Un numero uno, per un numero uno. In campo il re è Federer, ma quando il palcoscenico cambia c’è chi può dire di essere in vantaggio. Davide Oldani, 50 anni, stellato chef milanese, è il mentore di Roger nello spot Barilla che ha fatto parlare l’intero mondo del tennis e non solo. È lui che sulle note di un discusso e coinvolgente sirtaki insegna allo svizzero come realizzare un perfetto spaghetto al pomodoro, severo e attento nel suo immacolato camice. Oldani parla con voce sicura, bassa ma sostenuta, mentre racconta il prodotto Barilla confezionato con Federer. “Un lavoro più che ben fatto. Erano anni che Barilla non dedicava 120 secondi a uno spot, e ha scelto due persone che hanno un approccio simile a ciò che fanno. Un rapporto etico pulito e determinato con la propria vita. Sia Roger che io mettiamo ogni goccia di noi nelle nostre attività”. “Lavorare con la famiglia Barilla è stata un’esperienza importante anche da un punto di vista personale, sono una realtà di punta in Italia e nel mondo. E l’esposizione mediatica dello spot è risultata molto elegante”.
Oldani è tutt’altro che digiuno di sport: da ragazzo ha conosciuto i campi di calcio della serie C con la Rhodense, prima di un brutto infortunio e del bivio definitivo che lo ha portato a scegliere per la cucina. Anche il tennis è parte integrante della sua vita, e con Federer gli scambi sono venuti naturali: “Sono cresciuto nel mito di Borg, ammetto che per me il primo rovescio è stato quello a due mani, da robot, completamente diverso da Roger. Durante le riprese abbiamo parlato molto ed è stato interessante poter comunicare dei nostri ambiti. Io gli chiedevo del tennis, lui mi faceva domande sulla cucina“. In una conferenza stampa in Australia Federer ha ammesso che la parte più difficile del girato è stata quella conclusiva, quando ha dovuto centrare il piatto con una foglia di menta: le riprese hanno portato via complessivamente una decina di ore, in una due giorni trascorso a Osnago, in Brianza, che per l’occasione era stata blindata. “Roger è una persona estremamente intelligente: si è messo in gioco, ha voluto la tenuta da chef, è stato al contempo molto umile e molto professionale“.
D’O è il nome del ristorante di Oldani, aperto a Cornaredo nel 2003: la sua cucina pop si nutre di materie prime povere, trattate e valorizzate grazie ad una sapiente tecnica. Sotto lo sguardo dello chef anche un semplice, ma non banale piatto di pasta può diventare concetto di valore, specialmente per le sue proprietà: “La pasta è un alimento completo, un carboidrato sostenibile e intelligente, perché può rendere molto. Ma non sono un dietologo!”, tiene a specificare. POP è anche l’acronimo di Point of Presence, il punto di accesso alla rete: il prodotto Oldani è accessibile al pubblico, facile, fruibile, e lo stesso Davide è studioso e esponente di una filosofia di marketing, esposta anche all’Università Cattolica di Milano, in lezioni di marketing destrutturato. Da esperto, quindi, non ha dubbi: “Sarebbe scorretto definire Federer come macchina da soldi, brand, esperimento di marketing”. Federer ha firmato un accordo multimilionario con Barilla, per una cifra che si diceva potesse aggirarsi attorno ai 40 milioni di euro. “È in realtà una persona dalle idee chiarissime, che dà il massimo in quello che fa. E umanamente è quanto di più squisito possa esserci, è un grande uomo, prima ancora che un grande sportivo“.
Maestri leggendari come Alain Ducasse, Michel Roux e Gualtiero Marchesi descrivono Oldani con termini definiti: rigore, equilibrio, semplicità. E sono questi gli ingredienti fondamentali per avere successo anche nello sport, insieme a un elemento imprescindibile: “La concentrazione. È la chiave per poter innescare un circolo di eventi che portano al top. Solo con la concentrazione si può produrre il massimo dello sforzo e migliorare in allenamento, e di conseguenza ottenere quella serenità personale che può poi sfociare in tranquillità familiare. Federer ne è l’esempio: anche nel girare lo spot non si è distratto un attimo, e non è un caso che il suo nucleo familiare e di relazioni sia così solido. Borg, al contrario, era divorato da turbe interiori e si è ritirato prestissimo”.
Semplicità, ma anche innovazione. Uno dei dettagli più controversi dello spot Barilla riguarda la sostituzione del basilico con la menta. Oldani difende la propria scelta con sapienza, descrivendola come un’aggiunta fatta in base a criteri precisi, non uno sconvolgimento radicale. “Un’innovazione può essere ottenuta solo quando si ha cultura, conoscenza. Per utilizzare la menta ho preso in considerazione le caratteristiche mentolate del basilico, quindi non si tratta di un cambiamento estremo”. E Federer ha fatto lo stesso: “Il rovescio di Roger è esempio: soltanto conoscendo se stesso a fondo poteva guardarsi dentro e reinventarsi, innovarsi come ha fatto nell’ultima stagione. Comprendere il background, delle materie o di se stessi, è fondamentale”. Così Roger si è creato la ricetta perfetta per entrare ancora di più nella storia.