[Q] L. Sonego b. R. Haase 6-3 7-5 6-7(6) 7-5 (da Melbourne, Luca Baldissera)
https://soundcloud.com/ubitennis/sonego4-anni-fa-ero-ancora-proprio-scarso
“La qualità principale di Lorenzo è il cuore. Lui è un ragazzo nato per giocare a tennis“. Quanto aveva ragione Gianpiero Arbino, coach di Lorenzo Sonego, 219 ATP, quando l’altro ieri ci parlava del suo allievo, commentando la vittoria contro Tomic nel turno decisivo di qualificazione. “Ho dato più spettacolo io di lui“, ci confermava lo stesso Lorenzo, emozionato e felice per l’ingresso nel tabellone principale. E aveva ragione da vendere pure lui. Nel primo pomeriggio australiano, sotto un solleone per la prima volta veramente cattivo che scotta per bene Melbourne Park, di quanto sia adatto Sonego al tennis, e capace di soffrire mentalmente senza disunirsi, se ne è accorto eccome anche Robin Haase, olandese fondocampista di talento, 43 ATP, due titoli vinti nel circuito maggiore. Un avversario tosto, esperto (30 anni contro i 22 dell’azzurro), contro cui, però, “Lori” – come lo chiama coach Gianpiero quando grida per incoraggiarlo dalle tribune – ha vinto una partita memorabile, nel bene e nel male.
COME UN VETERANO – Sonego non è solo cuore e testa, ma anche gran servizio e soprattutto dritto fulminante, in particolare giocato a sventaglio dal lato sinistro. La sua soluzione inside-in, il cosiddetto “lungolinea anomalo”, ha lasciato immobile Haase diverse volte. E cosa ancor più importante, Lorenzo i suoi drittoni vincenti li ha ripetutamente messi a segno nei momenti che più contavano, come quando ha annullato con due bordate tremende altrettanti set-point alla fine del secondo parziale. La partita era iniziata in modo incerto per il torinese rubato al calcio, che praticava come sport principale fino ai 13 anni, giovanili del Toro, la squadra del cuore. 3-1 sotto, comprensibile un po’ di emozione per un esordio a questi livelli. Ma da quel momento, il ragazzo che fino ai 18 anni era un perfetto sconosciuto per il tennis di alto livello, classifica di seconda categoria, e attività junior quasi nulla, ha piazzato un cambio di marcia da piccolo fenomeno. Annullata una palla del 4-1 e secondo break, 5 game consecutivi conquistati, avversario brekkato due volte, e 6-3 per Lorenzo. Che bravo.
Il match ora procede in perfetto equilibrio, i 176 posti in classifica mondiale di differenza è come se non ci fossero, Sonego tiene i suoi game di servizio con autorità, prime palle potenti e dritti in accelerazione sono schemi efficaci e giocati con scelte tattiche perfette. A questo bel tennis di potenza e pressione, Lorenzo aggiunge anche tocchi estemporanei, inaspettati per l’avversario, di grande sensibilità manuale, la palla corta la gioca benissimo, e a rete va spesso e con profitto. Come già raccontato, arriva un momento di crisi sul 5-4 per Haase, e due set point non consecutivi contro, situazione che l’azzurro risolve da campione con un paio di vincenti a tutto braccio. Da qui, tre gran game in cui spinge bene anche il rovescio, che è un colpo molto buono, s’intende, ma è relativamente meno efficace del super-dritto. Belli gli attacchi di Lorenzo, brillanti alcune chiusure al volo, ed è 7-5, due set a zero per lui, è un sogno che sta diventando realtà davanti ai nostri occhi. Il pubblico partecipa con entusiasmo.
DALL’INFERNO AL PARADISO – Il terzo parziale è una gara spalla a spalla, solo nel secondo game Sonego annulla due palle break, per il resto i giocatori rimangono solidissimi alla battuta, l’azzurro tira, corre e spinge senza paura, come fosse normalissimo per lui giocare 3 set su 5 in uno Slam, e si arriva al tie-break. Lorenzo, servendo e passando alla grande sale addirittura 6-1, sono 5 match point consecutivi, ma qui una combinazione di colpi tirati alla disperata da Haase e di errori grossolani di Sonego, il classico “braccino” da paura di vincere, presenta il conto nel modo più crudele possibile. Sette punti di fila per l’olandese, e vittoria letteralmente sfilata dalle mani di Lorenzo, che delusione tremenda, 7-6 per Robin e si va al quarto set.
Chi si aspettava un crollo, d’altronde queste sono botte che stenderebbero un toro, però, non conosce abbastanza bene il “cuore granata” (a proposito di tori) di Sonego. Come nulla fosse accaduto, il ragazzo che dice “forse ero più forte a calcio che a tennis” si rimette lì a giocare tranquillo, dando anche l’impressione di divertirsi, brekka Haase al quarto game, sale fino a 5-2, e si presenta a servire per il match sul 5-3. Servizio e dritto lo portano 40-15, ma i fantasmi ritornano: due errori, un vincente di Robin, sfumano anche il match-point numero 6 e 7, e arriva il controbreak. La faccenda sta assumendo i contorni del dramma, fisioterapista in campo per un Lorenzo molto accaldato, che comprensibilmente ha uno sguardo da “non ci posso credere” che fa tenerezza. In un attimo siamo 5-5, tutto da rifare, ma Sonego lo rifà: tiene il servizio, sul 6-5 va a prendersi l’ottavo match-point, aggredisce la rete in risposta, e la palla sotto il nastro di Haase lo sveglia finalmente da questa specie di sogno-incubo che era diventata la partita. 79 vincenti di Lorenzo, in 4 set, roba seria. In quattro anni dalla seconda categoria al secondo turno di uno Slam: benvenuto tra i giocatori “veri”, Lori. Ora Gasquet, ovviamente nessun precedente.
[25] F. Fognini b. H. Zeballos 6-4 6-4 7-5 (da Melbourne, Vanni Gibertini)
Solida prestazione da n.1 d’Italia per Fabio Fognini che ha superato in tre set il veterano mancino argentino Horacio Zeballos (n.66 ATP) in poco più di due ore di gioco senza mai apparire veramente in difficoltà, nonostante il punteggio dei tre set possa apparire come piuttosto tirato. Il taggiasco è quasi sempre stato avanti nel punteggio in ogni parziale, eccezion fatta per i primi game dell’incontro nei quali, dopo aver ottenuto il break in apertura grazie a tre errori di Zeballos, ha subito restituito il ‘favore’ più o meno nello stesso modo.
Sul 3-3 nel primo set, cinque game consecutivi di Fognini scavano un solco importante tra i due protagonisti, lanciando l’azzurro verso un vantaggio di due set a zero, che però non è però stato foriero di buoni presagi per diversi altri italiani impegnati nel corso del torneo. In questo match, però, Zeballos è troppo falloso per poter iniziare una rimonta, il suo tennis non è abbastanza solido per impensierire un Fognini magari non troppo appariscente ma certamente concreto. Il Fabio nazionale trova comunque modo di strappare gli applausi del pubblico in tribuna (ad elevata componente italiana) con qualche colpo d’annata, come ad esempio lo splendido passante di rovescio incrociato con il quale sigla il primo set.
Anche il terzo parziale si sviluppa sulla falsariga dei primi due, con Fognini che ottiene il break in apertura, si fa recuperare ma poi torna immediatamente in vantaggio. L’unico vero passaggio a vuoto avuto da Fabio è probabilmente quello in occasione del game nel quale serve per il match sul 5-4, quando dal 30-30 un doppio fallo ed un diritto in rete fanno rientrare nel set Zeballos, che però un paio di minuti più tardi imita Fognini restituendo il break anche lui con un doppio fallo ed un errore gratuito da fondo.
Comincia quindi nel migliore dei modi il percorso nel n.1 italiano nell’Australian Open 2018, che in virtù della sua condizione di testa di serie n.25 potrà beneficiare anche al prossimo turno di una partita contro un avversario peggio classificato di lui, ovvero il russo Evgeny Donskoy, 27enne n.72 della classifica ATP, passato agli onori della cronaca nel febbraio del 2017 per aver sconfitto Federer a Dubai, che al primo turno ha superato con un triplice 6-4 il tedesco Florian Mayer.
C. Giorgi b. [Q] A. Kalinskaya 6-4 6-3
https://soundcloud.com/ubitennis/giorgi-aspetto-che-arrivino-quei-magici-15-giorni
Sono le vittorie contro le top 10 che portano notorietà e fiducia, ma i successi nascono soltanto dalle vittorie ‘operaie’. Per questo va accolta con favore l’affermazione di Camila al rientro in campo dopo la gran settimana di Sydney. Anna Kalinskaya ha 19 anni, proviene dalle qualificazioni e gioca uno Slam per la prima volta dopo aver raccolto quattro sconfitte nei quattro tornei cadetti del 2017. Una vittoria che si è sviluppata in due set dall’andamento simile: partenza ad handicap della marchigiana, breakkata in apertura di entrambi i parziali, e rimonta d’autorità grazie alla solita gragnuola di vincenti (ben 33 in totale). Nel primo set Giorgi è andata sotto 0-2, ha sciupato l’occasione di recuperare subito il break, ma dopo aver impattato sul 3-3 ha preso il controllo del parziale lasciando a secco la pur brava avversaria, buone geometrie ma ‘punch’ non paragonabile a quello di Camila. Nel secondo medesima distrazione iniziale (0-2), ma la rimonta arriva immediata, interrotta soltanto da un breve scambio di break a metà parziale. Non stupisce l’aggressione in risposta che butta sistematicamente fuori dal campo Kalinskaya, ma più che altro la tranquillità nel gestire le occasioni in cui a prendere l’iniziativa è la russa. Si vedono dei dritti in contenimento, non certo il pane quotidiano a casa Giorgi, sebbene qualche volta la foga di aggredire porti l’italiana – difetto per ora ineliminabile – a occupare la classica ‘terra di mezzo’, quella da cui si esce con il punto in tasca solo se il colpo precedente è un vincente (altrimenti si deve correre indietro, e sono guai).
Il primo turno di Camila Giorgi ci dice che l’azzurra, prevedibilmente l’unica rimasta in tabellone, sta bene e può fare un gran torneo anche perché sembra decisamente più matura sul campo e fuori come potete ascoltare nell’audio qui sopra. In quest’ottica diventa quasi interessante il fatto che l’avversaria di secondo turno, Barty o Sabalenka, sia non soltanto di sicuro valore ma viva anche un ottimo momento di forma. Contro l’australiana il concreto rischio per Camila sarebbe quello di incartarsi in una fitta ragnatela di tagli, a cui Barty può imprevedibilmente far seguire un vincente; Sabalenka invece è 180 centimetri di ragazzona che tira qui, poi lì, e di solito sempre più forte. Sarebbe il classico match da elmetto. Nel prossimo incontro si parrà quindi la nobilitade di Giorgi, nello spicchio di tabellone probabilmente più divertente e incerto del torneo.
A.S.
A PAGINA DUE LE CRONACHE DI BERRETTINI E FABBIANO