MARIA VS MARIA – Una fa Maria di nome, l’altra di cognome. Ma non è certo l’unica differenza fra Maria Sharapova e la tedesca Tatjana Maria. L’ex numero 1 del mondo ha vinto agevolmente il match che la vedeva esordire agli Australian Open a due anni di distanza dall’ultima partecipazione all’Happy Slam. Sempre in pressione e in controllo, a parte per una distrazione costatale un break nel primo set, la siberiana si aggiudica il primo set cedendo solo quel game di battuta. L’avversaria è troppo distante dalla linea di fondo per poterla impensierire: Non è certo questo il match in cui testare la condizione di Sharapova, vista la poca consistenza dell’avversaria. La seconda frazione è un minimo più equilibrata. Più per concessione della russa, peraltro. Lascia scappare Tatjana, per poi recuperarla e chiudere la contesa sul 6-4 finale. Al prossimo turno affronterà la vincente di Lepchenko-Sevastova. E già il livello di difficoltà dovrebbe salire. Ma se Maria vuole tornare ai fasti di un tempo, sono questi i tornei in cui lasciare il segno.
Andrea Ciocci
KERBER FA SUL SERIO – Sulla Hisense Arena, fa il suo esordio la campionessa 2016 dell’Australian Open e fresca vincitrice del torneo di Sydney, Angelique Kerber, che affronta nel suo primo turno, la connazionale Anna-Lena Friedsman, che noi italiani ricordiamo per aver battuto nel 2016 a New York la nostra Robertina Vinci al terzo turno. La Kerber, risalita questa settimana alla posizione numero 16 del ranking, è largamente favorita in questo derby teutonico. Ed in effetti, nel primo set, non c’è partita, complice una Friedsam lenta, impacciata e fallosissima da fondo campo. In appena 18 minuti la Kerber incamera il primo parziale per 6-0. Nel secondo parziale la Friedsam riesce a conquistare il suo primo game del match, tenendo la battuta a 15, ma è solo una piccola illusuione. La Kerber dal cambio campo riprende a martellare da fondo non dando scampo alla connazionale. In un lampo si arriva al 4-1 “pesante” per l’ex numero uno del mondo. Ma, all’improvviso, qualcosa nel gioco di Angelique si inceppa. Un evidente calo di concentrazione della Kerber, riporta la Friedsam in partita sino al 4-4. Tantissimi gli errori della Kerber in questi tre games concessi all’avversaria, soprattutto tanti gratuiti di dritto. Tuttavia, la differenza di qualità è tanta, e nel nono gioco, alla terza palla break, Angelique si riprende il break e serve per il match sul 5-4 chiudendo dopo un’ora esatta di gioco per 6-4 al secondo match point. Una Kerber determinata e sicura nel primo set, ma con troppe pause nel secondo parziale. Bisognerà attendere i prossimi turni per verificare lo stato di forma della campionessa del 2016, a cominciare dal prossimo match contro la vincente di Hibino-Vekic.
Domenico Giugliano
HALEP SI GUADAGNA BOUCHARD – Simona Halep, numero 1 del mondo orfana di sponsor, debutta nel primo Slam stagionale contro la 17enne australiana Destanee Aiava, entrata in tabellone grazie ad una wild card, che nei giorni scorsi ha lanciato un grido di allarme sulle pressioni che subiscono i talenti emergenti. Malgrado un paio di spaventi (uno per il punteggio nel primo set e uno per un problema fisico nel secondo) la tennista rumena porta a casa il match d’esordio senza lasciare nulla alla giovane avversaria e prosegue l’assalto al primo, tanto agognato, titolo major in carriera. Nella prima parte del set iniziale Aiava gioca un tennis scintillante, tutto di pressione, contro il quale Halep cerca di opporre resistenza passiva ma è spesso costretta a cedere, anche al termine degli scambi lunghi che di solito la confortano. L’aggressività frutta ad Aiava due set point nell’ottavo gioco (dopo un medical timeout con assistenza fuori dal campo apparentemente per una crisi di panico) che Simona riesce però ad annullare. Il peso della mancata trasformazione schiaccia la tennista australiana che diventa più timorosa e conseguentemente meno precisa, Halep capisce il momento e conclude la frazione al tie break senza alcuna concessione alla rivale. Nella seconda frazione l’unico momento significativo è rappresentato da una distorsione alla caviglia sinistra che la tennista rumena subisce in un tentativo di recupero; la fisioterapista spegne prontamente l’allarme e consente ad Halep di chiudere il match per 7-6 6-1 dopo quasi 2 ore di gioco. Prossimo avversaria la canadese Eugenie Bouchard.
GARBINE, LUCI E OMBRE – Non è stata certo la versione migliore di Garbine Muguruza. La spagnola, tds 3, sulla Margaret Court Arena ha dovuto faticare un pò per avere la meglio su Jessica Ponchet, francese numero 256 WTA e qui a Melbourne grazie ad una wild card. Muguruza non ha avuto certo un avvicinamento agevole al primo slam dell’anno, con il ritiro per crampi a Brisbane e un altro ritiro a Sydney. Oggi è sembrata bloccata nei movimenti, preoccupata forse di una condizione fisica che non è ancora al top; tutto ciò è bastato per superare una giocatrice che non aveva tante armi per poterla insidiare fino in fondo. Saranno i prossimi appuntamenti a fornirci indicazioni delle possibilità di poter competere al meglio della bi-campionessa slam (mai a Melbourne, però, dove al massimo ha raggiunto i quarti nella scorsa edizione). Al secondo turno affronterà Su-Wei Hsieh, con cui non ci sono precedenti.
Andrea Franchino
TERZI SET (E MLADENOVIC) CERCASI – All’alba italiana, proprio nel momento in cui Eugenie Bouchard vince in due set (contro Dodin) la sua prima partita ufficiale del 2018 tra lo stupore generale, ci si accorge che si sono concluse già 18 partite e ben 15 non hanno avuto bisogno del ‘decider‘ per decretare una vincitrice. Merito di Konta (9), Garcia (8) e Pliskova (6), tra parentesi le teste di serie e non i voti per la prestazione, che non si sono formalizzate troppo nel regolare rispettivamente Brengle, Witthoeft e Cepede Royg. Merito anche di Vekic e dell’ottima Aliaksandra Sasnovich (lei sì, voto 8) che continua a furoreggiare e all’esordio ci ha messo poco più di un’ora per rimandare negli States Christina McHale, una delle cinque statunitensi eliminate nel day 2 dopo il disastroso 9 su 10 della prima giornata. Una giornata di grande agio, quindi, per le teste di serie. La risposta positiva rallegra soprattutto l’ambiente attorno a Johanna Konta che aveva allarmato i suoi connazionali – già suscettibili per l’infortunio di Murray – con il fastidio all’anca. Pliskova può invece beneficiare della minore attenzione mediatica che la sua discesa in classifica ha generato. Il prossimo turno contro Haddad Maia non può né deve preoccuparla.
Più tardi, quando in Italia è già mattina, i due set con cui Kiki Mladenovic si congeda dal torneo – perdendoli, ça va sans dire – stupiscono per il fatto di non stupire più. L’ultimo punto dell’ennesimo torneo abbandonato al primo turno è un doppio fallo neanche più sottolineato dalla stizza, semplicemente tragico nel senso sportivo del termine. Per la cronaca, la 15esima sconfitta consecutiva le viene inflitta da Ana Bogdan.
TERZI SET TROVASI, SPLENDIDA PETKO – Con l’incedere del programma ne arrivano, anche se non a frotte. Ce n’è in particolare uno che risarcisce per tutti i match senza storia della giornata: il parziale, a oltranza, che ha deciso l’intensissima sfida tra Petra Kvitova e Andrea Petkovic. Due ragazze su cui sfidiamo chiunque a produrre, sensatamente, un’opinione di antipatia: dal sorriso contagioso la ceca, dall’allegria trascinante la tedesca. La vittoria finale di Petkovic è infine meritata nonostante il ritorno di Kvitova, che si è trovata sotto 4-0 nel terzo set, sembrasse definitivo con la solita ricetta di drittoni imprendibili. Due volte Petra ha servito per il set (sul 6-5 e sull’8-7) e due volte si è fatta scippare la battuta, senza riuscire a issarsi mai a match point. Ci era riuscita la tedesca sul 5-4, fallendo però le tre occasioni di chiudere l’incontro, e ci è riuscita in via definitiva sul 9-8 guadagnandosi il match point (poi convertito) con un dritto giocato… con la mano sinistra, a cui ha fatto seguito l’errore di una spaesata Kvitova. La numero 27 del seeding è assieme a Mladenovic l’unica testa di serie femminile eliminata nel day. Il ritorno ad alti livelli, oggi, sembra un paio di passi più lontano.
In tre set vince anche Tsurenko, in tre set dall’andamento bizzarro (0-6 6-0 8-6) vince anche la taiwanese Hsieh sulla qualificata cinese Zhu. Godibili i tre parziali tra Cirsea e Diyas, meno godibili per la sponda statunitense i sei set che hanno prodotto l’eliminazione di Shelby Rogers (vs Lucic-Baroni) e Varvara Lepchenko (vs Sevastova). Non è decisamente il torneo degli Stati Uniti, il cui ammutinamento femminile quota adesso 14 elementi su 18 totali.
Risultati:
[LL] B. Pera b. [Q] A. Blinkova 6-2 6-2
[8] C. Garcia b. C. Witthoeft 7-5 6-3
[9] J. Konta b. M. Brengle 6-3 6-1
[20] B. Strycova b. [WC] K. Ahn 6-1 7-5
M. Vondrousova b. K. Nara 7-5 6-4
L. Arruabarrena b. R. Hogenkamp 6-1 6-2
[29] L. Safarova b. [WC] A. Tomljanovic 7-5 6-3
[6] Ka. Pliskova b. V. Cepede Royg 6-3 6-4
[21] A. Kerber b. A.L. Friedsam 6-0 6-4
D. Vekic b. N. Hibino 7-5 6-3
M. Sharapova b. T. Maria 6-1 6-4
A. Sasnovich b. C. McHale 6-3 6-2
E. Bouchard b. O. Dodin 6-3 7-6(5)
B. Haddad Maia b. [WC] L. Cabrera 7-6(3) 6-4
[28] M. Lucic-Baroni b. S. Rogers 7-6(6) 5-7 6-2
[16] E. Vesnina b. O. Jabeur 6-3 6-4
[17] M. Keys b. Q. Wang 6-1 7-5
S. Cirstea b. Z. Diyas 5-7 6-4 6-3
[14] A. Sevastova b. V. Lepchenko 3-6 6-3 6-2
A. Petkovic b. [27] P. Kvitova 6-3 4-6 10-8
N. Osaka b. K. Kucova 7-5 6-2
E. Alexandrova b. P. Hercog 7-6(2) 6-4
[1] S. Halep b. [WC] D. Aiava 7-6(5) 6-1
C. Giorgi b. [Q] A. Kalinskaya 6-4 6-3
A. Bogdan b. [11] K. Mladenovic 6-3 6-2
[26] A. Radwanska b. Kr. Pliskova 2-6 6-3 6-2
L. Davis b. J. Cepelova 6-7(4) 6-3 6-1
S.W. Hsieh b. [Q] L. Zhu 0-6 6-0 8-6
Y. Putintseva b. H. Watson 7-5 7-6(6)
L. Tsurenko b. N. Vikhlyantseva 3-6 6-3 6-4
[3] G. Muguruza b. [WC] J. Ponchet 6-4 6-3
[18] A. Barty b. A. Sabalenka 6-7(2) 6-4 6-4
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