Indian Wells (USA, $150000, cemento) – M. Klizan b. D. King 6-3 6-3
Martin Klizan a volte ritorna. Digiuno di trofei dal luglio del 2016, quando vinse ad Amburgo definendo i contorni di una surreale annata da due titoli, entrambi 500, e tredici eliminazioni al primo turno, l’insondabile mancino di Bratislava ha potuto aprirsi in un sorriso, si fa per dire, al termine dell’edizione inaugurale del challenger di Indian Wells. Molto ben frequentata per merito di notevole prize money e condizioni ambientali inesplorate a questi livelli, la manifestazione rappresentava la seconda e ultima tappa delle Oracle Challenger Series, volute dall’incontentabile Larry Ellison per incoraggiare i giovani connazionali rampanti a mettersi in caccia di una wild card per il torneo vero, in programma a partire da giovedì. Gli inviti sono finiti nelle mani di Bradely Klahn e del pivot Reilly Opelka, rispettivamente finalista e semifinalista nel prologo di Newport Beach e qui non pervenuti, ma agevolati dalla sostanziale contumacia di altri statunitensi eleggibili. Protagonista di una rara settimana di luna buona, Klizan ha sconfitto in finale il caraibico Darian King, discreto osso su questi campi, mettendo in cascina il settimo titolo challenger in carriera e ottenendo una notevole gratifica dal ranking, che lo ha visto scalare 52 posizioni (da oggi è numero 129).
Yokohama (Giappone, $75000, cemento) – Y. Uchiyama b. [7] T.Ito 2-6 6-3 6-4
Secondo titolo in carriera in singolare per Yasutaka Uchiyama, apprezzato doppista recentemente sfidato dalla nazionale italiana nel primo turno di Coppa Davis. Profeta tra le mura di casa (l’altro successo era arrivato a Tokyo, giusto l’anno scorso), il ragazzo di Sapporo ha sconfitto in rimonta nell’ultimo atto del torneo il connazionale Tatsuma Ito, quest’ultimo riemerso da qualche guaio fisico di troppo che ne aveva minato le ultime stagioni. Il momento decisivo della settimana pare essersi consumato in semifinale, tuttavia, quando Uchiyama è riuscito a scacciare dal tabellone Jordan Thompson, prima testa di serie e vero mattatore di questo mini circuito asiatico. Il buon Jordan presti attenzione, perché forma e fortuna sembrano in fase calante: prima vincitore a Chennai nella finale contro Bhambri dopo aver annullato match; poi sconfitto nell’ultimo atto da Millman a Kyoto; ora KO in semifinale a Yokohama. Questa settimana risulta iscritto a Zhuhai e le previsioni sono sin da subito fosche: ancora numero uno del seeding, egli all’esordio affronta il giovanissimo gioiello serbo Miomir Kecmanovic: auguri.
Punta del Este (Uruguay, $50000, terra) – G. Andreozzi b. [&] S. Bolelli 3-6 6-4 6-3
Niente da fare per Simone Bolelli. Terminata un’infinita via crucis di guai fisici, il giocatore di Budrio è riuscito a guadagnare una finale challanger a oltre tre anni e mezzo di distanza da quella giocata e vinta a Oberstaufen nel luglio del 2014, ma il duello decisivo sulla costa dell’Uruguay contro Guido Andreozzi non gli ha detto bene, nonostante un primo set finito nel migliore dei modi. Uruguay, dicevamo, ma i colori erano quelli del belpaese: dopo aver eliminato la wild card di casa Santiago Maresca all’esordio, Simone è andato in finale facendosi largo nelle zuffe con Gian Marco Moroni, Federico Gaio e Alessandro Giannessi, chiudendo in affanno il match decisivo forse provato dal gran numero di derby ravvicinati, forse dalla desuetudine a giocare molti incontri consecutivi. Restano i segnali incoraggianti, per una buona stagione sul rosso al livello superiore.