(da Indian Wells, il nostro inviato)
Innanzitutto, e stavolta tocca al “paradiso” del Tennis Garden di Indian Wells, benritrovati a bordocampo. Dire che è un piacere ritornare qui è poco, la Coachella Valley è un piccolo gioiello sia naturalistico che climatico, e in questa stagione sembra fatto apposta per giocare a tennis. L’atmosfera è allegra per tutti, giocatori, coach, giornalisti, spettatori, si respira a pelle la semplice gioia di essere in uno dei luoghi più belli del mondo ad ammirare i campioni dello sport che amiamo. Proprio per questo, quando ieri mattina sono andato in uno dei “court” periferici, chiusi al pubblico, per vedere l’allenamento “vero” di Novak Djokovic, sono rimasto abbastanza perplesso da quello a cui ho assistito. L’ho chiamato allenamento vero perchè l’oretta di palleggi del giorno prima, sul practice court 1, a beneficio degli spettatori che ovviamente gremivano le tribune, di cui avrete potuto vedere foto e filmati sui vari social network, per forza di cose non era stato altro che una sgambata in relax. Quello che mi interessava capire, e sono cose che si possono valutare solo “dietro le quinte”, erano le reali condizioni psico-fisiche e tecniche del fuoriclasse serbo. Dal punto di vista del tennis, ho visto dei progressi rispetto all’Australia, il servizio modificato sembra funzionare abbastanza bene, il rovescio è la solita meraviglia, il grosso del lavoro che hanno svolto Nole e Stepanek (non c’era Andre Agassi), con Philipp Kohlschreiber come sparring partner, è stato dedicato al dritto, l’altro fondamentale apparso non del tutto centrato a Melbourne.
Ma andiamo con ordine.
Qui sopra, le cose belle belle. Non importa quante volte ormai uno possa aver avuto la fortuna di vedere Djokovic che allena la risposta di rovescio, non ci si potrà mai stancare di ammirare da vicinissimo uno spettacolo di esplosività, timing e perfezione tecnica simile.
Qui sopra, come detto, il focus dell’allenamento, risposte di dritto sia in avanzamento con passo in dinamica (a sinistra), sia in open stance piena (a destra), e poi diversi schemi che prevedevano le difese e i recuperi, come potete vedere nell’immagine in testa al pezzo. In più di un’occasione, Novak è sembrato non perfettamente centrato, in particolare con la distanza dalla palla. E la cosa, anche comprensibilmente, lo ha fatto innervosire non poco.
Qui sopra, consulto tecnico con Radek, che invita Nole a stare calmo e concentrarsi sugli appoggi. Ma sarà stata una giornata storta, che può sempre capitare, però Djokovic ha continuato a non essere per nulla soddisfatto del proprio rendimento. E dopo qualche minuto, ha iniziato a sbottare, e ha tirato un paio di volte a terra la racchetta, gridando ad alta voce la propria frustrazione.
Come potete vedere, Nole è nè più nè meno che incazzato nero, ne fa le spese il povero Stepanek, che per non innervosire ulteriormente il suo giocatore ha scelto di stare in silenzio e lasciarlo sfogare.
Le cose, purtroppo, non sono migliorate, a ogni colpo fallito Djokovic si arrabbiava di più, arrivando anche a zittire con esplicito fastidio due addetti alla security che stavano parlando di fianco al campo. Chiunque abbia giocato a tennis, a un livello agonistico di un minimo rilievo, sa benissimo che il nomignolo “sport del diavolo” descrive perfettamente quanto possa essere fonte di rabbia il non riuscire a esprimersi come si vorrebbe, quindi nulla di troppo fuori dalla norma. Ma vedere Novak con i nervi così a fior di pelle non è consueto, questo ve lo posso assicurare.
Alla fine, letteralmente disgustato dal proprio gioco, Nole ha interrotto il training in anticipo, ha ringraziato e salutato Philipp, e se n’è andato in fretta, lasciando indietro Stepanek e un accompagnatore. Kohlschreiber ha continuato per un po’ ad allenare dritto e rovescio con il suo coach al cesto.
Lo ripeto, una brutta giornata a livello psicologico e tecnico può capitare a chiunque, la speranza è che sia stata solo quello. Le immagini sono lì, potete giudicare da soli l’atteggiamento, il linguaggio del corpo, e soprattutto lo sguardo di Nole, che in ogni singolo momento appare accigliato e decisamente poco sereno. Dispiace vedere un fenomeno del genere in difficoltà, quello che ci possiamo augurare è che la vicenda riguardi solo aspetti di gioco arrugginiti dopo il lungo e travagliato periodo di stop, e non ci siano strascichi di dolore al gomito infortunato. Coraggio campione, la rabbia concentrala sulla palla da sparare nel campo avversario, il tennis al massimo livello ha ancora voglia e bisogno di te.