Dopo il diluvio di mercoledì che ha lasciato Cilic e Monfils fra color che son sospesi, riprendono gli ottavi di finale sui campi del Jockey Club Brasileiro. Anche giovedì non sono mancati i fuori programma, soprattutto nel match di Fabio Fognini…
FOGNINI A STRAPPI – Alle 17.30 locali tocca a Fabio. Gioca contro Tennys Sandgren (60 ATP), uno scorbutico da affrontare. Fisico resistente, ottimo servizio, non possiede colpi a chiudere ma è paziente e corre su ogni palla senza regalare punti facili. E per di più si tratta di una prima volta, con tutte le insidie del caso. Primo set spinoso per Fabio che lo perde un attimo dopo averlo recuperato. Entra in campo deciso e va subito a palla break. Annullata con il servizio. Gioca vicino alla riga di fondo e cerca traiettorie corte in cross visto che l’altro è quattro metri dietro. Tattica giustissima che purtroppo naufraga nei troppi errori. Più di una volta lo si è visto padrone dello scambio ma fallire il colpo di grazia. Un passaggio a vuoto, concluso con volée out dopo ottimo attacco in controtempo gli costa il break e con quella sicurezza Sandgren ha buon gioco a volare 5-2 con servizio (tre aces in un game) e gran ritmo. Fognini va a strappi ma quando gira bene per l’altro è notte fonda. Ha più soluzioni nel braccio rispetto all’avversario e le utilizza al meglio nel nono gioco per brekkare a sua volta col dritto a uscire. Quando va a servire subito dopo però ci si mette anche un poco di sfortuna. Un vincente uscito di poco e un falso rimbalzo gli costano due punti. Probabilmente il nervosismo è responsabile del doppio fallo del 15-40. Il recupero non riesce e a farne le spese è la racchetta. Sandgren ha i suoi meriti però. Si è mostrato solido, ha colpito sempre forte e ha saputo dimenticare in fretta il servizio perso a fine primo set.
IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO – Fognini possiede il tennis per batterlo, si tratta solo di giocarlo con più costanza. In avvio di secondo il nostro si ricorda forse di aver dominato Murray sulla terra e della vittoria contro Nadal a Flushing Meadow. Ci mette pazienza, riduce gli errori di dritto e nel quinto gioco viene premiato. Sandgren serve e regala il primo punto buttando fuori a campo aperto. Fabio coglie l’attimo, vola 0-40 con uno smash, si prende il vantaggio e lo difende fino al 6-4 che vale il pareggio. Difende è la parola giusta perché in un game spezzettato da due discese dell’arbitro Bernardes va prima 30-0 per poi trovarsi 30-40 tradito ancora dal dritto. Qui è bravissimo. Attacca lui e due smash – il primo col brivido, il secondo difficile e colpito con coraggio – più un servizio ben piazzato gli consegnano il set. Fabio si stabilizza su un buon livello, non manca qualche incertezza con dritto e battuta ma il gioco lo comanda lui e Sandgren deve annullare una palla break con un ace esterno. Poi uno scatto di nervi. Bernardes gli aveva già assegnato un penalty point poco prima e nel settimo gioco, dopo un ace esterno dello statunitense, Fognini si rivolge all’arbitro a muso duro. Alcune frasi sono chiare anche in tv: “Ma dove ti hanno preso? Ti giuro su mio figlio che è l’ultima volta che stai con me in campo. Altro che Nadal”, che con Bernardes si era “beccato” sempre a Rio, nel 2015.
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FABIO ANNULLA MATCH POINT E VA AI QUARTI – Tempi bui per il brasiliano. Fognini comunque non risente del fatto e pareggia a quattro poi a cinque. Forse come McEnroe ha bisogno della polemica per caricarsi e dare il meglio. La faccenda si è fatta difficile perché anche lo statunitense lotta bene e ottiene dal servizio punti facili che sono manna in un incontro lungo. È il tie break a decidere tutto e Fognini lo gioca splendidamente. Risposta più drop, passante nei piedi e prima palla lo portano ad un agile 3-0. Poi un punto magico. Sandgren recupera in lob non si sa come una smorzata, il nostro corre all’indietro mentre l’avversario attende a rete e piazza un lob liftato di polso sulla riga. È il 4-2 ma quello non muore mai, recupera e due erroracci gli valgono un match point che si gioca sparando tre cannonate in fila. Tornano tutte indietro perché Fabio non vuole perdere, non stasera. La quarta finisce sui teloni. Sandgren ha dato tutto e cede un altro punto con un molle rovescio in rete prima della perla che chiude l’incontro, una smorzata di rovescio giocata dall’angolo sinistro che cade dieci centimetri oltre il net. Sandgren arriva quasi al terzo rimbalzo e prosegue la corsa negli spogliatoi. Vittoria significativa, voluta e meritata (polemica esclusa). Sia per la qualità dell’avversario che per il fatto di aver saputo giocare bene quando contava.
GAEL CHIUDE, FERNANDO IN RIMONTA – Dopo la battaglia di Fognini si conclude il match fra Cilic (3 ATP, tds 1) e Monfils (39). Gael chiude la terza vittoria in altrettanti incontri col croato aggiudicandosi per 10 punti a 8 il tie brek interrotto ieri sul punteggio di 7 pari. sul Quadra 1 si decide il nome del suo avversario nei quarti. Sarà Fernando Verdasco (40 ATP, tds 8), che si distrae nel primo set causa scarsa efficacia al servizio e lo perde al tie-break contro Nicolas Kicker (86 ATP). Poi si mette a giocare come sa e chiude la pratica in poco più di un’ora cedendo solo due games.
CARRENO NON CI SIAMO, CUEVAS CI COVA – Sul Quadra Central il primo incrocio vedeva opposti Pablo Carreno Busta (11 ATP, tds 3) e Aljaz Bedene (43). La classifica mondiale gioca brutti tiri, i due sono più vicini di quel che sembra e infatti lo sloveno ripete il successo ottenuto al Roland Garros 2016. Fu una battaglia da 5 set e 52 games e per buona sorte dello scrivente stavolta non è andata così. È da un po’ che lo spagnolo non gioca bene ma il suo primo set è orrendo. Annega in un fiume di errori, compreso il doppio fallo che gli costa lo 0-3. Solo alla fine salva la faccia con due games consecutivi, prima che Bedene chiuda i conti con un paio di aces. Lo sloveno comanda comodo fino al 4-2 del secondo poi ha un calo netto e subisce rimonta e pareggio. Potrebbe risentirne invece è bravo a ripartire da capo. Prende ancora il comando dopo tre break consecutivi ad inizio decider e non lo molla più fino al giusto 6-2. In contemporanea sul Quadra 2 Pablo Cuevas (33 ATP, tds 7), il campione 2016, rispettava il pronostico sconfiggendo un altro brasiliano dopo Monteiro, quel Gastao Elias (114 ATP) che lo aveva sorpreso nell’unico precedente giocatosi a Umago. C’è lotta solo nel primo set, poi dal cinque pari l’uruguaiano mette a segno un parziale di otto giochi a uno e si guadagna il turno. Nota a margine. Entrambi gli incontri descritti sono stati interrotti per più di un’ora causa problemi all’illuminazione. In effetti fra nuvoloni neri e nebbia che nascondeva per metà il Pan de Azucar sembrava notte.
DOMINIC DI RIPOSO – In serata Dominic Thiem (6 ATP, tds 2) chiude il programma dei singolari sul Centrale. La buona sorte gli concede di fatto un turno di riposo perché nel primo set, sul punteggio di 4-2 in suo favore, il suo avversario Pablo Andujar abbandona il campo. Non riusciva più a servire, tanto che gli vengono chiamati due falli di piede consecutivi prima del ritiro per problemi alla spalla destra. La sfortuna sembra non voler abbandonare lo spagnolo.
Ecco l’elenco completo dei quarti di finale: Monfils-Schwartzman, Jarry-Cuevas, Fognini-Bedene, Verdasco-Thiem.
Risultati:
A. Bedene b. [3] P. Carreno Busta 6-2 5-7 6-2
G. Monfils b. [1] M. Cilic 6-3 7-6(8)
[2] D. Thiem b. P. Andujar 4-2 rit.
[5] F. Fognini b. T. Sandgren 4-6 6-4 7-6(6)
[8] F. Verdasco b. N. Kicker 6-7(3) 6-2 6-0
[7] P. Cuevas b. [LL] G. Elias 7-5 6-1