Roger Federer negli ultimi 14 mesi ha spesso varcato il confine tra la realtà e la fantasia rendendo possibile quello che in 50 anni di tennis Open non era mai stato possibile: dominare il tennis da Over-35. Diventa dunque comprensibile come anche le fantasie più estreme possano diventare concepibili. Un anno e mezzo fa nessuno avrebbe mai considerato Federer favorito di uno Slam e meno che mai al Roland Garros dove lo strapotere di Rafael Nadal gli ha sostanzialmente negato 5 titoli oltre a quello vinto nel 2009, negli anni d’oro della sua carriera (che non sembrano finire mai).
Eppure lo stato del circuito ATP, le condizioni fisiche incerte del maiorchino, e lo stato di forma sfavillante dello svizzero fanno sì che quella che poteva apparire come una chimera diventi ora uno scenario quanto mai realistico, o almeno non impossibile come poteva sembrare appena due mesi fa.
Roger non ha nascosto che si tratta di un pensiero che lo stuzzica. A Montecarlo per la consegna dei Laureus Awards, lo svizzero si è lasciato sfuggire questo ai microfoni di RMC Sports: “Sarebbe bello tornare al Roland Garros. Il mio grande sogno è vincerlo una seconda volta anche se mi rendo conto che è molto difficile. Quindi per ora mi concentro sul Sunshine Double e ovviamente il mio obiettivo a medio termine resta il titolo a Wimbledon. Vediamo come va questo mese e poi ad aprile deciderò cosa fare”.
A corroborare quest’ipotesi ci sono alcune dichiarazioni rilasciate a margine del Match for Africa che lo svizzero ha disputato a San Jose lunedì, pochi giorni dopo l’apparizione a Montecarlo e poche ore prima di recarsi a Indian Wells (intervistato in occasione del Media Day, Roger non è ritornato sull’argomento). “Sono un giocatore da terra battuta, a dire la verità. Sono cresciuto sulla terra. Ho giocato perfino indoor, era quello il mio campo durante l’inverno. Mi piaceva molto giocare sul rosso; a inizio carriera si è rivelato difficile perché ho perso i miei primi undici incontri e ci è voluto del tempo perché vincessi il Roland Garros, quindi la gente ha iniziato a credere che non mi piacesse”. Sarà la nostalgia – Federer non gioca un match ufficiale su terra battuta da Roma 2016 – ma non sembrano le parole di un giocatore intenzionato a saltare a piè pari i tornei di aprile e maggio.
Lo svizzero ha continuato ad analizzare l’evoluzione della sua carriera che l’ha portato a privilegiare un certo tipo di tornei. “Sì, forse sulle altre superfici i risultati sono arrivati più facilmente e più rapidamente. Di conseguenza quando inizi ad avere maggiore successo sulle superfici rapide (cemento, erba, indoor) inizi a costruire la tua programmazione attorno a quei tornei. Però penso di essere un buon giocatore da terra battuta, anche se ce ne sono molti più forti di me. Mi ci sono confrontato diverse volte, ho vinto Masters 1000 su terra e il Roland Garros. Sono molto soddisfatto della mia carriera sulla terra, ad essere onesti”. Qui Federer sposta la discussione sull’analisi globale dei suoi successi sul rosso. Si ritiene soddisfatto, e in effetti chi non lo sarebbe; ma la tentazione di provare uno storico bis parigino permane.
Quello che appare altrettanto evidente è che gli addetti ai lavori, a partire dagli organizzatori del Roland Garros, spingeranno il più possibile per portarlo di nuovo sul Philippe Chatrier. La motivazione oltre a quella ovvia di marketing, è anche legata al prestigio stesso del torneo. A differenza di un anno fa, ora Federer è chiaramente il N.1 del mondo anche per il computer e ci è arrivato saltando completamente la stagione sul rosso del 2017. Ebbene, gli organizzatori di Parigi non potrebbero che essere scontenti se il loro torneo restasse orfano del più importante tennista del mondo.
Le pressioni su Federer saranno forti per modificare il piano che l’anno scorso gli aveva poi consentito di dominare Wimbledon che avrebbe vinto senza perdere un set. Ma lo svizzero sa anche che inseguire un sogno molto difficile da realizzare può essere pagato a caro prezzo. L’ha imparato a proprie spese l’estate scorsa quando una preparazione un po’ “allegra” gli è costata di fatto la possibilità di giocarsi fino in fondo la vittoria di un US Open ampiamente alla sua portata, a causa di un problema alla schiena. Sarà dunque il suo team a doverlo consigliare al meglio, tenendo conto che a quasi 37 anni lo sforzo fisico e di preparazione richiesto per vincere sulla terra battuta europea non è certamente di poco conto. E allora non ci resta che attendere che il mistero sia svelato per capire se Federer vorrà restare con i piedi per terra o sceglierà una intrigante fantasia.