Pur essendo tra gli “anziani” del circuito, Mikhail Youzhny non è affatto un conservatore. Anzi, vorrebbe già dei cambiamenti profondi nel mondo del tennis. In coda al 2017 appena concluso il 35enne di Mosca, come è solito fare ogni anno, ha fatto visita a bambini e ragazzi di Novokuznetsk, in Siberia, e ha rilasciato un’interessante intervista a InterQ. Si è concentrato soprattutto sulle innovazioni del regolamento, per lui necessarie se si vuole aumentare la fama del tennis nel panorama sportivo internazionale: “Il tennis è ormai pronto a cambiare. Vediamo che la popolarità del nostro sport sta un po’ venendo meno ed è per questo che dobbiamo renderlo più dinamico. Prima il tie-break non esisteva, tutti l’hanno dimenticato. Se adesso si parla di non giocare più al meglio dei cinque set, tutti dicono ‘Oh no, come si può?’. Però l’introduzione del tie-break oggi è vista positivamente. Quando introdussero il no-ad e il match-tie-break al terzo nel doppio, tutti dicevano ‘Non è possibile! Stanno uccidendo il doppio’. Invece non è stato così. I match sono più interessanti e le coppie più forti stanno sempre ai vertici.”
Youzhny tuttavia non è molto ottimista sulle possibili modifiche: “La proposta dei set a quattro giochi è troppo, ma perché non introdurre il tie-break sul 5-5? Non è così terribile nemmeno il no-ad. Penso anche che i match al meglio dei cinque set appartengano al passato, ma verranno aboliti solo quando qualcuno morirà sul campo.” In tempi recenti le ATP Next Gen Finals di Milano con la loro formula innovativa e moderna hanno stimolato un dibattito già abbastanza vivo. Inoltre l’ITF ha approvato set corti e no-ad nel 2018: potranno essere utilizzabili nei tornei controllati dalla stessa ITF, ma quasi sicuramente potremmo vedere le nuove regole soltanto nei tornei giovanili e nei Futures. Che anche il “compromesso” citato dal russo non sia da prendere in considerazione?
Forse però l’ex numero 8 del mondo non ha ricordato che ha conquistato importantissimi traguardi nella sua carriera proprio al quinto set. Basti pensare allo US Open 2010, quando sconfisse Wawrinka da sotto due set a uno per raggiungere la semifinale o agli albori della sua carriera, nel 2002, anno in cui rimontò due set a Paul-Henri Mathieu, regalando l’insalatiera alla Russia. Probabile che non ci abbia fatto caso proprio per colpa di Crono, perché i match che vanno per le lunghe non sono più il suo terreno, com’era evidente nel secondo turno dello US Open, perso al parziale decisivo contro Federer. Anche Roger è un “vecchietto” del Tour, però contro il russo è sempre uscito vincitore e l’ha spuntata anche alla distanza nella sfida di Flushing Meadows. Mikhail ha aggiunto qualche battuta a riguardo: “Conosco bene il mio record con Federer, (17 sconfitte su 17 incontri, ndr) ma nell’ultimo precedente, dopo sedici sconfitte, sono andato molto vicino alla vittoria. Non nascondo che batterlo è per me un obiettivo e allo stesso tempo uno stimolo. Io non ho chiuso ancora la mia carriera e neanche lui sembra abbia intenzione di farlo, perciò tutto è possibile.”