Tra le grandi differenze “tra Venere e Marte” nell’universo del tennis, c’è la patina politicamente corretta che ricopre atteggiamenti e dichiarazioni dei tennisti uomini, e che sembra invece spesso sconosciuta alle loro controparti femminili. A fare la gioia dei fan innamorati di questa soap opera – il web pullula di videomontaggi delle cat fight tra grandi e piccoli nomi del circuito WTA, talvolta lunghe anche diverse stagioni – è arrivata nel 2017 anche Jelena Ostapenko. La tipetta lettone classe 1997 ha un carattere che rispecchia in pieno il suo tennis “che non le manda a dire”, tanto che in appena una dozzina di mesi ai massimi livelli è riuscita a rastrellare, insieme a due titoli tra cui il Roland Garros, anche le antipatie di più d’una collega.
Consapevole che le ostilità non siano troppo di aiuto sul piano sportivo, Ostapenko ha deciso di occuparsi dei propri spigoli relazionali e ha trovato un insperato aiuto proprio in una rivale: Elena Vesnina. La russa è una vera workaholic del circuito femminile, e la sua presenza tra le più alte posizioni di entrambi i ranking di singolare (n.24) e di doppio (n.3) è frutto di una programmazione annuale che conta oltre due dozzine di tornei. Questo non le ha però impedito di ottenere una laurea in Psicologia dello sport all’Università di Sochi, che, in attesa del dopo-carriera, ha deciso di tenere in caldo dispensando qualche consiglio a Jelena. (E non solo, a quanto pare: anche Daria Kasatkina la ha recentemente definita la sua “tennis mama”, il che è piuttosto singolare considerando che proprio nei confronti della coetanea Ostapenko ha mostrato la maggiore acredine.)
“Sono più o meno la sua mentore” ha detto Vesnina della lettone. “Lei è un personaggio diverso da tutte le altre ragazze della sua età, è ancora alla ricerca di se stessa. Un sacco di giocatrici si sono lamentate del fatto che non porta loro molto rispetto, ci sono state delle discussioni negli spogliatoi e all’inizio ha avuto alcuni problemi. Non stringeva la mano nel modo giusto, bla bla, tutto questo genere di cose”. Dall’alto della sua presenza ultradecennale nel tour, Vesnina si è potuta permettere di affrontare la questione con Ostapenko in maniera diretta: “Sono stata franca con lei, gliel’ho detto in faccia appena ho potuto: Non devi dire quelle cose, non devi fare quelle cose. Abbiamo un rapporto stretto. È ancora giovane e ha molta pressione addosso, ma sta migliorando”.
Del resto Vesnina sembra avere un debole per i personaggi bizzarri e un po’ controversi, visto che nel corso dell’ultima preparazione invernale ha aggiunto al proprio team l’ex top 20 ATP Dmitry Tursunov nel ruolo di coach. I due connazionali sono entrambi tipi svegli, pieni di interessi extra-tennistici, e la loro partnership sembra stare funzionando piuttosto bene: “Mi piace ridere ogni tanto durante gli allenamenti, per rilassare la mente per un istante. A rimanere sempre seri, per così tanti anni, allenandosi ogni singolo giorno, non so come si potrebbe sopravvivere. Bisogna avere senso dell’umorismo, essere ironici, e questo è sicuramente qualcosa che Dmitry ha aggiunto alle nostre sessioni”.
“Io e lui abbiamo le stesse sensazioni su determinate situazioni del tennis. Aggiunge elementi, anche semplici, riuscendo a sorprendermi anche dopo i miei tanti anni di esperienza. È davvero preso dalla cosa, potrebbe parlare di tennis tutto il giorno e chi sono io per fermarlo?” ha scherzato Vesnina. “Sono un’amante del tennis e amo vedere miglioramenti, anche minimi: è un piacere notare se mi muovo meglio, se gioco un colpo meglio di come lo abbia mai fatto in vita mia Per me questo è un processo nuovo, non ho mai lavorato con qualcuno che avesse appena smesso di giocare”. Dopo essere stata seguita per la maggior parte della sua storia tennistica dal padre e da un altro ex tennista, Andrei Cheshnokov, questa è per lei perlomeno una ventata d’aria fresca.
Vesnina è stata approcciata da Tursunov a Mosca – inusualmente, è stato lui a offrirsi per primo come sparring partner. La collaborazione è nata con qualche mese di ritardo, poiché la tennista si è all’inizio trovata a titubare davanti allo status ambiguo del 35enne, non ancora ritiratosi in via ufficiale (nel 2017 Tursunov ha fatto un uso talmente “particolare” del ranking protetto da costringere l’ITF a indurire il regolamento, e il primo a farne le spese è stato Mischa Zverev). Nata come temporanea, per l’off season e in seguito per la stagione australiana, la partnership è stata prolungata per l’intero mese di febbraio. Adesso Vesnina è attesa dal ritorno a Indian Wells, dove difende i mille punti del titolo più ricco della propria carriera.