga e da tutto il pubblico. Lo stadio diventa una bolgia, impedendo per qualche minuto al belga di servire. Goffin è bravissimo a farsi scivolare tutto addosso e a portare a casa il punto, senza tentennamenti. In sostanza finisce qui. Se la vedranno Pouille e Darcis.
Cosa è successo nelle prime due giornate:
- D. Goffin (BEL) b. L. Pouille (FRA) 7-5 6-3 6-1
- Goffin: “Mi sento alla grande”. Pouille: “Se gioca così è dura”
- J.W. Tsonga (FRA) b. S. Darcis (BEL) 6-3 6-2 6-1
- Noah: “Momento magico per Goffin”. Darcis: “Bravo Tsonga”
- R. Gasquet/P.H. Herbert (FRA) b. R. Bemelmans/J. De Loore (BEL) 6-1 3-6 7-6(2) 6-4
- Noah: “Ho rischiato la testa!”. Herbert: “Mahut era in campo con me”
Tutto quello che c’è da sapere sulla finale di Coppa Davis 2017