Ultimi quattro scambi, tutti di almeno 25 colpi. Di lunghezza quasi epica, ricchi di rovesciamenti di fronte. Per come la vedo io, se devono essere scambi e prodezze, la lunghezza e il rovesciamento di situazioni sono un plus che li rende ancora più speciali.
4. Evgeniya Rodina vs. Lizette Cabrera (6-1, 7-6 Guangzhou, QF)
Una volta in queste situazioni si citava sempre lo stesso film: “La classe operaia va in paradiso”: visto che siamo di fronte al “proletariato del tennis” che conquista il centro della ribalta. In realtà questo scambio dimostra quanto stia crescendo il tennis femminile nelle posizioni di rincalzo: la profondità del movimento si rileva anche da questi sintomi, se la numero 90 (Rodina) e la numero 153 (la giovanissima Cabrera, nata nel dicembre 1997) riescono a proporre uno scambio di questa qualità.
Siamo al match point, e Rodina sta cercando di chiudere l’incontro a suo favore. Prende in mano la situazione e gioca una serie di colpi di grande profondità, che rimbalzano tutti negli ultimi due metri di campo. Cabrera però non ha certo intenzione di arrendersi e alla prima occasione utile, quando la palla dell’avversaria si accorcia, reagisce: esegue un drop-shot. Tornando ai film: non racconto il finale (oltre 30 colpi), così ve lo godete senza spoiler.
3. Marketa Vondrousova vs. Annika Beck (6-1, 6-3 Biel, R16)
Qui invece si fronteggiano la numero 233 del ranking (Vondrousova) con la numero 60 (Beck), e di nuovo la posizione in classifica conta zero: lo scambio rimane comunque straordinario. Per capire la situazione occorre un minimo di contesto: nel primo set Beck ha raccolto appena un game, e nel secondo è sotto di un break; dunque è obbligatorio reagire. Sull’1-6, 3-4 profonde lo sforzo massimo per risalire la china; e lo fa in parte snaturandosi: prova a spingere a tutto braccio. Vondrousova da parte sua sta vivendo una settimana di grande ispirazione, e tutto sembra riuscirle facilissimo; se l’avversaria attacca riesce a contenere, ma è anche pronta a rilanciare. Il risultato è uno scambio impressionante, da 29 colpi.
2. Lucie Safarova vs. Daria Gavrilova (6-7, 3-6, 7-6 Birmingham, QF)
Non ci fosse stato lo scambio successivo, che per ragioni del tutto particolari si è preso il vertice della classifica, questo avrebbe forse meritato il premio del migliore.
Tutti gli scambi al numero 4, 3 e 2 hanno una caratteristica comune: lo sforzo necessario per condurli è tale che la giocatrice che ha la meglio non ha più nemmeno la forza di esultare; tanta soddisfazione, ma anche tanto acido lattico nei muscoli. Chiunque abbia fatto sport sa che in questa condizione è difficilissimo rimanere lucidi, vale a dire non solo prendere le decisioni giuste ma poi essere anche in grado di metterle in pratica.
In questo punto di Birmingham, 26 colpi tra Safarova e Gavrilova, è impossibile sintetizzare tutto ciò che succede, ma una cosa va sottolineata: eseguire certi movimenti in campo è sempre complicato, ma riuscire a farlo sull’erba lo è ancora di più.
1. Sloane Stephens vs. Venus Williams (6-3, 0-6, 7-5 US Open, SF)
I 25 colpi che hanno deciso uno Slam. Naturalmente è un’iperbole, ma per una volta ci sono davvero buoni motivi per usarla. Se non è “il più bello”, credo che questo sia stato lo scambio più importante del 2017, perché ha probabilmente stabilito chi avrebbe vinto gli US Open. Ed è per questo che l’ho messo in cima alla classifica.
Semifinale di Flushing Meadows, ancora Venus Williams in campo; contro di lei Sloane Stephens si trova a due punti dalla sconfitta. Venus sta giocando meglio, ha vinto facilmente il secondo set e sembra sul punto di piazzare la zampata decisiva. Conquistasse questo scambio arriverebbe al match point.
Sloane inizia il quindici in modo più aggressivo, ma poi Williams riesce a risalire la china, fino a prendere il controllo delle operazioni; grazie a due slice di rovescio “incastra” Stephens nell’angolo e, giustamente, sul secondo scende a rete per raccogliere i frutti di un punto gestito al meglio. Ma con la palla che l’ha ormai quasi superata, Sloane si inventa un rovescio lungolinea di difficoltà massima, che la salva a un passo dal precipizio.
È sotto tutti gli aspetti il punto di svolta: vincendo questo scambio non solo Stephens evita di arrivare al match point contro, ma entra letteralmente in trance agonistica; alza il suo livello di tennis a dismisura, tanto che da qui in poi si aggiudicherà 10 degli ultimi 11 punti del confronto, fino a vincere la semifinale. Ormai in piena fiducia, conquisterà anche la finale contro Madison Keys diventando la campionessa degli US Open.