Una delle ragioni collaterali alla nascita dell’etichetta promozionale di ATP Next Gen è proprio che nel circuito maschile, a differenza di quello femminile, i giovanissimi hanno bisogno di un po’ di tempo e di lavoro in più per emergere a un livello che può essere considerato a tutti gli effetti professionistico. Ecco perché questa stagione ha vissuto una piccola contro-tendenza che merita d’essere segnalata, ancor di più perché riguarda il simbolico anno Duemila.
L’ultimo a suonare il campanello è il diciassettenne israeliano Yshai Oliel, che con la vittoria nel Galilee Sajur International Tennis Tournament (Futures da 15.000$) è diventato il quarto nato nel corrente millennio a conquistare un titolo ITF tra gli adulti. Tre vittorie contro connazionali e due contro tennisti francesi, tra cui la finale vinta per 7-6 6-2 contro Tom Jomby, lo fanno entrare nella compagnia del canadese Felix Auger-Aliassime, dell’austro-spagnolo Nicola Kuhn e del brasiliano Thiago Seyboth Wild, gli altri figli del 2000 al primo successo in questo 2017. Auger-Aliassime e Kuhn hanno già salito anche il successivo gradino, laureandosi campioni anche a livello Challenger (Lione e Siviglia per il primo, Braunschweig per il secondo).
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Mancino bimane dal gioco delicato e dall’ottimo timing, Oliel compirà 18 anni tra meno di un mese (il 5 di gennaio) e sarà perciò idoneo a partecipare al circuito ITF Junior anche nella prossima stagione. Nonostante due Junior Orange Bowl vinti il suo massimo risultato under-18 in singolare è la finale degli ultimi Australian Open, che potrebbe voler migliorare. Il successo di sabato e il nuovo ranking di numero 778 appena raggiunto lo spingono però verso un bivio: con la forza di tre coach e del solito paragone con Federer – che tuttavia sotto certi aspetti con lui appare meno campato in aria di altre volte – per l’ex capellone potrebbe essere il momento di scegliere di impiegare buona parte delle proprie energie tra i grandi.