dal nostro inviato a Lille
MAGICA “NONNA” DAVIS – La Coppa Davis è indubbiamente in crisi, troppi numeri lo confermano e quelli più preoccupanti sono relativi ai ripetuti forfait alla competizione dati dai migliori giocatori al mondo. Basti pensare che tre soli top 10 di fine 2016 (Djokovic, Cilic e Thiem) hanno giocato la Davis nel 2017 e che soli altri quattro (Zverev, Goffin, Carreno Busta e Sock) nei primi 10 delle classifiche finali di quest’anno hanno preso parte all’edizione in corso. Che il rischio di decadenza irreversibile sia reale, è confermato dalle varie proposte di cambiamenti radicali alla competizione che la federazione internazionale, l’ITF, sta valutando in questi ultimi anni. Per il momento sono passati solo piccoli mutamenti come il tie-break nel set decisivo e, dall’anno prossimo, la possibilità, per le squadre finaliste, di giocare in casa il primo turno dell’edizione decisiva, in modo di avere maggiori chance di non uscire subito dalla competizione.
Decadente o meno, probabilmente inadeguata ai ritmi iper professionistici del circuito e agli egoismi attuali delle super star attuali, la Coppa Davis resta dotata di una magia unica, come si è visto nel doppio di Lille tra Francia e Belgio. Era una partita tecnicamente povera, sulla carta ampiamente squilibrata: in un qualunque torneo del circuito sarebbe stata vista da poche anime coraggiose e sarebbe stata probabilmente a senso unico. Invece, è venuta fuori una partita emozionante, che ha scaldato il cuore dei 27000 spettatori del Pierre Mauroy e tenuto incollato al televisore milioni di spettatori in tutto il mondo. La storia di questa competizione è piena di grandi campioni capaci di perdere in Davis le partite più facili sulla carta, per colpa dell’impossibilità di sostenere pressioni che durante l’anno, quando si gioca per se stessi, sono diverse e in qualche modo minori. Contestualmente, invece, tanti giocatori hanno dato il meglio di sé in Coppa Davis, quando trovavano stimoli che durante l’anno, in giro da soli per il mondo non sapevano trovare. Questo, in sostanza, è successo anche a Lille nel doppio di sabato e per lunghi tratti, a prescindere dalla qualità di gioco, ci si è divertiti e emozionati.
Resta ora da vedere chi effettivamente in questo 2017 porterà a casa la Coppa Davis tra Francia e Belgio: quasi tutti erano concordi nel ritenere questo doppio decisivo per assegnare l’Insalatiera d’argento. Noah ha scelto bene tra l’abbondanza di opzioni a sua disposizione: non va dimenticato che aggregati alla squadra francese vi erano anche altri due eccellenti doppisti come Mahut (partner “naturale” di Herbert) e Benneteau. Simpatico, a tal proposito il siparietto in concorrenza stampa post doppio, da parte del capitano francese: “Se lo avessimo perso, mi avrebbero tagliato la testa!”. Sulla sponda belga, non sono troppi i rimpianti per Van Herck: i suoi giocatori hanno servito per andare avanti due set a uno e chi ha giocato peggio, Bemelmans, è il veterano specialista della squadra. Il numero 1 belga, Goffin, avrebbe dunque molto probabilmente giocato al posto di De Loore, che non ha invece assolutamente sfigurato.
TSONGA, SFAVORITO MA NON SPACCIATO – Così, in poco più di tre ore, la Francia ha portato a casa un punto che adesso le consente di poter vincere anche uno solo dei due singolari previsti domani: salvo clamorose sorprese, i due incontri vedranno contrapporsi Tsonga e Goffin nel primo match in programma domenica e, a seguire, Pouille e Darcis. Nel primo dei due incontri della giornata finale i transalpini partono sfavoriti, ma si tratta di un match tutt’altro che “chiuso”, per una serie di ragioni. Innanzitutto Tsonga conduce sul belga negli scontri diretti (4-2, ma è 1-1 sull’hard indoor, la superficie di Lille). Il francese di Le Mans, che ha vinto a febbraio nella semifinale di Rotterdam l’unico precedente giocato nel 2017, è sembrato molto carico psico-fisicamente nel suo match di venerdì contro Darcis. Chiaramente la qualità del suo avversario cambierà notevolmente e quanto di buono fatto andrà verificato contro il n.7 del mondo, che il 31enne di Le Mans potrà affrontare con la relativa tranquillità che deriva dal punteggio di 2-1 in favore della Francia.
Tsonga, come spesso gli è accaduto in carriera, ha chiuso bene l’anno con la stagione europea indoor, dove ha ottenuto il titolo all’ATP 250 di Anversa e la finale all’ATP 500 di Vienna, prima di deludere a Bercy contro Benneteau. Interessante, per capire le possibilità di Jo- Wilfried di poter ribaltare il pronostico, il suo rendimento nel 2017 contro top 10: ha vinto negli ultimi due casi (Zverev a Vienna e Cilic a Rotterdam, entrambe situazioni indoor, importante particolare) e perso nei primi due (Berdych a Doha, Wawrinka nei quarti di Melbourne). La Coppa Davis però è una competizione particolare. Giusto, allora, controllare anche i precedenti in carriera di Tsonga contro top 10 nelle competizioni a squadre. In queste circostanze ha sempre perso, ma va sottolineato che i tre avversari da lui affrontati erano grandissimi campioni: ci sta che abbia perso da Nadal, Wawrinka e Murray. Meno, forse, che in tre partite abbia ottenuto un solo set. In conclusione, l’ottimo Goffin di queste ultime settimane resta favorito, ma Tsonga quantomeno gli darà filo da torcere.
ATTENZIONE ALLO ‘SQUALO’ – Nel secondo singolare, come detto, si affronteranno, se i due capitani non decideranno di sparigliare clamorosamente le carte, Lucas Pouille (18 ATP) e Steve Darcis (76 ATP). Uno scontro totalmente inedito a livello di circuito nel quale, normalmente, in uno dei suoi tornei non ci sarebbe molta storia. Il 33enne belga, infatti, quest’anno non è mai riuscito ad andare oltre i quarti e ha un palmares modesto, con due soli titoli in bacheca – i “piccoli” tornei di Memphis (2008) e Amersfoort (2007) – e appena due terzi turni nei tornei Major (Australian Open 2017 e Roland Garros 2011). Difficile pensare, se non fosse che domani si gioca in Davis, che possa battere un top 20 come Pouille: nelle 40 volte in carriera che ha affrontato avversari con una tale classifica, Darcis ha vinto appena 6 volte. Inoltre, da quando sconvolse il mondo del tennis sconfiggendo nel primo turno di Wimbledon 2013 un acciaccato Nadal, vi è riuscito solo una volta, lo scorso ottobre a Pechino contro Carreno Busta, già in pienissima crisi di risultati dopo le semifinali da lui raggiunte agli US Open.
Il belga, va ricordato, è stato capace di vincere 22 dei 32 singolari nei quali si era disimpegnato in Coppa Davis. Va però anche detto che un ottimo score come quello di Darcis è gonfiato dagli avversari modesti affrontati per ottenerlo: prima di questo 2017, il n°78 ATP aveva sconfitto in Davis appena due top 50, Jurgen Melzer e Feliciano Lopez, entrambi nel 2011. Quest’anno, però, è diventato l’eroe dei diavoli rossi, vincendo quasi da solo gli ottavi a Francoforte con i successi su due allora top 30 come Sasha Zverev (all’epoca 22) e Philip Kohlshreiber (29) e ottenendo poi la vittoria contro un top 40 come Lorenzi nei quarti a Charleroi. Un cammino già brillante, suggellato poi dalle semifinali di Bruxelles, dove, alla sconfitta patita in 5 set contro Kyrgios, aveva fatto seguire il successo nel quinto e decisivo match contro Thompson (n. 70 ATP). In conclusione, l’unica vera certezza della terza giornata di gare di questa Coppa Davis 2017 è che vi saranno tante emozioni per il pubblico sugli spalti e per quello a casa. Rispettando le indicazioni degli stessi capitani venerdì in conferenza stampa dopo le partite, praticamente in coro asserenti che il doppio sarebbe stato molto importante, adesso il favorito è il team francese, ma la Coppa Davis, ci ha abituati a vedere ribaltati pronostici alla vigilia della domenica ben più chiusi di questo della finale 2017.