dal nostro inviato a Montpellier
COL COLLETTO ALL’INSÙ – Otto volte il Court Patrice Dominguez, campo centrale dell’Arena di Montpellier il cui nome è un tributo al compianto tennista francese (scomparso nel 2015) ex direttore del torneo, ha ospitato un incontro inaugurale. Solo una volta, nel 2016 (ad aprire furono Sascha Zverev e il nostro Luca Vanni), non c’era in campo un francese. La regola è stata prontamente ripristinata nella scorsa edizione e mantenuta per il Paire-Zverev che ha aperto ufficialmente l’Open Sud de France 2018. Zverev quello più anzianotto e meno promettente, il mancino Mischa che oggi non si è portato dietro tutta la combattività che un match del circuito maggiore richiederebbe: a prendersi la scena è stato quindi Benoit Paire, inamidatissimo colletto alzato al seguito. Il tennista cui si affida Lacoste per mettere in mostra i propri panni in assenza di quellochedovrebbevinceregliSlam (ma ahinoi, e ahilui, è alle prese con guai al gomito) vince una partita 100% ‘Lacoste’. Ritmi cadenzati, dritti con swing che riportano indietro di mezzo secolo, cambi di rotazione ed esecuzioni di puro ingegno (quasi tutte francesi). In questa partita Mischa Zverev gioca ad allenare il passante del suo avversario, e dopo un paio di game lo ha già messo in palla: Benoit passa di dritto e di rovescio, incrociato e lungolinea, e non gli costano molto dolore quei dritti scentrati frutto di un’esecuzione che storicamente si porta dietro qualche difetto.
Il rovescio invece no, quello fila e condanna Zverev a una sconfitta inodore, insapore e tutta uguale. Paire non rischia praticamente mai sul suo servizio, ad eccezione di un game nel secondo parziale, e sia nel primo che nel secondo fallisce occasione di break sul 4-3 per poi piazzare la zampata sul 5-4. Una volée di dritto gli vale il primo set, un gratuito del suo avversario vale il passaggio al secondo turno: a fine partita Benoit dirà di sentirsi felice e che ‘la vita è bella‘, che non basta pronunciarlo per vincere l’Oscar però sugli spalti in molti glielo darebbero. Compresa (soprattutto) un’innamorata ragazzina in tenuta blu acceso che un paio di volte fa partire l’applauso d’incoraggiamento per il suo beniamino, lasciando in chi le sta attorno la sensazione che avrebbe tenuto per Paire anche se avesse saputo giocare molto meno bene a tennis.
RUBLEV È IL FAVORITO? – Nel secondo e ultimo match di giornata sorrisi pochi, ma sostanza tanta. Andrey Rublev rifila altri due 6-4 a Guillermo Garcia-Lopez e si regala un secondo turno contro Chardy o Tsitsipas: inutile dire con chi sarebbe più interessante vederlo giocare. Persuasi ormai che non si potesse vincere un set che con il punteggio di 6-4, oggi, gli spettatori hanno ammirato tutta la cattiveria agonista del ventenne di Mosca. Il russo è giocatore ormai formato, con qualche carenza che per adesso ancora ne limita l’esplosione totale ma potrebbe presto cadere al cospetto di un dritto francamente incontenibile e di un servizio ormai strutturatissimo. Rublev appare al 90% della sua crescita sotto il profilo degli spostamenti verticali; anche quando avanza e può colpire di rimbalzo – al volo c’è da migliorare – non sbaglia praticamente mai. Orizzontalmente perde di tanto in tanto la trebisonda, andando fuori equilibrio, per la verità più con il dritto che è colpo con il quale sente – a ragione – di poter tirare un vincente ad ogni punto.
In generale la sensazione è che Rublev potrà lottare per la vittoria di questo titolo e in futuro potrà contenderne di ancora più importanti, specie se mantiene questa concentrazione sul campo: ha recitato alla perfezione il ruolo del favorito che deve scrollarsi di dosso la ‘pratica primo turno’, tentennando un po’ solo nel secondo set quando si è fatto rimontare dopo essersi involato sul 3-1. Garcia-Lopez non ha neanche sfigurato, ricordando agli appassionati meno attenti di possedere un rovescio di grande eleganza – lo ricorda certamente Wawrinka, che ci ha perso un primo turno al Roland Garros. È stato purtroppo costretto a disegnare il campo per vincere ogni singolo punto, laddove al suo avversario ‘bastava’ azionare il cannone per rovesciare le sorti dello scambio. Che ci vuoi fare, sono ragazzi.
I QUALIFICATI – A precedere i due incontri del main draw sono andate in scena le quattro finali del tabellone cadetto. Ha passato l’ultimo ostacolo lo spagnolo Carlos Taberner, che alla sua ‘prima’ in carriera in un tabellone ATP ha pescato piuttosto bene poiché incontrerà l’altro qualificato Norbert Gombos; il terzo nome è quello del tedesco Yannick Maden, dal rovescio tesissimo che per preparazione ricorda un po’ quello di Florian Mayer. Chiude il quartetto dei qualificati il gargantuesco Kenny De Schepper, due metri di super-servizio che si sono abbattuti sulle flebili resistenze di Jaume Munar. Il francese diventa l’undicesimo giocatore di casa nel tabellone dell’Open Sud de France 2018 e affronterà nell’unico derby di primo turno Pierugo Herbert. Domani, comunque, si fa un po’ più sul serio: cinque incontri di tabellone principale con in campo Tsitsipas, Simon e Ferrer (opposto a Khachanov). Per i primi quattro della classe, esentati dal primo turno, si dovrà attendere mercoledì.
Risultati:
Qualificazione
Y. Maden b. V. Millot 5-7 7-6(3) 6-1
C. Taberner b. M. Trungelliti 4-6 6-2 6-4
N. Gombos b. R. Ojeda Lara 6-2 6-2
K. De Schepper b. J. Munar 6-1 6-4
Tabellone principale
B. Paire b. M. Zverev 6-4 6-4
[6] A. Rublev b. G. Garcia Lopez 6-4 6-4