Tutto è bene ciò che finisce bene, o almeno così dicono. Al termine di settimane a dir poco convulse è finalmente giunta la buona novella: il contenzioso tra IMG e amministrazione locale si è concluso con un sostanziale accordo che di fatto ha salvato il Miami Open. La società organizzatrice dell’evento, stante l’impossibilità di ampliare ammodernandola l’area in cui sorge la storica sede di Crandon Park, aveva trovato l’intesa con la proprietà dei Miami Dolphins per trasferire il torneo presso l’Hard Rock Stadium, casa della nota franchigia del football NFL. Tuttavia, quando la macchina organizzativa sembrava pronta per partire, erano sorte gravi incomprensioni relative all’ammontare della cifra che IMG avrebbe dovuto versare nelle casse della Contea di Miami-Dade a titolo di rimborso delle spese che quest’ultima sostiene per supportare il torneo a livello logistico. L’accordo prevedeva che la società proprietaria dell’evento corrispondesse all’amministrazione locale 1,3 milioni di dollari per le spese effettuate nel corso degli ultimi anni, ma pochi giorni prima di renderlo effettivo la ragioneria della Contea aveva fatto sapere che la revisione dei conti relativi alle edizioni 2015, 2016 e 2017 non era ancora stata ultimata.
Sospettando che l’esborso sostenuto dall’ente potesse essere superiore alla cifra di compensazione pattuita, il sindaco Carlos Gimenez aveva dunque proposto di eliminare dal conto complessivo le spese sostenute nelle ultime tre stagioni, il cui ammontare, secondo il desiderio dell’amministratore, sarebbe stato calcolato “a parte” da un arbitrato. La furiosa reazione di IMG non si era fatta attendere, ed era sfociata in una dichiarazione pubblica che sapeva di minaccia nemmeno troppo velata: “Stante così la faccenda la permanenza del torneo a Miami è a grave rischio“. A salvare in corner capra e cavoli è riuscita in extremis una mediazione che ha prodotto una revisione dell’accordo originario, ratificata giusto ieri da un board composto da 13 membri: versando 500.000 dollari in più rispetto all’ammontare originariamente concordato, IMG potrà rescindere senza ulteriori rischi il contratto di locazione che avrebbe legato lo storico combined a Crandon Park fino al 2023 e trasferirsi finalmente nella sua nuova casa presso l’Hard Rock Stadium.
Allo stato delle cose, non dovrebbero sorgere ulteriori ostacoli nel percorso verso la seconda vita del Miami Open: com’è ormai noto, il proprietario della franchigia Stephen Ross ha in mente un grandioso piano di investimenti da 53 milioni di dollari per rilanciare il torneo a casa Dolphins dal 2019, con campi secondari e facilities pronti per essere costruiti nello sterminato parcheggio dell’impianto e un centrale adattato all’interno dell’arena stessa.