J. Chardy b. [16] F. Fognini 4-6 7-6(2) 6-4 (da Indian Wells, il nostro inviato Vanni Gibertini)
Si era capito subito in sede di sorteggio che il turno d’esordio di Fabio Fognini al BNP Paribas Open sarebbe stato complicato, ma si sperava che la buona forma e la fiducia messa in mostra all’ATP di San Paolo avrebbero potuto portare il ligure a superare l’ostacolo transalpino rappresentato da Jeremy Chardy. Invece purtroppo il nostro numero uno non è riuscito a concretizzare un corposo vantaggio che si era costruito nel primo set e mezzo della partita, lasciandosi prima recuperare e poi superare da un avversario che ha giocato una partita tutt’altro che straordinaria, ma che ha avuto il merito di continuare a spingere ed a crederci fino alla fine, venendo fuori vincitore da una battaglia di 2 ore e 40 minuti che lo proietta al terzo turno del primo Masters 1000 della stagione per la prima volta dal 2009.
I due protagonisti hanno dovuto attendere diversi minuti prima di poter iniziare l’incontro a causa di una fine pioggia che è caduta per diversi minuti nella nuvolosa mattinata di Indian Wells. All’applausometro è sicuramente Fognini ad essere in vantaggio, forse grazie alla sua esuberanza in campo ed alla sua propensione ai colpi spettacolari. L’azzurro è il primo ad andare in vantaggio di un break, ma lo restituisce subito. Nessuno dei due riesce a dare continuità alla propria azione, ma mentre Fognini riesce a mantenere una velocità di crociera accettabile, Chardy si imballa in parecchi errori, alcuni anche piuttosto banali, negli scambi da fondo. Fognini non deve fare molto per intascare il primo set, dato che il break al nono gioco gli viene quasi regalato dal francese.
Fabio sembra ben avviato anche nel secondo set, perché Chardy non accenna a migliorare la precisione dei suoi colpi e Fognini invece, dopo aver annullato due palle dello 0-2, mette a segno quattro game di fila per un 4-1 “pesante” che dovrebbe essere definitivo. Purtroppo però da quel momento inizia la lenta ma inesorabile rimonta di Chardy, che riconquista subito a zero uno dei due break di svantaggio in meno di due minuti e lentamente il match gira. Chardy indovina qualche bel vincente da fondo, Fognini arriva comunque a servire per il match ma non chiude, ed alla quinta palla break arriva il 5-5. Nel tie-break seguente va tutto che peggio non può per l’italiano, che si trova subito sotto 0-4, prende un’ammonizione per comportamento antisportivo sull’1-5 per un gesto poco signorile in campo e finisce per cedere 2-7.
Entrambi i protagonisti escono dal campo prima del set decisivo, Fognini rimane fuori decisamente più a lungo, ma quando ritorna deve attendere almeno un’altra decina di minuti seduto a bordo campo perché i servizi d’emergenza stanno soccorrendo uno spettatore che si era sentito male in tribuna. La lunga pausa non sembra causare problemi ai due giocatori, che tengono agevolmente i rispettivi servizi fino al quinto game, quando tre diritti vincenti di Chardy ed un doppio fallo siglano il break. Fognini, che era sempre stato in vantaggio nel punteggio da metà primo set, accusa il colpo, evita il doppio break, ma non può far altro che accettare la sconfitta finale.
Sfuma così la potenziale corsa verso il quarto turno contro Federer e la chance di fare qualche passo avanti decisivo verso la Top 10, soprattutto in previsione della pesante cambiale di Miami (nel 2017 raggiunse la semifinale) in scadenza tra due settimane.
D. Medvedev b. [LL] M. Berrettini 6-7(6) 7-5 6-4 (dal nostro inviato, Luca Baldissera)
Niente da fare per Matteo Berrettini, recuperato come Lucky Loser nel tabellone principale, ma sconfitto sul filo di lana al primo turno dal russo Daniil Medvedev, in una partita tiratissima e piena di capovolgimenti di fronte. I due non si erano mai incontrati in precedenza, nonostante siano praticamente coetanei (22 anni fatti in febbraio per Medvedev, compleanno in aprile per Berrettini). Daniil però ha già fatto il suo ingresso in pianta stabile nel tennis che conta, è numero 57 ATP on best ranking di 48, mentre l’azzurro è sulla soglia della top-100 (108 in questo momento). Entrambi sono sponsorizzati Lotto, è quasi un derby per l’azienda italiana.
Il primo set si svolge in modo molto equilibrato, con un paio di occasioni di break per Medvedev, e una per Berrettini, non trasformate. Come era prevedibile, Matteo spinge di più, ottenendo molto dal servizio (88% con la prima palla) e dal dritto, Daniil manovra meglio di rovescio (“la mette dove vuole, piatta, in cross, lungolinea“, spiega Matteo) e anticipa bene appoggiandosi alla palla dell’italiano. Il parziale è abbastanza divertente, con Berrettini che azzecca anche soluzioni brillanti con le sue palle corte, ma diventa scoppiettante una volta giunti al tie-break, dopo che l’azzurro si vede sfuggire un set point in risposta, ben annullato dal russo. Matteo sbaglia male quattro dritti non difficili, due in rete e due lunghi, e si trova in un attimo sotto 6-1, con 5 set-point consecutivi da affrontare. Sembra fatta per il russo, che però a sua volta si blocca, perde efficacia con i colpi da fondo, mentre Berrettini tira a braccio sciolto, e recupera con coraggio piazzando un filotto di 7 punti consecutivi, e chiudendo 8-6. Che emozioni.
Il secondo set vede Matteo, sull’onda dell’entusiasmo, salire 3-1, ma Daniil non ci sta, reagisce e pareggia. Ancora un paio di occasioni, una a testa, e poi i ragazzi procedono appaiati, sulla falsariga del primo parziale, fino al dodicesimo game, quando Medvedev si prende il break decisivo e il set, 7-5. Il pubblico si diverte, lo “Stadium 5” è ormai pieno, nel frattempo Fabio Fognini ha perso con Chardy, e i tifosi italiani arrivano a sostenere Berrettini. “Mi fa piacere aver fatto una buona figura, so che anche in Italia hanno visto la partita in molti, c’era un bel tifo, ci si allena per giocare match così“, conferma Matteo.
L’azzurro accusa il colpo, e va sotto di un break quasi subito nel terzo set, perdendo il servizio nel secondo game, ma è bravissimo a recuperarlo immediatamente, e ad annullare altre due possibilità al russo, siamo 2-2. Fino al 4-4 non ci sono pericoli per chi è alla battuta, Matteo gioca bene, tira il dritto e affetta con efficacia lo slice di rovescio, il servizio è come sempre un’arma fondamentale. In ogni caso, è incoraggiante vederlo tenere il campo assolutamente alla pari con un giocatore che ha praticamente la sua stessa età, ma un’esperienza internazionale per ora di altro livello. “Mi porto dietro il fatto che ho sfiorato la vittoria con un giocatore che è cosa, 50? Mi sento fiero di come ho lottato, mi sono sentito bene in campo, positivo, non come i due match precedenti“.
Nel nono game, il patatrac: Berrettini arriva a due palle break, che potrebbero essere decisive per mandarlo a servire per il match, e sulla seconda fallisce un passante facile da mangiarsi le mani. “L’ho detto a Vincenzo (Santopadre, n.d.r.), che errore in quel passante, ma lui mi ha spiegato che dovevo pensare a come avevo giocato quello scambio, che mi ero messo nelle condizioni di tirarlo, quel passante. Le occasioni si possono fallire, ma intanto bisogna conquistarsele“.
Superato lo spavento, Daniil con giusto cinismo punisce l’avversario, conquistandosi un match point e trasformandolo con un attacco che vede il passante di Matteo finire in rete. Bravo Medvedev, bisogna ammetterlo. Si potrà dire che era una partita “regalata” dal ripescaggio, ma certamente perderla così fa male. Ora per Matteo la trasferta statunitense prosegue con il chellenger di Irving e le qualificazioni di Miami, forza, si potrà solo crescere.
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