Daria Kasatkina ha perso la finale di Dubai contro Elina Svitolina: una sconfitta netta (6-4, 6-0), che però non cancella le indicazioni positive e le vittorie ottenute lungo la settimana. Ma, soprattutto, dalla trasferta araba Daria torna con il suo nuovo best ranking: grazie ai 305 punti conquistati, per la prima volta in carriera entra fra le prime 20 del mondo. A 21 anni ancora da compiere (è nata il 7 maggio 1997) direi che è arrivato il momento di provare a fare il punto della situazione. Cosa aspettarsi da lei per il futuro?
Kasatkina e le coetanee del 1997
Per iniziare a rispondere comincio con il più banale dei luoghi comuni: come passa in fretta il tempo. Mi sembra ieri quando avevo scritto una serie di articoli dedicati a cinque talenti emergenti del circuito, tutte giocatrici nate nel 1997; e invece manca poco perché si arrivi ai due anni. Ricordo le nostre discussioni, tanto che alla fine della stagione 2016 avevo deciso di integrare il tema con un articolo di sintesi e confronto, sempre riferito delle cinque giocatrici in questione. Erano, in ordine di nascita (da marzo 1997 a dicembre 1997): Bencic, Kasatkina, Ostapenko, Osaka, Konjuh.
Nel frattempo ciascuna di loro ha compiuto la propria strada, in parte confermando le speranze, in parte deludendole. Come quasi sempre nel tennis, ha fatto più fatica chi non è stata aiutata dalla salute. Belinda Bencic ha pagato un infortunio al polso sinistro (che l’ha obbligata all’intervento chirurgico) con una crisi che l’ha fatta sprofondare in classifica, ma negli ultimi mesi sta recuperando nel gioco e nel ranking.
Ana Konjuh non ha mai del tutto risolto i problemi al braccio destro, operato nel 2014, tanto da dover finire nuovamente sotto i ferri. Dopo essere salita sino al numero 20 del mondo, è ancora in convalescenza e inevitabilmente sta perdendo posizioni. La speranza è che possa tornare finalmente libera da condizionamenti fisici ed esprimere in pieno tutto il suo potenziale.
Naomi Osaka sta seguendo il percorso tipico di molti giovani talenti, in cui il filo conduttore sono gli alti e bassi: alterna giornate in cui esprime un tennis di livelli altissimi ad altre in cui quasi si sconfigge da sola. Agli Australian Open 2018 ha eliminato Ashleigh Barty con una prestazione straripante; ma poi non è stata in grado di ripetersi al turno successivo: contro Simona Halep mi ha quasi dato la sensazione di soffrire di soggezione. Situazione simile a Dubai: ottimo match con Mladenovic ma poi giornata opaca contro Svitolina.
Jelena Ostapenko grazie alla vittoria nello Slam parigino è uscita dai confini delle nostre discussioni “specialistiche”, per diventare un personaggio conosciuto a un numero di appassionati molto più ampio. C’è chi tende a ricondurre il suo 2017 esclusivamente al successo del Roland Garros, descrivendola come una giocatrice capace di due settimane irripetibili e basta.
Tesi che si smentisce con un semplice calcolo aritmetico: in questo momento nella classifica WTA Jelena ha 5000 punti esatti (non è un arrotondamento). Se anche le sottraessimo i 2000 punti della vittoria parigina, gliene rimarrebbero 3000, che valgono l’undicesimo posto in classifica. Due settimane fa con tremila punti sarebbe stata decima. Segno che il suo 2017 è stato molto consistente, al di là dell’impresa Slam.
Rimane da capire come assorbirà nei prossimi mesi il salto di status che i successi recenti hanno comportato, e lo stress dei punti in scadenza. Non è infrequente un periodo di crisi e di assestamento per chi compie ascese tanto repentine. Al momento, da numero 6 del mondo, è lei al comando fra le giocatrici sotto i 23 anni. Ma la seguono, in crescita, Barty (sedicesima) e proprio Kasatkina (ventesima).
Come detto, Daria è stata finalista a Dubai sabato scorso. E anche se ha vinto Svitolina, è stata soprattutto lei la protagonista degli ultimi giorni del torneo grazie alle vittorie drammatiche e rocambolesche negli ottavi e in semifinale, arrivate salvando match point sia contro Konta che contro Muguruza. Da fresca Top 20 Kasatkina sta provando a trovare una nuova collocazione nel circuito; non solo da leader della sua generazione, ma da anche numero uno di una nazione importantissima per il tennis femminile come la Russia.
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