Kucova e Hradecka
Nel 2016 la slovacca Kristina Kucova ha vissuto una settimana di gloria, arrivando in semifinale alla Rogers Cup, il Premier 5 che si disputa in Canada. Nata nel maggio 1990, Kucova per diverse stagioni ha faticato ad andare oltre un certo limite: oscillava fra il centesimo e il duecentesimo posto della classifica. Ma con l’exploit di Montreal 2016 ha conquistato i punti sufficienti per affacciarsi finalmente in Top 100 (best ranking numero 71). In quel torneo canadese partendo dalle qualificazioni era stata capace di vincere sei partite di fila superando, fra le altre, McHale, Wickmayer, Suarez Navarro, Bouchard, Konta, prima di fermarsi in semifinale contro Madison Keys. Kukova aveva mostrato un tennis non potente, però efficace soprattutto nel gioco di contenimento.
Come spesso accade nelle settimane di ispirazione speciale, ogni suo recupero atterrava nell’ultimo metro di campo, permettendole spesso di allungare il palleggio sino a trovare soluzioni vincenti, o semplicemente sino a far sbagliare l’avversaria. Dopo quell’impresa, il 2017 poteva diventare l’anno della conferma, ma problemi al ginocchio (con operazione in luglio), le hanno impedito di giocare per metà stagione. Vedremo cosa saprà fare in futuro, però intanto una certezza l’abbiamo: il suo gioco ha poco in comune con quello di Seles o Bartoli. Dunque la tecnica bimane non va per forza associata all’aggressività o all’anticipo esasperato: può anche essere utilizzata per praticare un tennis di rimessa.
Anche se più lontana nel tempo, una carriera di livello superiore rispetto a Kucova è stata quella di Lucie Hradecka, che vanta un best ranking da numero 41 nel 2011. Nata a Praga nel maggio 1985, probabilmente in futuro verrà ricordata soprattutto come ottima doppista: 21 tornei vinti, molti insieme ad Andrea Hlavackova, con cui ha conquistato due Slam (Roland Garros 2011 e US Open 2013) e la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Londra 2012 (quarto posto a quelle di Rio, anche a causa di una sfortunatissima semifinale).
Forse il tennis di coppia è anche quello più adatto al carattere di Lucie, visto che spesso in singolare ha mostrato di non essere proprio decisissima, mentre il supporto di una compagna la aiuta a superare i passaggi di maggior tensione delle partite. Quando ha giocato “da sola”, infatti, troppe volte ha faticato a dare il meglio di sé nei momenti più importanti, tanto che attualmente ha il poco invidiabile record di sette finali WTA raggiunte, tutte perse.
Potente ma non mobilissima, il suo colpo più efficace è il servizio. Si, proprio il colpo che non riguarda il tema della quadrumani. Ma su questo ci sono pochi dubbi in proposito, perché Hradecka vanta prime di servizio con velocità da record: 125 miglia orarie misurate a Wimbledon 2015, pari a 201 km/h.
Il suo miglior tennis lo ha espresso nel 2012 a Madrid. Madrid 2012 è stato un torneo unico: disputato sulla terra blu e mai più ripetuto, a causa delle proteste di molti dei tennisti di vertice ATP, che ritenevano la superficie troppo scivolosa e dunque pericolosa. Sui campi molto veloci di quella edizione, partendo dalle qualificazioni, Hradecka arrivò in semifinale battendo fra le altre Peng, Kvitova (ultima sconfitta di Petra contro una connazionale), Makarova e Stosur, prima di perdere 7-6(5), 6-0 contro la futura vincitrice Serena Williams.
Top 100 a partire dal 2009, Hradecka ha trascorso la maggior parte dei successivi otto anni fra il cinquantesimo e il centesimo posto del ranking, ma dal 2016 è scesa di rendimento e ha faticato a tornare ai suoi migliori livelli. Al momento è ferma, operata a un crociato del ginocchio.
Con Kucova e Hradecka penalizzate da problemi (e operazioni) al ginocchio, oggi le Top 100 quadrumani sono tre. O forse quattro. Peng Shuai (questa settimana numero 31 del mondo), Hsieh Su-Wei (numero 67) e Luksika Kumkhum (numero 98). In più ci sarebbe Monica Niculescu (numero 71), che però non è semplice da catalogare.
Se vi sembrano nomi poco stimolanti, provate almeno a iniziare a leggere qualcosa che le riguarda più avanti, perché non è detto che solo le prime al mondo rappresentino storie interessanti. Comincio con la più anziana, la 32enne cinese di Taiwan, Hsieh Su-Wei.
a pagina 3: Hsieh Su-Wei