Per decisione della federazione australiana, le ultime due wild card per il tabellone di singolare maschile degli Australian Open sono state assegnate a due giocatori di casa, Alexei Popyrin e Jason Kubler. Il primo, insieme ad Alex De Minaur, rappresenta uno dei giovani talenti più promettenti del tennis down under in questo momento. Il secondo è un talento che, per colpa degli infortuni, non è riuscito a realizzare il suo potenziale ma ha continuato ad inseguire il proprio sogno.
Popyrin ha bisogno di presentazioni solo per chi non segue il tennis giovanile. L’anno scorso il 18enne di origini russe ha dominato la stagione junior su terra rossa, trionfando prima al torneo Bonfiglio e poi al Roland Garros. Popyrin è così diventato il quinto australiano nella storia, il primo dal 1968, a trionfare nello Slam junior parigino. Ha concluso il 2017 con un discreto bilancio di 23 vittorie e 18 sconfitte tra i professionisti, ottenendo la sua prima finale in un Futures in Indonesia. All’esordio nel circuito maggiore nelle qualificazioni di Sydney, sua città natale, la stellina aussie ha subito sconfitto in rimonta l’argentino Federico Delbonis, ex n.33 del ranking ATP. Insomma, un ragazzo dal grande potenziale.
Ricevendo la notizia della wild card, Popyrin ha espresso tutta la sua gratitudine alla federazione australiana per avergli dato l’opportunità di partecipare per la prima volta agli Australian Open. “Sono così eccitato del fatto che mi sia stata data questa wild card per il mio primo Grande Slam”, ha commentato, “Grazie mille a Tennis Australia. Darò il massimo in campo”.
Kubler potrebbe invece suonare nuovo anche a tanti appassionati. Classe 1993, nativo di Brisbane, nel 2009 si mette in mostra a livello giovanile grazie ad una serie di risultati brillanti come la vittoria nella Coppa Davis junior e la semifinale a Wimbledon che lo portano ad essere n.3 della categoria. La federazione australiana decide di premiarlo con una wild card per gli Australian Open. Al primo turno pesca Ivan Ljubicic, all’epoca n.24 del ranking ATP, che gli rifila un perentorio 6-1 6-2 6-2. Il passaggio ai professionisti è traumatico e rimane impantanato nel circuito dei futures.
Nel 2014 l’australiano trova finalmente la quadratura del cerchio e grazie ad alcuni successi nel circuito Challenger si avvicina alla Top 100. La stagione successiva non comincia però altrettanto positivamente e prosegue ancora peggio con un grave infortunio al ginocchio che lo tiene lontano dai campi praticamente un anno e mezzo. Kubler ripartire da capo, dal fondo del ranking. Comincia a macinare vittorie e nell’ottobre dell’anno scorso, da qualificato, conquista il Challenger di Taralgon, città nello stato del Victoria, battendo tra gli altri il connazionale Matthew Ebden e il giapponese Taro Daniel. Il tennis australiano si accorge di aver ritrovato un talento che pensava di aver smarrito.
“È bello che Jason ottenga questa opportunità dopo aver finito la stagione così bene, superando tutte le difficoltà”, ha commentato Willy Masur, ex capitano di Davis e ora responsabile delle performance della federazione australiana. “Quando ho ricevuto la chiamata ero così felice”, ha rivelato invece lo stesso Kubler, “Ho passato dei momenti difficili per colpa degli infortuni che ho avuto e ciò rende tutto più bello”.
Popyrin e Kubler: un nuovo talento e un vecchio che sembrava essersi perso. Due storie che ci fanno riflettere su quanto variabili ci siano in gioco nel diventare un tennista di altissimo livello e su come, nonostante le avversità, non bisogna mai smettere di credere di potercela fare.