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[2] R. Federer b. [19] T. Berdych 7-6(1) 6-3 6-4 (dal nostro inviato a Melbourne)
Durano solo un set le ambizioni di Tomas Berdych di fermare la corsa di Roger Federer verso il ventesimo titolo dello Slam. Mancato il set-point sul 6-5 e ceduto nettamente il tie-break, si trova sempre costretto ad inseguire e finisce per perdere in tre set, confermando l’imbattibilità dello svizzero nei quarti di finale agli Australian Open.
Berdych conferma la buona impressione lasciata durante i primi turni ed inizia con il piede giusto, molto in palla ed estremamente centrato in risposta. Federer si trova spesso la palla vicino alla linea di fondo, impossibilitato a prendere in mano il gioco. Il ceco ottiene il break subito al secondo gioco e vola 3-0 e tiene con autorità i suoi turni di battuta, aiutato in un frangente dallo svizzero che manca una volée a campo aperto che gli avrebbe dato la palla del controbreak. Sul 5-3, con Berdych che serve per il set, l’atmosfera si scalda per un malfunzionamento di Hawk-eye che non è in grado di stabilire se, sul 15-40, una prima di servizio chiamata in campo è fuori, come sostenuto da Federer, oppure è realmente in campo. Proteste di Federer che si vede sottratto un “challenge” e gioco che continua con la folla molto più coinvolta. Se ne vanno tre palle break per lo svizzero, poi un set point per Berdych viene cancellato da un bel passante di rovescio lungolinea, e sulla quarta palla break può esplodere la Rod Laver Arena che chiarisce subito, nel caso ce ne fosse bisogno, da che parte sta il pubblico. Sul 5-6 altro game complicato per Federer, che dal possibile ace del 40-0 si ritrova sul 30-40 con due doppi falli e deve cancellare un set point spingendo sul rovescio di Berdych. Il tie-break è un monologo dell’elvetico, che cede un solo punto (peraltro con un passante di rovescio che gli si ferma sul nastro) e chiude con una elegantissima palla corta di rovescio.
Il consueto aumento di porzioni di pollo fritto e patatine portate su e giù per le scale che segue la fine del primo set viene accompagnato da un relativo calo di tensione del pubblico dopo la scarica di adrenalina del tie-break. I due continuano a mostrare una prestazione eccellente in risposta e gli scambi da fondocampo sono sempre profondi. In ‘zona Cesarini’ (ovvero vicino allo scadere dei 90 minuti, che in questo caso però non segnano la fine delle ostilità) Federer affonda sull’acceleratore, e con un paio di magie da fondo ottiene il break e chiude il secondo set portandosi avanti per due set a zero.
Berdych chiede l’intervento del fisioterapista con il quale esce dal campo per farsi massaggiare e concedendo una pausa un po’ più lunga al pubblico che ne approfitta per una sosta ai box (il famoso ‘pee stop’). La partita prosegue sulla stessa falsariga dei primi due set, eccezion fatta per i tre break in rapida successione sull’1-1 che regalano a Federer un solido vantaggio. Lo svizzero soffre un po’ di più sulla sua prima di servizio, sulla quale nei due set precedenti aveva avuto percentuali sopra l’80%, ma in compenso è molto più efficace in risposta sulla seconda dell’avversario quando porta a casa quasi due punti su tre. Un turno di servizio tenuto a zero chiude il match dopo 2 ore e 14 minuti e regala a Federer la semifinale Slam n.43 della sua sempre più straordinaria carriera.
Risultati:
H. Chung vs T. Sandgren 6-4 7-6(5) 6-3
[2] R. Federer b. [19] T. Berdych 7-6(1) 6-3 6-4
IL LIVESCORE DEL DAY 10
I TABELLONI COMPLETI: UOMINI – DONNE
Chirurgico Chung, prima semifinale Slam
Kerber domina Keys, Halep facile su Pliskova
È SUCCESSO NEL DAY 9
- Il resoconto completo
- Editoriale – Nadal ha ragione oppure no? Si può davvero fare qualcosa?
- Cilic in semi, crac Nadal. “Troppi campi duri!”
- (S)punti tecnici: Wozniacki e Halep, la proiezione verso la palla
- Cilic: “Ognuno deve prendersi cura del proprio corpo”
- Dimitrov: “Adesso ho un bersaglio più grande dietro la schiena”