Avevamo lasciato Gianluigi alle NextGen Finals di Milano, con tante buone indicazioni e anche qualche bella novità. Intervistato in merito da Alessandro Nizegorodcew per SuperTennis Magazine, Quinzi si è dichiarato molto contento del lavoro che sta svolgendo, soprattutto con Fabio Gorietti, il coach che lo segue attualmente e con il quale sembra aver trovato un feeling ottimo: “Mi dà ordine e una grandissima sicurezza. Parliamo tanto, sia di tennis che di argomenti che vanno oltre il campo, se per qualche motivo sono teso vado a cercarlo, parlo con lui. Sono contento perchè era da anni che non riuscivo ad instaurare un rapporto così con un allenatore, mi sto aprendo come mai prima d’ora. Sento di aver trovato la strada giusta”. Un marcia in più in questi mesi è sembrata arrivare anche dal lavoro svolto alla Tennis Training School di Foligno, il cui ambiente Quinzi ha sempre “… trovato piacevole e stimolante. Qui si allenano ottimi tennisti come Thomas Fabbiano e Stefano Travaglia, c’è un gruppo affiatato di lavoro, senza invidie e privo di rivalità. Il luogo perfetto per crescere e migliorare, e poi è a solo un’ora da casa mia”.
Il 2017 è stato un anno indubbiamente positivo per Gianluigi, che grazie ad una nuova consapevolezza è riuscito a far intravedere un inequivocabile salto di qualità. Ad averlo frenato più del dovuto sono stati però gli infortuni, che hanno condizionato una parte non indifferente della stagione, e su questo c’è ancora da lavorare: “Ho aumentato molto la massa muscolare e stiamo lavorando tanto anche sulla postura. A livello atletico ho sempre sfruttato poco il bacino e le caviglie, sempre troppo rigide. Facevo quindi troppa fatica a piegarmi, utilizzando troppo il braccio e poco il fisico. Al servizio ora ho le spalle molto più aperte, riuscendo ad infondere molta più potenza al colpo. Per quanto riguarda il dritto abbiamo e stiamo lavorando molto per accorciare il movimento, accorciare lo swing e usare di più la mano destra per puntare il colpo e la posizione al momento dell’impatto è più orientata all’open stance. Ma in generale credo di essere migliorato tanto nelle ultime settimane, attacco meglio e soprattutto riesco a difendere con notevole profondità”.
Il suo parere sulle NextGen Finals? Gianluigi era uscito a testa alta da quel torneo, ma lui stesso ammette che come costanza di rendimento ancora non c’è paragone con gli altri partecipanti del torneo. “Ad avermi impressionato è stata la loro capacità di rimanere sereni nel gioco, sia dopo le vittorie che dopo le sconfitte. Entrano in campo e si divertono, senza pressione”. Chiusura sulla programmazione per il 2018: “Dovrei iniziare da alcuni Futures in Germania, che si giocano sul cemento indoor, per poi passare ai Challenger e, spero, qualificazioni e main draw ATP. Con le superfici non ho più i problemi che avevo in passato, e ora riesco a destreggiarmi bene dovunque. Ma se potessi scegliere direi che il massimo sarebbe il cemento outdoor di Flushing Meadows”.