K. Edmund b. A. Seppi 6-7(4) 7-5 6-2 6-3 (da Melbourne, il nostro inviato)
Il cinquantaduesimo tentativo di arrivare a un quarto di finale Major, tante sono le partecipazioni ai tornei dello Slam di Andreas Seppi, 33 anni, 76 ATP, sfuma in un bel pomeriggio di fine estate a Melbourne Park. Il bombardamento col servizio e col dritto che gli oppone l’inglese nativo di Johannesburg Kyle Edmund, 23 anni, 49 ATP, alla lunga risulta sfiancante per l’azzurro, che cede in 4 set dopo aver vinto il primo. Esattamente come gli successe contro il francese Jeremy Chardy, proprio qui all’Australian Open, negli ottavi di finale del 2013 (5-7 6-3 6-2 6-2). Era stata l’occasione migliore di arrivare tra i primi otto, all’epoca Seppi era infatti più in alto in classifica di Chardy (23 contro 36), insieme alla partita persa, con match point a favore e vantaggio di due set sprecato, con Nick Kyrgios due anni dopo, sempre a Melbourne (5-7 4-6 6-3 7-6 8-6), sconfitta poi vendicata l’anno scorso al secondo turno. Gioie e dolori australiani, come ha giustamente sottolineato il direttore Scanagatta. Che peccato.
OTTIMO INIZIO – Dopo un avvio dall’andamento regolare, in cui Andreas, che inizia alla battuta, come prevedibile cerca di evitare il gran dritto di Kyle, e spinge i suoi colpi poco liftati per spostare l’avversario, nell’ottavo game ecco le prime vere occasioni per l’italiano. Seppi arriva al 30-40 sul servizio di Edmund, poi ha ancora quattro vantaggi, per un totale di ben cinque palle break. Un paio di errori di Andreas, e buoni servizi e accelerazioni da fondo dell’inglese le cancellano. Dopo 18 punti di lotta, e 6 parità, siamo 4-4. L’impressione è che Seppi abbia un tennis più completo, e una migliore visione delle geometrie in campo, mentre Edmund ha un solo schema, servizio e drittone, però è tremendamente efficace con entrambi i colpi. Sul 6-5 per Andreas, Kyle richiede il time-out medico, e si fa massaggiare la spalla destra. Il pubblico è piuttosto numeroso, è un bel pomeriggio non troppo caldo, condizioni ideali per giocare a tennis. Due gran rovesci lungolinea consecutivi consegnano un meritato primo set all’azzurro, bravo e molto consistente fin dall’inizio. Il bilancio 16/5 di vincenti-errori, a fronte del 18/23 per Edmund, è il dato che meglio fotografa questi primi 56 minuti di partita.
REAZIONE EDMUND – Nel secondo parziale, il canovaccio tattico non cambia, è da apprezzare la lucidità di Seppi, che non esita a prendersi dei rischi calcolati aprendo il gioco sul pericoloso dritto di Kyle, per avere poi la possibilità di affondare sul meno solido rovescio dell’avversario. La strategia paga già nel terzo game, in cui Andreas va 15-40 e due palle break sulla battuta di Edmund, che gli regala il game con un brutto dritto in corridoio. Primo break della partita, bene così per l’azzurro. Reagisce subito Kyle, però, Seppi commette due gratuiti evitabili che gli costano altrettante palle del controbreak, non consecutive, e sulla seconda è bravo l’inglese a stampare il lungolinea di dritto vincente all’incrocio. 2-2, peccato, tutto da rifare. Edmund continua a picchiare il dritto come un ossesso (viene cronometrato un vincente diagonale a 168 kmh!), e si prosegue senza grosse occasioni per chi risponde fino al 6-5 Edmund, servizio Seppi. Qui l’inglese azzecca tre risposte potentissime col dritto, ha un set point annullato dalla battuta esterna di Andreas, se ne conquista un altro, e tocca all’azzurro fallire un dritto dal centro del campo che decreta il 7-5. Un set pari, nel secondo parziale Kyle ha 15 vincenti e 6 errori, Seppi 12/10, le percentuali hanno fatto la differenza. Si gioca da un’ora e 42 minuti, la partita rischia di diventare una maratona. Nel secondo game del terzo set, Edmund, che continua a pressare e a prendersi molti rischi, va 15-40 sulla battuta di Andreas, e trova il jolly sulla prima palla break con una gran risposta di rovescio a uscire. 2-0 per lui, l’inerzia del match è cambiata, e non in senso favorevole all’italiano. In un attimo siamo 3-0, Kyle continua a spingere sempre più sciolto, sul 5-2 brekka per la seconda volta l’italiano con l’ennesima rispostona di dritto, e sale 2 set a 1. Onestamente, è un vantaggio meritato. 13 vincenti, di cui 5 risposte imprendibili dirette, e 5 errori per lui, soli 4 vincenti e 6 errori per Andreas, è stato un terzo set dominato da Edmund.
IL TRAGUARDO SFUGGE ANCORA – Il quarto set vede due palle break consecutive per Kyle già nel secondo game, poi una terza, Seppi si salva e servendo bene pareggia 1-1, ma le sue difficoltà sono sempre più evidenti. Al cambio di campo successivo è il turno di Andreas di chiamare il fisioterapista, anche lui per un massaggio alla spalla destra indolenzita. Nel frattempo, Edmund non smette di sparare missili col dritto, e limita molto anche le incertezze in manovra col rovescio, niente da dire, bravo lui. Seppi nel sesto game affronta ancora palla break, ed è bravo a cancellarla col servizio. Sulla parità gli viene chiamato un fallo di piede sulla seconda palla, un esterrefatto Andreas dice all’arbitro “it never happened before in my life“, “non mi era mai successo prima in vita mia”, ma non c’è nulla da fare. Altra palla break, comunque ben annullata, e siamo 3-3. Come si suol dire, l’italiano è appeso al proverbiale cornicione, quanti rischi a ogni game. Poco dopo, infatti, a furia di botte col dritto, Kyle brekka, e senza tremare chiude 6-3 al primo match point. Peccato per Seppi, chissà se avrà altre opportunità a questo livello, ma siamo sicuri che ci riproverà. Bravo Edmund – che regge la candela in casa britannica in attesa del ritorno di Andy Murray – al miglior risultato Slam in carriera. Aspetta il vincente della super-sfida tra Kyrgios e Dimitrov di stasera.
“Bella sensazione, è stato difficile, lui colpiva benissimo. Quando è girata la partita sono stato bravo a mantenere la concentrazione, Andreas è un giocatore di alto livello” dice Kyle a fine match. Sinceramente, ha meritato di vincere.
Sereno e tranquillo, Andreas in conferenza stampa, ammette che “ora come ora, meglio di così non avrei potuto giocare. Peccato il controbreak immediato nel secondo set, poi forse nel quarto avrei potuto stargli attaccato. Non serviva fortissimo, ma trovava ottimi angoli, quasi ogni volta. Se mi piacerebbe che un giorno la gente dicesse che mi rimpiange? Beh spero di no, cioè spero che arrivino altri giocatori forti! A fine carriera andrò a vivere con mia moglie in Colorado, abbiamo comprato una casa con cinque stanze, ci piace molto là. E non ho intenzione di rimanere nel mondo del tennis, basta viaggiare, anche se nulla è sicuro nella vita. Però per fare il maestro o il coach sarò sempre in tempo, ma vorrei qualcosa che mi impegni di nuovo, imparare cose nuove, magari mi metterò a studiare, chissà. Comunque vorrei arrivare a Tokyo 2020!”
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