Scorrendo con gli occhi il tabellone del torneo ATP di Sydney, in programma la settimana prossima, balza agli occhi un particolare quantomeno curioso. Tra i giocatori iscritti figura infatti il nome di Gilles Simon accanto alla sigla SE, ovvero Special Exempt. Lo Special Exempt è un’esenzione riservata a quei giocatori che, non avendo un ranking sufficiente per accedere direttamente al tabellone principale di un torneo, sono impossibilitati a prendere parte alle qualificazioni per via di un ottimo risultato in una manifestazione che ha luogo la settimana precedente. Gli organizzatori si riservano così la possibilità di far entrare direttamente in tabellone un giocatore richiedente, che si sia distinto la settimana precedente, purchè sia regolarmente iscritto alle qualificazioni di quella stessa manifestazione. La stranezza della situazione non risiede tanto nell’iscrizione in sé, quanto piuttosto nel fatto che solo poche ore fa il transalpino era in campo a Pune per giocarsi il titolo in singolare (poi vinto in finale contro Kevin Anderson). Come se non bastasse Simon era chiamato a competere anche nella finale di doppio, in coppia con il connazionale Herbert, nella partita poi persa contro il duo olandese Haase/Middelkoop.
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Occorre notare che tra Pune (India) e Sydney ci sono circa 10.000 km di distanza che implicano un volo della durata minima di 19 ore e mezza con scali a Bangalore e Kuala Lumpur. Non esattamente una scampagnata. In tutto questo sfugge il senso della scelta del giocatore francese: sottoporsi ad un viaggio massacrante di quasi venti ore attraverso 6 fasce di fuso orario e per di più dopo aver appena vinto un torneo non sembra una scelta molto logica. Se si considera poi che l’urna ha stabilito come avversario di Simon, l’americano Jared Donaldson, giocatore non troppo comodo da affrontare sui campi veloci, allora ecco che l’idea di richiedere lo speciale exempt si prospetta ancora meno azzeccata. Una sconfitta prematura in Australia rischia infatti di compromettere le sensazioni positive accumulate fino ad ora e, unita al tour de force degli spostamenti, potrebbe anche sottrarre energie preziose in vista del primo Slam dell’anno. Chissà che Gilou, sempre così intelligente e centrato in campo, non abbia un ripensamento dell’ultimo minuto.