Si tratta della prima wild card del 2018 a una giocatrice incappata in una squalifica per doping, ma non parliamo di Maria Sharapova. È l’italiana Sara Errani, fuori due mesi per l’assunzione giudicata involontaria di letrozolo e adesso numero 132 delle classifiche WTA. ‘Sarita’ prenderà parte grazie a una wild card al WTA International di Auckland, rimasto orfano di Vika Azarenka che ha dovuto rinunciare per questioni legate alla custodia del figlio Leo.
La giocatrice nata a Bologna avrebbe dovuto disputare le qualificazioni, da cui quindi può ritenersi dispensata. Questa notizia si accompagna all’attesa per la pronuncia del TAS, attesa entro Natale ma il cui rinvio a inizio 2018 appare ormai probabile. Anche a causa delle insistenze di Nado Italia, tra le possibilità esiste anche quella più infausta, ovvero i due anni di squalifica stabiliti come massima pena per gli sportivi a cui non sia imputabile una colpa o negligenza grave. È questo il caso di Sara Errani, la cui difesa in ‘buona fede’ è stata accettata dal tribunale che le ha comminato una squalifica di soli due mesi. Il rischio esiste soprattutto in virtù di alcuni precedenti – uno riguarda il canottiere italiano Niccolò Mornati – che hanno visto squalifiche superiori a due anni in casi di sostanze che la WADA giudica omologhe al letrozolo.
POLEMICA CHIUSA SUL NASCERE
‘Doping offender‘, è così che qualche magazine in giro per il mondo ha apostrofato la giocatrice azzurra nell’annunciare la wild card assegnatale dagli organizzatori del torneo neozelandese. Il direttore della manifestazione, Karl Budge, non ha però dubbi sulla bontà della sua scelta. “La WTA le consente di giocare a tennis, quindi lo facciamo anche noi”; e la polemica è stemperata sul nascere. Budge ha specificato che il nome di Sara Errani era già nei suoi piani quando circa quattro settimane fa, in una conversazione con la giocatrice, aveva potuto apprezzare la sua volontà di giocare il torneo di doppio e le aveva parlato della possibilità di riservarle un invito al tabellone di singolare qualora se ne fosse presentata l’occasione. L’occasione si è presentata con il forfait di Azarenka, e Karl Budge ha pensato subito a lei.
Se Errani può trasformarsi in un’insidia per le avversarie, non avendo classifica adeguata e quindi una testa di serie? “È una giocatrice molto solida, non raggiungi una finale Slam senza esserlo. Poi è stata in top 10. Sarà ‘unseeded’ dunque non possiamo sapere con chi capiterà. Non vorrei che beccasse Wozniacki o Radwanska nel loro primo match stagionale…”.
LE ALTRE WILD CARD
Gli organizzatori dell’ASB Classic possono assegnarne ancora due. Rimane in vita, benché remota, la possibilità che una possa andare a Serena Williams; la statunitense scenderà in campo sabato ad Abu Dhabi contro Jelena Ostapenko, quindi non sarebbe impossibile per lei esordire ad Auckland il martedì successivo. Non dovesse concretizzarsi questa possibilità, sembra in pole position la giovane connazionale Sofia Kenin (anche lei, come Errani, iscritta alle qualificazioni). Per la seconda wild card è invece altamente probabile che la scelta ricada su una giocatrice neozelandese: Jade Lewis, già invitata nel 2017, Erin Routliffe o Paige Hourigan.