“Ho perso tre finali qui, è vero, questa è la seconda consecutiva. Ma non è stato facile arrivare ancora in fondo, ho comunque giocato un bel torneo“. Ha esordito così in conferenza stampa Richard Gasquet, che alla sesta finale consecutiva qui all’Open Sud de France è incappato nella terza sconfitta. La seconda contro un connazionale – nel 2014 perse contro Monfils – e anche la seconda consecutiva, in virtù dell’affermazione di Sascha Zverev ai suoi danni nella finale del 2017. Tra la finale di oggi e quella di 12 mesi fa c’è persino qualche similitudine, come gli viene fatto notare. Anche contro Zverev aveva perso il primo set al tie-break, prima di mollare un po’ gli ormeggi nel secondo parziale. “Sì, anche in quel caso ho affrontato un avversario che ha servito molto bene. Forse lo scorso anno ho avuto qualche chance in più, oggi Lucas è stato molto aggressivo. Mi aveva molto impressionato già contro Paire. La partita si è un po’ decisa al tie-break”.
A voler trovare gli aspetti positivi, però, il francese conferma i punti che aveva in classifica e può guardare al futuro con rinnovato ottimismo, in relazione a una condizione fisica che sembra certamente in via di miglioramento rispetto alla scorsa stagione. “Adesso andrò a Rotterdam, partirò domani. Sento che il fisico va bene. È un torneo molto importante con un campo partecipanti notevolissimo“. Il suo esordio nell’ATP 500 olandese sarà contro Pierre-Hugues Herbert, che per curioso scherzo del destino Richard ha già affrontato e battuto in questo torneo. I due condividono anche l’allenatore, Fabrice Santoro. La sua programmazione dovrebbe poi proseguire con Dubai e i 1000 statunitensi -“No, dopo Rotterdam non andrò a Marsiglia“- e quindi con l’approdo sulla terra rossa, superficie che per Gasquet rimane la preferita. Del resto lo ha confermato a più riprese anche il suo coach, Thierry Tulasne, nel corso di questo torneo.
Prevedibilmente raggiante Lucas Pouille, che porta in sala conferenze anche il trofeo appena conquistato. “Sì, sicuramente oggi ho giocato un match migliore di quello di ieri. Ho servito con grande attenzione e Richard non ha mai avuto l’occasione di breakkarmi“. Il riferimento all’incontro di ieri è d’obbligo, poiché Lucas oltre ad essere stato praticamente ‘graziato’ dal ritiro di Tsonga, era sopravvissuto anche a due match point. Si tratta della terza volta in carriera – su cinque trofei sollevati – che vince un torneo dopo essere stato a un punto dall’eliminazione. Era successo già a Budapest e Stoccarda nella scorsa stagione. “Sì, in effetti è una circostanza piuttosto particolare“, sorride. La trasformazione tra ieri e oggi è stata comunque piuttosto netta, soprattutto al servizio dove è stato effettivamente inattaccabile per il suo avversario.
Anche per Pouille la programmazione proseguirà a Rotterdam, ma il suo primo turno sarà ben più impegnativo: dovrà esordire infatti contro Andrey Rublev, che ha visto esibirsi anche qui a Montpellier e non ha mai affrontato in carriera. “È una sfida molto complicata, cercherò di arrivare pronto. Conosco il suo tennis e mi ha sempre impressionato“. Nel futuro però c’è anche tanta ambizione. “L’obiettivo per quest’anno è entrare in top 10“. Per il 2019, invece, una certezza: tornerà a Montpellier a difendere il titolo appena conquistato. “Ci sarò sicuramente, e sarà un piacere“.