Sono giorni decisivi per la sorte delle quattro razze, quando il Cavaliere Rosato e Uncinato, uscito tranquillo in sella al fedele SalaMoya per giro di ricognizione, nota sul ciglio della strada la lunga sagoma di Cilicio, monaco trappista che elemosina, schivo e taciturno, un misero pezzo di pane. Mosso a compassione dal povero cistercense che calza laceri sandali da cui s’intravedono vistose, dolorose vesciche dovute al gran cammino, il guerriero smanicato scende repentino da cavallo per allungare al prelato due mele mature quando, nel mettere il piede in terreno troppo duro (ben diverso dall’amata, vermiglia terra dell’assolata patria o dal fango del Rolangar), si procura grave e dolorosa contrattura, restando immobile a terra. Il buon monaco, con ghigno tutt’altro che caritatevole, lo lascia in quell’ignominioso stato e si allontana palleggiando soddisfatto con i due insperati, succosi pomi. Intanto il Mago Grigor, gonfio di superbia per il recente diploma di maestro, sottovaluta il collega stregone Edmunch, famoso in quelle lande per il suo agghiacciante urlo, che gli rifila tre sonori ceffoni rispedendolo a casa a ripassare filtri, misture e pozioni magiche. Stessa amara sorte, ahilei, tocca alla fatina Elina: allontanatasi pericolosamente dai boschi in cui solitamente vive ed avventuratasi nella sconosciuta, malsicura pianura di Slam, cade rovinosamente. Sfuma così il sogno di arrivare, magari nuda, all’agognata meta!