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[2] C. Wozniacki b. E. Mertens 6-3 7-6(2)
PROVE GENERALI DI PRIMA VOLTA – Sembrava destinata al ruolo di regina non grata, Caroline Wozniacki. Numero uno per il computer ma non nella considerazione degli appassionati di tennis. Tanti piazzamenti, nessuna vittoria di rilievo. Allo stesso copione pareva condannata nel suo pur ottimo 2017, fino al dolce epilogo della prima vittoria alle WTA Finals che ha spezzato l’incantesimo. Battendo oggi, in semifinale, Elise Mertens, la sorpresa del torneo, la danese si è messa nelle condizioni di dimostrare se si è liberata definitivamente dall’etichetta di splendida perdente. Lo sapremo sabato, quando giocherà la sua terza finale in uno Slam, a quattro anni di distanza dall’ultima, in cui fu battuta da Serena Williams, agli US Open (anche nel 2009 perse a New York). Qui a Melbourne Caroline ebbe un match point nella semifinale del 2011, poi persa da Li Na.
Parte aggressiva la belga. Forse troppo. Come previsto, cerca di muovere il gioco con il suo magnifico rovescio. Non è altrettanto efficace con il dritto, con cui non trova la misura del campo. Wozniacki è molto solida, ma non si limita al contrattacco. Si notano i progressi che l’hanno fatta tornare a vedere il vertice della classifica mondiale. Caroline non attende, ma si proietta a volte in alcune sortite a rete. Più parate che vere e proprie volée. Il plot tattico della danese è chiaro: togliere campo e tempo a Elise, per metterne a nudo la non eccezionale mobilità. Sul piano della ricerca della palla, fra le due c’è un abisso. È un primo set non così prodigo di palle break. E a Wozniacki basta strappare il servizio sul 2-1 per controllare l’avversaria. Quaranta minuti e chiude il set al nono gioco.
Concentratissima, la seconda favorita del torneo non concede nulla. Consapevole che l’errore di Mertens arriverà. Inserito il pilota automatico, veleggia tranquilla verso l’atto finale. Il break sul 2-2 sembra quello definitivo. Ma la giocatrice belga, che di allena all’accademia della connazionale Clijsters, resta attaccata al match. E fa bene, perché quando va a servire per il match sembra riaffiorare alla mente di Wozniacki il ricordo di quella semifinale incubo. Persa, nonostante un matchpoint in suo favore, contro Li Na proprio qui, 7 anni fa. O forse è soltanto la consapevolezza di essere uscito da un baratro clamoroso, quando al secondo turno contro Fett si era ritrovata sotto 5-1 40-15 nel terzo set.
Ma oggi è il tempo di sorridere e scrollarsi di dosso le scorie del passato. Due set point annullati con una seconda che pizzica una riga e un bel dritto la tirano fuori dalla buca in cui si è cacciata da sola. Il tiebreak è solo una formalità. Troppo centrata sull’obiettivo, Caroline. Troppo inesperta la sua rivale. Che, ricordiamo, è numero 57 del mondo. Soli due i punti concessi dalla danese alla belga, che da lunedì entrerà in top 20. Ancora più rarefatta l’aria che respira la Wozniacki. Virtualmente, è numero uno, almeno nella classifica live. A cinque anni di distanza da quando lasciò quel ruolo che molti non le riconobbero allora. Potrà farsi consegnare lo scettro da Angelique Kerber, se la tedesca batterà Simona Halep nella seconda semifinale. O giocarselo con la rumena in in una finale pigliatutto. Fra coppa e primato, perché scegliere?
Risultati:
[2] C. Wozniacki b. E. Mertens 6-3 7-6(2)
[1] S. Halep b. [21] A. Kerber 6-3 4-6 9-7
Halep eroica nel match del torneo. Ci sarà una nuova campionessa
Cilic va come un treno, giocherà la sua prima finale a Melbourne
I TABELLONI COMPLETI: UOMINI – DONNE
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