[28] D. Dzumhur b. P. Lorenzi 3-6 2-6 7-6(5) 6-2 6-4 (da Melbourne, Vanni Gibertini)
Non ci sono davvero più aggettivi per Paolo Lorenzi, che stagione dopo stagione, torneo dopo torneo, continua a sfidare anagrafe e logica mettendo in campo tutta la sua caparbietà e lottando come un leone in tutte le occasioni. Il tabellone di questo Australian Open 2018 lo aveva messo di fronte ad una testa di serie, una delle più basse, d’accordo, la n.28 Damir Dzumhur, ma pur sempre un giocatore di tutto rispetto che non troppo tempo fa era riuscito a spompare Nadal sotto il sole di Miami, costringendo il maiorchino al ritiro. E scusate se è poco.
Dopo i primi due parziali ci si era illusi che Lorenzi sarebbe riuscito a fare il “colpaccio” contro l’avversario più avanti di lui in classifica mondiale di 16 posizioni, ma purtroppo il senese ha finito per cedere in 5 set, facendosi rimontare un vantaggio di due set per la seconda volta in carriera (la prima volta era stata al Roland Garros 2015 contro Gilles Muller). La causa della sconfitta è stata sicuramente di natura fisica: Paolo ha progressivamente perso incisività nei colpi ed è stato costretto ad aumentare la frequenza delle discese a rete senza aver costruito prima il punto da fondocampo, esponendosi troppo di frequente ai passanti di Dzumhur. Il match è stato fondamentalmente corretto, anche se piuttosto nervoso da una parte e dall’altra, in un’atmosfera resa incandescente dai costanti cori d’incitamento dei numerosi tifosi bosniaci presenti in tribuna.
Un solo break fa la differenza nel primo parziale, nel quale il bosniaco si immola con tre errori gratuiti di diritto nel quinto game e non riesce più a riprendere Lorenzi che porta a casa il set in 37 minuti. Nonostante gli scambi si sviluppino principalmente da fondocampo, il match è abbastanza vario perché entrambi i protagonisti giocano a prendere il campo quando possono per chiudere a rete dopo aver costretto l’avversario ad un difficile passante. Il secondo set è a senso unico con l’azzurro ottiene il break subito in avvio mantiene il vantaggio con grande autorità, nonostante le diverse chances avute da Dzumhur per il controbreak: sul 2-0 la palla break viene cancellata da una bella prima centrale, sul 3-1 la annulla invece con uno smash. Il bosniaco accusa il colpo e finisce per lasciare andare il set ad un accortissimo Lorenzi, sempre puntuale nel chiudere gli angoli a rete.
I match al meglio dei cinque set, tuttavia, sono un’altra bestia rispetto al “best of 3” del circuito ATP, e dopo un secondo parziale vinto con grande autorità, Lorenzi toglie per un attimo il piede dall’acceleratore, quanto basta per farsi staccare immediatamente sul 3-0. Da fondo il senese è meno lucido, Dzumhur sbaglia meno a rete e la partita comincia a girare. Sull’1-4 Lorenzi cancella con un ace la palla dell’1-5 e riparte a macinare gioco rimontando punto su punto fino al 4-4. Il set arriva al tie break, nel quale ‘Paolino’ parte davvero male (0-4), si fa persino penalizzare per un “hindrance” (si è lasciato scappare un ‘no, no, no’ nell’esecuzione di un rovescio su una palla molto lunga che aveva toccato la riga) che lo inguaia sull’1-5, ma da grande combattente qual è, Lorenzi risale fino al 4-5 quando uno scambio mozzafiato chiuso da un diritto vincente di Dzumhur segna il destino del parziale e probabilmente anche del match.
Lorenzi è evidentemente molto stanco, prende una pausa nell’intervallo tra i set, ma fatica sempre moltissimo sui suoi turni di battuta. Negli scambi da fondo finisce sempre più spesso per sbagliare lui e durante un cambio di campo chiede anche l’intervento del fisioterapista per farsi massaggiare la coscia sinistra. Il set prende la direzione del bosniaco, anche se Lorenzi resiste e lotta fino a farlo durare ben 50 minuti.
Dopo un’altra pausa-toilette prima dell’inizio del quinto set, l’italiano comincia a servire per primo, vantaggio non indifferente nei set ad oltranza come quelli decisivi agli Australian Open, e deve annullare subito una palla break. Lorenzi si butta a rete con una frequenza certamente eccessive, le sue discese sembrano più fughe in avanti per accorciare gli scambi che attacchi, ma con l’umiltà di chi si aggrappa ad ogni punto riesce a mantenere il vantaggio fino al 4-4 quando, ahinoi, ahilui, due gratuiti da fondocampo lo condannano a subire il fatale break che gli costa la partita dopo 3 ore e 45 minuti.
Piuttosto seccato con l’operato dell’arbitro,a fine match Paolo ha detto che “è uno Slam, hanno i soldi, ci vorrebbe Hawk-Eye su tutti i campi. Bravo lui comunque, io ho rimpianti per aver perso il tie break, ma è normale non essere freschi come all’inizio. So che lui è un tipo che si lamenta, ma mi aspettavo di più dall’arbitro, gli ho visto lanciare e rompere un fusto, e niente warning. Le regole ci sono o non ci sono, e tocca all’arbitro mettere ordine in campo, se non lo fa, c’è qualcosa che non va”
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M. Jaziri b. [Q] S. Caruso 6-7 3-6 6-3 7-5 6-3 (Laura Guidobaldi)
IL CARATTERE DI SALVO CARUSO – Un match faticoso e doloroso per Salvatore; un match in cui il 25enne siciliano onora al meglio il suo primo rendez vous con un torneo dello slam. Opposto al tunisino Malek Jaziri (attuale n. 97 ma ex n. 47), Caruso si esibisce con un gran bel tennis, fatto di cambi di ritmo, aggressività e angolazioni. Ma soprattutto con un gioco all’insegna della maturità, concentrazione, fiducia e calma. Molta calma. Non c’è sosta per l’azzurro che, dopo aver giocato tre giorni fila nel torneo delle qualificazioni, al primo turno dell’Australain Open affronta la sua prima partita al quinto set. Dopo un avvio di primo set che sembrava totalmente compromesso, Caruso è bravissimo a recuperare. Non si scompone e, dal 4-0 per l’avversario, non solo recupera lo svantaggio ma sale in cattedra sul 6-5. Dimostra così di riuscire a sciogliersi sempre più e di controllare gli scambi che all’inizio la tensione gli impediva di gestire. Ora è lui a spingere e a far muovere Jaziri, regalandosi ben 4 setpoint sul 6-2 del tie-break per poi far suo il primo parziale per 7 punti a 2. Stordito dalla reazione di Caruso, ora Jaziri continua a farsi imbrigliare dal tennis sempre più sciolto e eggressivo dell’avversario. Caruso continua sulla scia del recupero di inizio match e ora tutto sembra filare liscio, tant’è che va a prendersi anche il secondo set con un perentorio 6-3. Farà la differenza l’esperienza del 33enne Jaziri? Pare di sì perché, nel terzo parziale, nonostante una palla del 3-2 per Caruso, il tunisimo approfitta subito dell’occasione mancata dall’avversario per mettere a sua volta a segno il break salendo 3-2 e servizio. Non solo. Malek allunga le distanze sul 5-2 per poi chiudere il set 6-3.
A TUTTO BRACCIO – Caruso non intende abbassare la guardia e nonostante un lieve calo della tensione e della precisione, sa che non ha nulla da perdere. Lascia partire dalle proprie corde fendenti puliti e millimetrici che spiazzano spesso il tunisino. Nella quarta frazione continua dunque a tenergli testa, mantenendo l’equilibrio fino al 5-5. Equilibrio che poi Jaziri riesce a spezzare in suo favore per impattare a due set pari con lo score di 7-5 al quarto. Match tutto in salita ora per Caruso che purtroppo rischia di pagare la mancanza di esperienza negli incontri prolungati dei major. Le energie sembrano diminuire inesorabilmente per il siciliano che ora viene assalito anche dai crampi. L’avversario gli strappa un prezioso servizio, rendendogli sempre più complicato il come back nel match. Ricordiamo che Caruso gioca per la quarta giornata di fila essendo entrato nel tabellone principale dopo aver superato le qualificazioni. Jaziri, molto più fresco di Salvatore, allunga il passo sul 2-0 anche se il siciliano, nonostante non riesca a muoversi con l’agilità di prima, si aggrappa con i denti alla partita, tanto da recuperare il break e avvicinarsi sull’1-2. Ennesima prova di carattere e umiltà da parte di Salvatore che si procura una palla per il pareggio anche se, alla fine, è ancora Jaziri ad avanzare nello score.
Spinge e spinge ancora Caruso. L’azzurro vuole ancora condurre le danze anche se la freschezza è ormai agli sgccioli. Salvatore non riesce più ad arginare l’avversario che, dal canto suo, ha ancora energie sufficienti per ottimizzare il vantaggio. Alla fine, dopo poco più di quattro ore, il tunisino chiude con lo score di 6-7(2) 3-6 6-3 7-5 6-3. Ma grande, grandissimo onore a Salvatore Caruso che, nel suo esordio in uno slam, ha dimostrato di avere preziose doti tecniche e caratteriali. La stagione è appena cominciata, Salvatore potrà certamente ancora dire la sua.
Risultati:
[7] J. Ostapenko b. F. Schiavone 6-1 6-4
A. Seppi b. [WC] C. Moutet 3-6 6-4 6-2 6-2
[28] D. Dzumhur b. P. Lorenzi 3-6 2-6 7-6(5) 6-2 6-4
M. Jaziri B. [Q] S. Caruso 6-7(2) 3-6 6-3 7-5 6-3