Australian Open: Chung non sta in piedi, Federer sì. Contro Cilic sarà la sua 30esima finale Slam
Per la maggior parte dei tennisti anche solo partecipare a 30 tornei del Grande Slam sarebbe già un buon se non ottimo risultato. Arrivare alla seconda settimana in 30 Majors sarebbe già segno di una carriera di altissimo livello magari con l’acuto vincente.
Roger Federer in 15 anni di eccellenza ha reso tutti questi risultati quasi banali rispetto a quelli che lui ha messo insieme. Il campionissimo di Basilea ha raggiunto per 30 volte la finale di un torneo del Grande Slam e giocherà domenica contro Marin Cilic per conquistare il ventesimo titolo. Numeri stratosferici, imponderabili. E pensare che prima di quel luglio 2003 a Wimbledon, si parlava ancora di un grande talento incompiuto a quasi 22 anni. Certo nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo da lì in avanti
Andiamo dunque a ripercorrere le 29 tappe precedenti del viaggio più spettacolare del tennis moderno: una vera e propria epopea tennistica
2003 Wimbledon, F: Federer b. Philippoussis 7-6 6-2 7-6
La prima finale Slam di Federer si gioca sui prati di Wimbledon, contro Mark Philippoussis che torna in finale Slam dopo quasi 5 anni e una infinita serie di infortuni. Si tratta di quella che resta ad oggi l’ultima finale di Wimbledon giocata in modalità “serve&volley” sistematica da entrambi i protagonisti per lo meno sulla prima. La fase difensiva di Federer però è nettamente superiore a quella dell’australiano che riesce solo a rifugiarsi in due tie-break ma senza successo. A quasi 22 anni lo svizzero realizza la profezia di chi lo aveva indicato futuro campione dopo il titolo junior del 1998.
2004 Australian Open, F: Federer b. Safin 7-6 6-4 6-2
Prima finale per Roger in Australia ed è anche l’ultima che si gioca di giorno: una sfida di grande qualità tecnica specialmente nel primo set dove però Federer la spunta al tie-break. Una vittoria limpida per lo svizzero anche se la qualità del match non è paragonabile alla rivincita vinta da Safin l’anno successivo in semifinale, in quello che è stato uno dei match di livello più alto del decennio.
2004 Wimbledon, F: Federer b. Roddick 4-6 7-5 7-6 6-4
La difesa del titolo a Wimbledon si fa ardua quando Andy Roddick si porta avanti un set: una sospensione per pioggia salva Federer nel momento di difficoltà del secondo. Al rientro i demoni sono scomparsi e nonostante la pugnace resistenza dell’americano, Federer si impone in 4 set.
2004 US Open, F: Federer b. Hewitt 6-0 7-6 6-0
Una delle finali più belle giocate da Federer in carriera: Lleyton Hewitt è semplicemente annichilito con un doppio 6-0 in cui Federer mette in mostra una qualità di gioco spaziale. Si tratta del primo titolo a New York, un torneo dove prima di questa edizione non era mai andato oltre gli ottavi di finale.
2005 Wimbledon, F: Federer b. Roddick 6-2 7-6 6-4
La rivincita con Roddick è molto meno appassionante della sfida dell’anno precedente. Il gap tra i due giocatori è senza dubbio aumentato e fin da subito si ha la sensazione che non ci sia verso per l’americano di fare partita. Vittoria in 3 set senza storia e altrettanti titoli a Wimbledon.
2005 US Open, F: Federer b. Agassi 6-3 2-6 7-6 6-1
In una sfida generazionale che non si vedeva da tempo in una finale Slam, Federer supera Andre Agassi che a 35 anni suonati raggiunge la sua ultima finale Slam 15 anni dopo la prima. L’americano gioca un secondo e terzo set a livello altissimo, inchiodando Federer sulla diagonale di rovescio. Nel tie-break del terzo set lo svizzero alza il livello a vette non più raggiungibili dal vecchio “Kid” e a quel punto il secondo titolo a Flushing Meadows è cosa fatta.
2006 Australian Open, F: Federer b. Baghdatis 5-7 7-5 6-0 6-2
Marcos Baghdatis è il giocatore più sorprendente a sfidare Federer in una finale Slam. Il cipriota si inventa il torneo della vita prima di una lunga serie di infortuni che ne mineranno la carriera. Federer è talmente favorito nel pronostico da giocare piuttosto contratto i primi 2 set ma quando strappa il secondo sul filo di lana, la differenza di valore tra i due viene fuori e il tutto si conclude piuttosto rapidamente. Roger può festeggiare il secondo titolo a Melbourne.
2006 Roland Garros, F: Nadal b. Federer 1-6 6-1 6-4 7-6(4)
Prima finale a Parigi tra Roger e Rafa. Lo svizzero cerca il “Roger Slam”, vuole diventare il primo dopo Laver (1969) e il terzo di sempre a vincere quattro Slam di fila. Pronti via: 6-1 Federer che si issa 40-0 nel primo game del secondo set, ma lo perde. Nadal pareggia il 6-1 e sorpassa. Vince 6-4 il terzo, va avanti di un break nel quarto. Federer gioca male ma può sperare nel tiebreak. Ma il jeu decisif non lo salva dalla prima sconfitta in carriera nella finale di uno Slam. Rafa diventa il più giovane dopo Borg (‘74-’75) a difendere il titolo alla Porte d’Auteuil. La sua serie di 14 finali vinte di fila è seconda nell’era Open solo alle 24 di Federer. Jean Claude Bouttier, campione dei pesi massimi francese, commenta: “Uno stilista ha incontrato un puncher. Federer è Sugar Ray Leonard, Nadal è Marvin Hagler”.
2006 Wimbledon, F: Federer b. Nadal 6-0 7-6(5) 6-7(2) 6-3
Mentre l’Italia vince i Mondiali, Federer allontana l’incubo nel suo giardino preferito. Sbaglia tattica ancora, cercando lo scambio lungo senza variazioni. Sembra la ripetizione della strategia che il padre di Agassi cerca di insegnare al figlio, come Andre racconta in Open: quella che chiama “far venire le vesciche al cervello all’avversario”, cercare di batterlo al suo stesso gioco. Dopo il 6-0 iniziale, Federer va sotto di un break nel secondo, Nadal serve per il set sul 5-4 ma perde il servizio e di lì il set al tiebreak. Nadal porta il match al quarto, ma subisce due break chiave sul 2-1 e 4-1. Federer vince l’ottavo Slam della sua carriera e diventa il sesto tennista a trionfare quattro volte a Wimbledon.
2006 US Open, F: Federer b. Roddick 6-2 4-6 7-5 6-1
L’arrivo di Jimmy Connors sulla panchina dà un’iniezione di grinta ad Andy Roddick che riprova nel torneo di casa a risolvere il rebus irrisolvibile della sua carriera: quello rossocrociato. Ancora una volta il suo massimo non è sufficiente per vincere. I primi tre set sono lottati ma una volta perduto il terzo al dodicesimo gioco, si arrende di nuovo alla superiorità di Federer che porta a casa il terzo titolo a Flushing Meadows consecutivo
2007 Australian Open, F: Federer b. Gonzalez 7-6 6-4 6-4
Il dritto più veloce del West, quello di Fernando Gonzalez è l’ostacolo per un terzo titolo a Melbourne Park. Il cileno gioca un torneo incredibile in cui elimina facilmente Hewitt, Blake, Nadal e Haas in fila per arrivare all’atto finale. La potenza però non basta contro il N.1 mondiale che dopo aver chiuso il primo al tie-break controlla nel secondo e nel terzo. Roger vince il torneo senza perdere un set.
2007 Roland Garros, F: Nadal b. Federer 6-3 4-6 6-3 6-4
Nadal diventa l’unico, insieme a Borg, capace di vincere tre Roland Garros di fila. Non bastano allo svizzero 10 palle break nei primi tre turni di servizio dello spagnolo per vincere il primo set. Federer è più aggressivo alla risposta, soprattutto dalla parte del rovescio, ma soffre troppo i topponi di Rafa sulla diagonale mancina. In più Rafa salva 16 palle break su 17.
2007 Wimbledon, F: Federer b. Nadal 7-6(7) 4-6 7-6(3) 2-6 6-2
“This thing is killing me”: non si riferiva a Nadal, Federer, al cambio campo sotto 0-3 nel quarto. Ha appena subito il secondo break di fila perché l’Hawk-Eye ha stabilito che il rovescio di Nadal (valso il 30-40 sul servizio dello svizzero) ha appena pizzicato la riga: poi Roger affossa un dritto elementare. Lo svizzero, alla nona finale consecutiva in un major, nel quinto set si ritrova due volte 15-40 (sull’1-1 e sul 2-2), ma uno strepitoso vincente di dritto gli regala il break che lo porta avanti 4-2 e gli spalanca le porte del quinto titolo a Wimbledon, dopo 3 ore e 45 di grande tennis e grazie a 65 vincenti (molti col rovescio incrociato), compresi 24 ace.
2007 US Open, F: Federer d. Djokovic 7-6(4) 7-6(2) 6-4
Federer festeggia a New York il 12mo slam della sua carriera e diventa il primo giocatore dopo Bill Tilden a trionfare nel major Usa per quattro anni di fila. Il match però non inizia bene per lo svizzero, che subisce il break all’undicesimo game del primo set. Djokovic va a servire sul 6-5, vola 40-0, manca quei tre set point e poi altri due prima di cedere con un doppio fallo il controbreak. Nel tiebreak Federer è andato sotto di un mini break, ma Djokovic ha firmato la resa con due doppi falli, uno dei quali sul set point. la 127ma finale della storia del torneo avrebbe potuto finire qui, ma Djokovic dimostra la stoffa del campione, tanto da andare avanti 4-1 15-30 (servizio Federer). Lo svizzero tiene il servizio, controbreaka nel settimo game a zero, salva due set point al servizio sul 5-6 e allunga al tiebreak, che chiude 7-2. Nel terzo, Djokovic ha altre chance, ma spreca altre tre palle break sul 2-2. Federer evita però il terzo tiebreak e chiude dopo 2 ore e 26 minuti.
2008 Roland Garros, F: Nadal b. Federer 6-1 6-3 6-0
Si dice che il vincitore di Amburgo stecchi al Roland Garros. Nadal smentisce tutto e tutti. È una mattanza. Quando Federer regala il break nel primo game con il primo dei suoi 49 errori gratuiti si capisce che sarà solo un comprimario nello spettacolo. Federer subisce il primo 6-0 dal giugno 1999 (da Byron Black al Queen’s).
2008 Wimbledon, F: Nadal b. Federer 6-4 6-4 6-7(5) 6-7(8) 9-7
È la finale più lunga di Wimbledon, sia per durata (4 ore e 48 minuti contro le 4 ore e 16 minuti di Connors-McEnroe 1982) che in termini di game (62 game contro i 58 di Drobny-Rosewall del 1954). Come a Parigi nel 2007, Federer spreca troppe palle break (11 su 13, allora 16 su 17). Anche stavolta lascia per strada il secondo set dopo essere stato avanti 4-1. Rimane, almeno dal terzo set, una delle partite più belle di sempre, certamente la più emozionante finale dei Championships, cui sta anche stretto il paragone con Borg-McEnroe del 1980. Nadal canta sotto la pioggia, bacia la pioggia che rallenta la finale due volte e regala una conclusione notturna che eleva il trionfo nella dimensione dell’epica e della leggenda. Nadal, secondo spagnolo a vincere a Londra dopo Manolo Santana, rompe la tradizione del più tradizionale dei tornei dei gesti bianchi, arrampicandosi, bianco nel cielo scuro, sul Royal Box. Ma in fondo, questo è THE match: what did you expect?
2008 US Open, F: Federer b. Murray 6-2 7-5 6-2
Dopo una stagione piena di delusioni, Federer si riscatta a Flushing Meadows centrando il 13° titolo del Grande Slam. Il suo avversario in finale è un giovane britannico di nome Andy Murray alla sua prima finale in un major. L’esperienza di Federer fa la differenza: è una finale dominata senza alcun problema da Federer che diventa il primo uomo dell’Era Open a vincere 5 volte di seguito due major diversi.
2009 Australian Open, F: Nadal b. Federer 7-5 3-6 7-6(3) 3-6 6-2
Sono lacrime di dolore, quelle uscite dal cuore di Federer, incapace di proferire parole quando lo chiamano sul palco. Nadal è reduce dalla magnifica semifinale contro Verdasco, durata 5 ore e 14 (il match più lungo di sempre agli Australian Open) e diventa il primo dopo Goran Ivanisevic a Wimbledon 2001 a vincere un Major con successi al quinto in semifinale e finale. È il secondo più giovane di sempre a celebrare sei Slam dopo Borg e il primo mancino dopo 11 anni (Petr Korda, 1998) a trionfare in Australia. Federer paga il rendimento altalenante del servizio (ha servito col 52% e nel secondo set non ha messo la prima undici volte di fila), Nadal gioca un tie-break praticamente perfetto nel terzo e smentisce chi credeva che la partita fosse cambiata dopo le cinque palle break sfumate sul 3-2 nel quarto. Nadal ha vinto perché è un lottatore, mentre Federer quando avrebbe dovuto scegliere tra pazienza e azzardo ha optato per una via di mezzo e, alla fine, ha mollato.
2009 Roland Garros, F: Federer b. Soderling 6-1 7-6 6-4
La partita più importante della carriera di Federer, almeno fino a quel punto: lo svizzero finalmente non trova sulla sua strada la sua nemesi Rafa Nadal nella finale di Parigi. Lo spagnolo è stato eliminato da Robin Soderling, giovane svedese, che poi sullo slancio raggiunge l’atto finale. Per Federer la strada per la finale era stata molto accidendata ma sembra destino che proprio a Parigi arrivi contemporaneamente l’aggancio a Pete Sampras a 14 Slam e il completamente del Career Grand Slam per ultimo completato da Andre Agassi che è anche l’uomo che gli consegna la Coppa dei Moschettieri. Federer entra così nella leggenda
2009 Wimbledon, F: Federer b. Roddick 5-7 7-6 7-6 3-6 16-14
Un mese dopo Sampras è in tribuna per guardare Roger tentare di superare il suo record: in finale trova per la terza volta Andy Roddick che sa di avere l’ultima occasione per scrivere il suo nome nel sacro albo d’oro dei Championships. Ne viene fuori un match incredibile che l’americano meriterebbbe di vincere: si va a oltranza e a Roger occorrono 50 ace, 107 colpi vincenti e 77 games per riuscire ad avere la meglio su A-Rod che getta alle ortiche il secondo set, un rimpianto che gli rimarrà per tutta la vita. Per Federer lo storico 15° titolo del Grande Slam.
2009 US Open, F: del Potro b. Federer 3-6 7-6 4-6 7-6 6-2
Se a luglio la buona sorte aveva aiutato Roger a spuntarla, a settembre invece è lui a gettare via l’occasione di un sesto titolo consecutivo a New York. Roger è avanti 2 set a 1 e sembra poter chiudere nel quarto contro il potentissimo ragazzo argentino, Juan Martin del Potro. L’argentino si issa al tie-break del quarto set, lo vince per 7 punti a 4 e poi domina il quinto set contro un Federer ormai sulle gambe.
2010 Australian Open, F: Federer b. Murray 6-3 6-4 7-6
L’appuntamento con lo Slam N.16 è solo rimandato di pochi mesi: Federer torna a conquistare l’Australian Open dopo 3 anni superando Andy Murray in una finale più lottata rispetto a quella di NY di due anni prima. Lo scozzese è decisamente migliorato ma ancora una volta si schianta contro la capacità di variazione e di accelerazione improvvisa del campione svizzero. Murray spreca 5 set point e un vantaggio di 5 giochi a 2 nel terzo set.
2011 Roland Garros, F: Nadal b. Federer 7-5 7-6 5-7 6-1
Non bastano 64 vincenti a 43 a Roger Federer. Lo svizzero non ripete la prestazione stellare della semifinale con Djokovic, incappa in 56 errori gratuiti (contro 24) e raccoglie appena il 38% di punti con la seconda. Federer illude se stesso e la platea parigina fino al 5-2, fino al set point che si gioca con un dropshot carico di sidespin che finisce largo di poco. Lo svizzero cala al servizio, accorcia dal lato del rovescio e perde sette giochi di fila, fino al 2-0 Nadal nel secondo. Sull’1-3 lo svizzero, sotto 15-40, trova due ace provvidenziali per evitare il doppio break e riesce ad impattare sul 4-4. Nadal controbrekka, ha un set point che se ne va insieme a un dritto deviato dal nastro. Dopo una breve interruzione per pioggia, Nadal spreca un secondo set point e si va al tie-break: il dritto però tradisce Federer e Nadal chiude 7-3. Il break a zero con cui Nadal allunga 4-2 nel terzo sembra chiudere la partita, ma Federer torna a giocare come all’inizio, ritrova servizio e variazioni, breakka due volte e porta il match al quarto. Lo svizzero va subito 0-40 sul servizio di Rafa nel primo game, ma non trova il break. Nel gioco successivo va lui sotto 0-40, l’esito però è diverso. E Rafa si avvia deciso verso il decimo Slam della carriera.
2012 Wimbledon, F: Federer b. Murray 4-6 7-5 6-3 6-4
Federer torna in finale a Wimbledon dopo 3 anni, un’eternità per lui ma stavolta è proprio Roger a trovarsi di fronte un giocatore che ha un appuntamento con la Storia: Andy Murray cerca di diventare il primo britannico dal 1936 a vincere i Championships. Si porta avanti di un set ma la breve sospensione per pioggia volta a chiudere il tetto sveglia un Federer fino a quel punto abbastanza passivo. Dopo aver vinto il secondo, Federer va in crescendo mentre Murray lentamente si spegne. Roger eguaglia così il record di Pete Sampras che sembrava destinato a durare più a lungo. Murray dovrà attendere solo un altro anno per realizzare finalmente il sogno.
2014 Wimbledon, F: Djokovic b. Federer 6-7 6-4 7-6 5-7 6-4
È la finale che tutti aspettavano, il numero 1 del ranking contro il Re dei prati dell’All England Club. Per Federer l’occasione della vita, forse una delle poche altre chance di vincere un altro Slam, dove più si sente a suo agio, dove lo vuole vincere di più, dove ne ha già conquistati 7: a Wimbledon. Il pubblico li accoglie in campo con un’ovazione di rara intensità. Il primo set è un parziale dove i due si studiano, elaborano una tattica, sono ancora in fase precauzionale. I servizi si susseguono con poche difficoltà ed il tie-break arriva a sentenziarne la fine. Benché Djokovic non demeriti, lo vince Federer, mandando in visibilio la platea, che vuole la favola più di quanto lo voglia lo stesso Federer. Ma Djokovic non è il numero 1 del mondo per caso. Nei successivi due set cambia ritmo, alza il livello e soggioga Federer. Un solo break ed il serbo pareggia il conto del set gestendo la situazione. Il terzo si trascina anche esso al tie-break, ma lo svizzero non tira fuori il meglio di sé e con qualche errore evitabile consegna anche questo parziale. È proprio sotto 2-1 che la partita sembra segnata. Nessuno scommetterebbe un centesimo su Federer quando Djokovic si ritrova in vantaggio 5-2 nel quarto set. È proprio allora che Federer compie l’impossibile. In trance agonistica recupera sul 5-5 e con uno sforzo fisico, tecnico e soprattutto di cuore riesce ad infilare altri due game per trascinare la partita al 5° set tra il boato del pubblico e l’incredulità generale. Trascinare è il termine azzeccato, proprio perché Federer aveva già compiuto il miracolo e nessuno pensa che possa reggere un altro parziale, se non grazie ad un crollo psicologico di Djokovic. Ed infatti la sensazione durante tutto il quinto set è che lo svizzero possa crollare da un momento all’altro. Salva qualche palla break con delle magie ma poi capitola definitivamente sotto 5-4, quando scaraventa un rovescio in rete. Il campione è Djokovic, che si accuccia a mangiare un ciuffo d’erba per festeggiare il 2° Wimbledon, ma l’eroe rimane Federer, che si prende tutta l’ovazione e la commozione del pubblico.
2015 Wimbledon, F: Djokovic b. Federer 7-6 6-7 6-4 6-3
La rivincita dell’anno successivo è molto meno emozionante: il livello di Djokovic ha raggiunto altezze siderali e Federer non riesce a stare a ruota nemmeno sui sacri prati londinesi. Vince di pura voglia e talento il tie-break del secondo set ma la qualità della risposta del serbo è assoluta e con un break per set vince il suo terzo titolo a Wimbledon. Per Federer l’ottavo Wimbledon sembra stregato.
2015 US Open, F: Djokovic b. Federer 6-4 5-7 6-4 6-4
A Flushing Meadows la situazione cambia: il livello di gioco di Federer è salito ancora e quando si ritrova di nuovo il cannibale Djokovic sulla sua strada non ha ancora perso un set nel torneo. Come spesso gli è accaduto in carriera Roger manca una marea di palle break, saranno addirittura 19 su 23 quelle non sfruttate. Troppe per sperare di poter vincere contro questo Djokovic che torna a vincere a NY dopo 4 anni lanciandosi poi verso quello che diventerà il “Nole Slam” a Parigi nel giugno dell’anno successsivo.
2017 Australian Open, F: Federer b. Nadal 6-4 3-6 6-1 3-6 6-3
Non c’era mai stato un anno di pausa dal “Fedal”, fino al 2016. E non c’era mai stato neppure un anno senza trofei vinti per Federer, dal 2001 sempre fino al 2016. I dominatori del circuito sembrano essere diventati altri, i giovani già sgomitano per prendere i posti migliori. E invece al sole di Melbourne Roger e Rafa ritrovano nuova vita, la più quotata concorrenza inciampa e la finale è di quelle in cui speri, ma che non ti aspetteresti mai. La finale è loro. Nadal viene da un trapianto di capelli e dalla semifinale-massacro contro Dimitrov, Federer da quella non meno intensa contro Wawrinka e dalla nuova cura Ljubicic, che sembra averlo reso più aggressivo che mai. La distanza del tre su cinque spinge per il maiorchino, la rapidità del campo (eccessiva, per qualcuno degli eliminati) per il basilese. Finisce in un modo che non si può sintetizzare in due righe, con Federer che rimonta il break di svantaggio al quinto set e sul match point sconfigge anche il suo secondo acerrimo rivale, l’Occhio di Falco. “Se nel tennis esistesse il pareggio, oggi lo avrei accettato” dice nel discorso di premiazione. Sembrano i titoli di coda più sfarzosi possibili.
2017 Wimbledon, F: Federer b. Cilic 6-3 6-1 6-4
A quasi 36 anni Federer si toglie lo sfizio di vincere Wimbledon senza perdere un set come non gli era mai riuscito in carriera. Si tratta dello storico successo N.8 a Church Road che lo porta a detenere il record assoluto per il più antico e prestigioso torneo del mondo. Il suo avversario in finale è lo stesso che affronterà tra poche ore nella sua trentesima finale Slam. Marin Cilic parte bene ma quando manca l’opportunità di andare avanti di un break a metà primo set per poi cedere il servizio in quello successivo, sembra cedere sia a livello mentale che fisico. Un problema al piede sembra impedirgli di muoversi come vorrebbe e così la sua finale non decolla anzi precipita piuttosto rapidamente. Per Federer si tratta del 19° titolo del Grande Slam, una cifra pazzesca di per sé, ma si sa che quelle tonde danno sempre più soddisfazione.