[6] M. Cilic b. [1] R. Nadal 3-6 6-3 6-7(5) 6-2 2-0 rit. (dal nostro inviato a Melbourne)
Siamo rimasti tutti interdetti, quando Rafa Nadal si è tolto la bandana ed è andato a stringere la mano all’arbitro sullo 0-2 del quinto set. Sapevamo che all’inizio del torneo non era in condizione, ma i primi quattro impegni a Melbourne avevano messo in mostra un giocatore in grande crescita, sicuro favorito per raggiungere la finale e certamente in corsa per il suo diciassettesimo slam. Ma dopo le tre ore e mezzo di battaglia con Cilic il suo fisico lo ha tradito ancora una volta, impedendogli di terminare il match come gli era capitato altre otto volte in carriera (ma solamente due dal 2010 ad oggi) . Meriti sicuramente anche a Cilic, che dopo essersi trovato sotto di un set ed un break è riuscito a girare il match martellando sulla “diagonale destra”, sfruttando gli slice esterni sul servizio e sommergendo il maiorchino con 83 vincenti.
Dopo aver salito con incredibile salita i gradini della sala stampa ed aver impiegato quasi 10 secondi per sedersi su una sedia, un Nadal sull’orlo delle lacrime affronta un’altra difficile conferenza stampa, forse appena meno drammatica di quella di Roland Garros 2016. “Non ho idea quale sia il problema, devo fare degli esami e poi sapremo, ora nessuno sa nulla“. Non è il ginocchio, quindi, quello che gli ha impedito di giocare i tornei di preparazione in gennaio. “Il dolore era molto forte, la gamba era completamente bloccata, non riuscivo a muovermi, e quindi era impossibile vincere” dice ai reporter spagnoli. E prima in inglese e poi nel suo idioma nativo, Nadal spara l’ennesima bordata contro il circuito professionistico, contro un sistema che pretende tanti tornei sulle superfici dure, molto severe con il fisico degli atleti: “A questo punto mi risulta difficile immaginare in quali condizioni arriverò a fine carriera. Chi gestisce il tennis non pensa che noi atleti abbiamo una vita dopo la carriera tennistica, che vorremmo arrivare alla fine dei nostri giorni sul circuito in condizioni tali da poter vivere una vita normale, fare sport. Ci sono sempre più atleti infortunati, ed è il caso che chi ci governa cominci a farsi delle domande, se sia il caso di giocare tutti questi tornei su superfici così dure , e quali sono le conseguenze di quello che ci chiedono“.
IL MATCH
Inizio della partita piuttosto soporifero, ritmo piuttosto basso e Cilic che non riesce ad ingranare alla battuta. Nadal risponde come suo solito da parecchi metri oltre la linea di fondo, anche se rimane un po’ più avanti nei punti da destra per coprire la possibilità di slice esterno. Sul 3-2 Nadal il croato deve fronteggiare cinque palle break: due sono salvate da belle prime di servizio, le altre invece sono tre errori dello spagnolo, piuttosto insoliti per lui. Il game successivo il maiorchino si imbarca in un doppio fallo e due gratuiti di diritto che regalano una palla break a Cilic, ma un bell’ace risolve la situazione. L’arrivo nei posti a bordo campo degli invitati VIP dalle suite corporate non cambia la musica: il croato continua a pasticciare alla battuta e questa volta ci lascia break e set. Cinquantadue minuti di tennis non memorabile e Cilic cerca conforto in una nuova maglietta per iniziare la rimonta, anche se dovrebbe cercare conforto nel suo servizio: essere surclassati da Nadal nei punti vinti sulla prima (81% contro 64%) ben difficilmente lo porterà alla vittoria.
All’inizio del secondo parziale i battitori continuano a fare una gran fatica soprattutto sulla seconda di servizio (nessuno dei due è sopra il 25%) e questa è una buona notizia per Nadal che dovrebbe avere la battuta meno efficace dei due. Sul 2-2 Cilic si inguaia sul 15-40, prende un warning per “time violation”, si distrae discutendo con il giudice di sedia Asderaki e commette doppio fallo. Un’imprecazione in croato piuttosto violenta al cambio di campo scuote il campione degli US Open 2014 che, tra la sorpresa generale, e soprattutto quella di Nadal, infila 4 game consecutivi e pareggia il conto sei set. Oltre ai problemi sulla seconda, lo spagnolo deve fare i conti anche con il suo diritto che ogni tanto ricade nel problema che aveva un paio di anni fa, quando l’eccessivo top spin lo faceva rimbalzare corto e sovente si spegneva in rete.
L’inerzia che per un set e mezzo sembrava tutta dalla parte di Nadal sembra essersi spostata: negli scambi da fondo Cilic trova maggiormente il modo di spingere e trovare aperture, specialmente con il diritto incrociato. La prima palla break del set è per il croato, sull 1-1, ma se ne va con un errore di rovescio. Le due seguenti, sul 3-3, vengono giocate bene da Nadal con due servizi esterni. Il n.1 del mondo è spesso in difficoltà, ma resiste come un leone e si porta 5-4 procurandosi un set point dopo aver inchiodato Cilic a scambiare sul rovescio, ma Marin è bravissimo a trovare l’apertura giusta per scendere a rete e chiudere con la volée. Si arriva al tie-break che, come il resto del set, vede i battitori in difficoltà: 6 minibreak nei primi 8 punti, ed è quasi sempre Cilic a comandare lo scambio, anche se in un paio di occasioni manca il colpo definitivo. L’errore fatale lo commette sul 5-5 quando dopo due accelerazioni di diritto manda la terza oltre la linea di fondo, e Nadal può celebrare con due “freni a mano” verso il suo angolo, dove i suoi allenatori Moya e Costa (tutti con addosso il marchio della Rafa Nadal Academy) appena finito di esultare sprintano verso la toilette per scaricare la… tensione ed ovviamente anche qualcos’altro.
Dopo un set sostanzialmente dominato dal punto di vista del gioco ma alla fine buttato al vento, Cilic comunque non si perde d’animo, e sostenuto dal suo angolo (nel quale sono anche il suo primo coach Bob Brett ed il manager del suo sponsor Fila Martin Mulligan) continua con la sua strategia di insistere con il diritto incrociato sul rovescio di Nadal che finalmente paga dividendi regalandogli un vantaggio di 4-1. Lo spagnolo sembra affaticato, chiede un medical timeout per farsi massaggiare a terra dal fisioterapista e nel game seguente annulla tre chance dell’1-5 con cinque punti consecutivi. La sorte del set è comunque segnata, e dopo 3 ore e mezzo di gioco si va al quinto set, dove Cilic ha un eccellente record di 26 partite vinte e 12 perse.
Durante la pausa tra i set Nadal si fa assistere ancora dal fisioterapista, ed all’inizio del set decisivo fa evidentemente fatica a muoversi, soprattutto verso sinistra. Perde i primi sette punti del set senza quasi muoversi, prova a resistere sul suo servizio, ma dopo aver subito il break del 2-0 decide che non ce la fa più e stringe la mano alla straordinaria Asderaki (altra prestazione monstre per lei) e consegna la semifinale a Marin Cilic.
Risultati:
K. Edmund b. [3] G. Dimitrov 6-4 3-6 6-3 6-4
[6] M. Cilic b. [1] R. Nadal 3-6 6-3 6-7(5) 6-2 2-0 rit.
IL LIVESCORE DEL DAY 9
I TABELLONI COMPLETI: UOMINI – DONNE
Irrompe Kyle Edmund, è il primo semifinalista
Mertens da urlo, semi contro Wozniacki
È SUCCESSO NEL DAY 8