da Rotterdam, il nostro inviato
NON ERA L’ULTIMO? – Doveva essere la sera di Federer, dell’avvio della campagna olandese verso la riconquista del trono mondiale. Ma dopo l’allenamento agonistico dello svizzero contro il modesto Davisman belga Ruben Bemelmans, è intervenuto Andreas Seppi a rubare la scena. Due set di rara solidità, nonostante l’usuale partenza a handicap, per battere l’astro nascente (anche già affermato) Alexander Zverev, numero 4 del mondo e primo candidato a giocare la semifinale contro Federer. L’azzurro soffre all’inizio per poi iniziare a macinare scambi e risposte, entrando in partita con pazienza e sagacia tattica, approfittando anche di uno Zverev tutt’altro che al top della forma. Sascha aveva lamentato problemi con la gestione del jet lag nei giorni scorsi, e il suo linguaggio del corpo lasciava trasparire una certa indolenza e mancanza di tonicità muscolare. E pensare che Seppi non avrebbe nemmeno dovuto esserci: sconfitto in qualificazioni da Martin Klizan, è stato ripescato dopo il forfait di Jo Wilfried Tsonga. Questo sarà l’ultimo torneo prima di una pausa preventiva per curare le anche. Di certo vuole giocarselo fino in fondo.
SAN VALENTINO – Seppi inizia subendo il break a freddo, ma dal 1-3 inanella quattro giochi in fila, per poi chiudere qualche istante più tardi dopo un ulteriore scambio di regali. Zverev serve a due marce in più, ma perde varietà progressivamente: Seppi ne approfitta martellando sul dritto (“Avevo capito non fosse la sua giornata in quell’angolo”), riuscendo a leggere le traiettorie in risposta e costringendo l’avversario sulla difensiva fin da subito. Il secondo set è gestito con maestria, poi lo strappo decisivo nel cuore della frazione, quando ormai Zverev era già completamente fuori ritmo: bravissimo Andreas a tenere il servizio nonostante due palle break pesantissime nel gioco successivo. È appena la quinta vittoria in carriera (in 52 occasioni) contro un top 5 per Seppi, che proprio qui aveva battuto Rafael Nadal in ottavi, ormai dieci anni fa. La moglie Michaela è in piedi con le mani nei capelli: “Come no, glielo avevo promesso per San Valentino…”
ROGER, FISICO BESTIALE – L’incontro di Federer non regala particolari emozioni, Bemelmans, 116 ATP, qualificatosi con un percorso netto (battuti Istomin e il talento local Van Rijthoven) non ha armi per proporre soluzioni incisive e la sua classifica tutto sommato rispecchia quanto visto in campo: bastano 47 minuti per la stretta di mano. Il boato della Ahoy Arena abbraccia lo svizzero, al ritorno qui dopo cinque anni di assenza (perse in quarti di finale contro Benneteau nel 2013). Per prepararsi al meglio, Federer aveva richiesto per due giorni consecutivi di allenarsi con giocatori mancini, scambiando con Feliciano Lopez e Mischa Zverev. Scene di ordinaria follia durante le sessioni di pratica, con il pubblico, oggi composto in gran parte di bambini in occasione del Kid’s Day, che arriva addirittura ad arrampicarsi sulle mensole degli stand circostanti. Federer dimostra ancora una volta una condizione atletica fuori dal comune, volando senza sudare per il campo anche quando gli scambi appaiono segnati. Un paio di recuperi su drop shot o palle deviate dal nastro denotano non solo brillantezza fisica, ma anche una vivissima voglia di competere e vincere, sempre e comunque. Il dritto e il servizio viaggiano, il rovescio fa male e toglie il tempo all’avversario quando è anticipato: quanto basta per superare Bemelmans nel loro confronto inaugurale. Il test di stasera non è probante, ma davvero lo spirito e l’esplosività sembrano quelle di un ventenne. Federer centra quindi l’ottava vittoria stagionale, la dodicesima se si contano anche i singolari di Hopman Cup a inizio gennaio. Al secondo turno troverà Philip Kohlschreiber, con cui è in vantaggio 12-0 nei precedenti: due vittorie, e sarà di nuovo storia.
DIMITROV, LIVING ON MY OWN – Numero 5 del mondo, ex numero 3, Maestro in carica dopo le Finals vinte lo scorso novembre. Eppure l’attenzione per Grigor Dimitrov è al minimo, a causa ovviamente dell’ingombrante presenza di Federer: “Non me ne curo troppo, a essere onesto. Se sono qui lo merito, come tutti quelli che giocano tabelloni di questo livello. Non ho più niente da dimostrare a nessuno, adesso la sfida è solo contro me stesso” dice Grisha dopo il suo successo al primo turno. Due set divertenti contro il giapponese Sugita, che nel secondo era arrivato a servire sul 5-4 prima di subire la prepotente reazione di Dimitrov, che chiude al tie-break. Buone le condizioni del bulgaro, forse non al top dal punto di vista della mobilità laterale, che lo costringe più volte ad un passo in allungo decisivo ai fini della precisione dei colpi. Splendide e fluide comunque le sbracciate, frutto della meticolosa cura con cui il coach Vallverdu lo sottopone a rigorose sessioni di allenamento: in mattinata si erano visti entrambi su uno dei practice courts, intenti a sistemare un tubo di palle da utilizzare come bersaglio per i colpi da fondo. Terzo successo in carriera contro Sugita, che arrivava sulla scia della sua prima vittoria in carriera contro un top 10 (Sock, Melbourne). Dimitrov è alla ricerca della sua prima finale stagionale, e al secondo turno avrà Filip Krajinovic: “Non sono stato al meglio ultimamente, anche in Australia ho fatto fatica. Un periodo un po’ negativo, nulla di preoccupante. Ho dovuto gestire anche un dolore alla spalla, ma ora sto meglio”.
ARANCIA MECCANICA PER ROGER – Federer giocherebbe eventualmente il fatidico quarto di finale contro un olandese. Il più quotato sembra essere Robin Haase, trentenne numero 42 ATP con best ranking di 33, e due titoli in bacheca (curiosamente entrambi a Kitzbüel, in due edizioni consecutive). Il tulipano, grande amico di Roger e suo compagno di allenamenti a Dubai, giocherà il secondo derby in fila: ha già vinto uno scontro fratricida al primo turno, senza problema alcuno contro De Bakker, pur avendo rivelato di essere influenzato e di essere stato indeciso fino all’ultimo circa la propria partecipazione. De Bakker, vincitore di Wimbledon Juniores nel 2006 e wild card qui, è a mani basse il più grande rimpianto degli ultimi decenni in terra olandese. Etichettato come futuro fenomeno, è andato via via perdendosi fino a sprofondare oltre la trecentesima posizione, sebbene si sia rivisto recentemente in Davis con la bella e inutile vittoria contro Mannarino. Haase affronterà quindi Tallon Griekspoor, che ha ottenuto la prima vittoria in carriera nel circuito maggiore superando Wawrinka all’esordio.
DÉBÂCLE FRANCESE – Erano quattro i francesi in griglia di partenza, addirittura sei fino a un paio di giorni prima dell’inizio del torneo. Tutti osservati speciali considerata la prossima sfida di Davis contro l’Italia, e la sorte è stata finora tutt’altro che loro amica. Al forfeit di Jo-Wilfried Tsonga ha fatto seguito quello di Benoit Paire, sostituito dal connazionale Mahut e già sconfitto al primo turno. È rimasto in gara solo Pierre-Hugues Herbert, se non altro perché coinvolto in un derby contro Richard Gasquet. Herbert, iscritto proprio con Mahut anche al doppio, aveva perso il recentissimo precedente di Montpellier, ma ha approfittato del ritiro dell’avversario dopo appena quattro giochi a causa di un dolore all’inguine, evidentemente figlio delle fatiche della scorsa settimana. Gasquet veniva infatti dalla finale di Montpellier, persa contro l’altro blue Lucas Pouille, a sua volta sconfitto all’esordio qui ed evidentemente affaticato: la firma è di Andrey Rublev, che ha sommerso Lucas di accelerazioni e passanti, dimostrando ancora una volta un’incredibile capacità di generare potenza apparentemente senza sforzo, specialmente con il dritto. Ottima prova del russo anche da un punto di vista caratteriale, data la partenza a handicap nel primo set (1-4). Al prossimo turno avrà Damir Dzumhur, vittorioso sul sorprendente finalista di Sofia, Marius Copil.
TOP PLAYERS – Gli altri favoriti confermano i pronostici sulla carta. David Goffin si concede una seconda passeggiata di salute: dopo l’agile esordio con Mahut, anche il match con Feliciano Lopez si rivela per nulla ostico. 6-1 6-3 di forza, con lo spagnolo che non riesce ad arginare la verve geometrica dell’avversario, bravo a impallinarlo praticamente a ogni sortita a rete. Comodo il successo di Tomas Berdych su Viktor Troicki, a conferma di quanto di buono già fatto vedere a Melbourne: 6-1 6-2 di dominio sul campo 1, mentre trenta meri più in là, oltre il tendaggio nero, andava in scena il delirio per l’allenamento di Federer.
Risultati:
Primo turno
[1/WC ] R. Federer b. [Q] R. Bemelmans 6-1 6-2
A. Rublev b. [7] L. Pouille 7-5 6-4
[Q] P. H. Herbert b. R. Gasquet 3-1 rit.
D. Dzumhur b. [SE] M. Copil 6-4 6-4
[2] G. Dimitrov b. Y. Sugita 6-4 7-6(5)
R. Haase b. [WC] T. De Bakker 6-2 6-2
Secondo turno
[4] D. Goffin b. F. Lopez 6-1 6-3
[LL] A. Seppi b. [3] A. Zverev 6-4 6-3
[6] T. Berdych b. V. Troicki 6-1 6-2