Nonostante alcune piccole sorprese in corso già durante il primo giorno del Grande Slam a Melbourne, l’interesse maggiore si è creato fuori dal campo. Novak Djokovic ha organizzato un incontro a porte chiuse che ha suscitato enorme interesse, proprio perché non era aperto a tutti. Immediatamente dopo, svariati titoli simili a “Djokovic chiede più soldi agli Australian Open” coloravano i report da Melbourne, ma la domanda principale non è stata risolta. Cosa vuole davvero Djokovic?
L’incontro era aperto solo ai giocatori, e non tutti erano disposti ad andare in fondo e capire davvero di cosa si trattasse. Ma alcune persone del giro, vicine alle idee di Novak, hanno fornito spiegazioni: “Djokovic, in qualità di presidente del ATP Players Council, ha l’obbligo e la responsabilità di aiutare tutti i giocatori del circuito, specialmente quelli classificati peggio che devono affrontare più ostacoli. La sua missione è contribuire positivamente ai miglioramenti e ai cambiamenti che possono applicarsi al tennis, dal calendario, ai tornei, alle finanze. Il nodo più grande è rendere il tennis quanto più accessibile, per il maggior numero di giocatori possibile”, ha riferito una nostra fonte.
È stata questa una delle ragioni del meeting che si è tenuto a Melbourne, nel quale Novak, a nome del Council, ha discusso dei modi per aiutare i giocatori peggio classificati e le possibilità per migliorare l’intero sistema. “Solo i migliori giocatori godono di buone condizioni, il resto non è soddisfatto. E lo sanno tutti. In qualità di presidente, Novak ha suggerito un viatico per risolvere e migliorare la situazione. Sarà fondamentale per i giocatori creare unione e discutere di più dei loro diritti”, ha detto la nostra fonte. Con questa mossa, Novak si è assunto la responsabilità di alcuni rischi, ma i giocatori con bassa classifica gli sono grati, perché è coinvolto in una delle loro battaglie più dure.
“I top 20 hanno tutto ciò di cui hanno bisogno, ma a partire dalla cinquantesima posizione si fa fatica. Molti di loro valutano la possibilità di smettere perché non hanno abbastanza denaro da spendere in viaggi, allenatori, staff e altre uscite. I fondi non sono divisi equamente, i top 10 si accaparrano la fetta più grossa ed è questo che Novak vuole cambiare in meglio. Vuole dare una svolta per il maggior numero di giocatori possibile, per fare qualcosa di straordinario per questo sport”. Djokovic è stato votato presidente del Players council e i giocatori hanno fiducia in lui e nella sua intenzione di combattere.
“Molti giocatori si sono infortunati, il gioco si fa sempre più duro, sia per il fisico che per la mente. Creare una lega di giocatori non è facile, c’è bisogno di anni e Novak probabilmente non si avvarrà neanche di essa, quando sarà nata. Ma vuole crearla per il futuro del tennis. Per far sì che sempre più persone lo pratichino e scelgano la via del professionismo, non a scapito della propria salute però. Una carriera nel tennis può essere lunga con una programmazione accurata e tenendo a mente gli interessi dei giocatori tutti. Al momento non c’è una unione del genere ed è per questo che ci sono così tanti problemi”.
“I top players sono chiaramente i più avvantaggiati, Novak non investe tempo, denaro ed energia in una cosa del genere per motivi egoistici. A Djokovic questa situazione andrebbe bene, è uno dei migliori del mondo, non ha bisogno di più soldi o più attenzioni. Lo fa davvero per amore di questo sport. Il calendario al momento è in funzione di tornei e sponsorizzazioni, i giocatori sono trattati come gladiatori. Non solo a livello ATP, anche Challenger, Futures…”
La nostra fonte ci ha anche spiegato che alcuni giocatori non vogliono entrare in questa querelle, e queste sono le ragioni:
- È un processo lungo (paesi diversi, leggi diverse, organi diverse, regole diverse);
- Non vedono un beneficio diretto per la loro carriera, specialmente i più vecchi e i meglio classificati;
- È costoso: ore di ricerca, tasse amministrative, avvocati, eventuali amministratori della lega che dovranno essere assunti e pagati;
- Più in generale, esistono varie lobby anche nel mondo del tennis…
“Novak ha presentato ai giocatori l’idea, e quello che necessita essere fatto. Ha anche portato con sé un professore di diritto per spiegare ai giocatori quanto importante può essere creare una lega, fare unione, non solo per il tennis ma per ogni sport individuale. Ha anche lasciato intendere di non avere interessi diretti: – Non ne ho bisogno, ho già comunque molto sul mio piatto. Sono disposto a farlo se siamo tutti coinvolti. In caso contrario, io vi ho presentato l’idea e ho fatto la mia parte. La scelta è vostra -.“
“I giocatori con classifica bassa sono emozionati, per quanto il denaro potrebbe comunque essere un problema in quanto la lega dovrebbe essere finanziata da tutti. I top players apprezzano come Novak stia dimostrando il coraggio di rischiare tantissimo per avere un ritorno minimo. È la battaglia per il futuro. Per tutti i giocatori. Specialmente i meno forti”.
NOTA DELLA REDAZIONE – Secondo i media britannici, in particolare il Telegraph, Andy Murray, avrebbe partecipato al meeting pur convalescente per il suo recente intervento all’anca. E avrebbe sostenuto il principio per cui i giocatori dovrebbero essere pagati meglio. Roger Federer,invece, si sarebbe detto in favore dello status quo per il quale un solo organo, l’ATP, rappresenta gli interessi principali del tennis maschile. Si è paventata l’idea di un boicottaggio futuro agli Australian Open, per quanto quest’opzione paia al momento ancora piuttosto lontana.
Dopo il suo match di ieri, Gilles Simon è stato interrogato al riguardo, e ha risposto che non avrebbe “più condiviso la mia opinione perché in passato la stampa ha riportato male le mie affermazioni”. Ha comunque rivelato che le sue opinioni non sono cambiate, per cui probabilmente conferma quanto disse nel 2012: “L’uguaglianza nei pagamenti non funziona nello sport. Il tennis maschile è più interessante di quello femminile, al momento”. Attualmente, sette tornei prevedono premi uguali per entrambi i sessi: i quattro Slam, Indian Wells, Miami e Madrid.
Vojin Velickovic – Sportski zurnal