Com’è spesso il caso, la verità è probabilmente da qualche parte nel mezzo. Per chi abbia vissuto nell’area, o ne sappia un po’ più della media delle dinamiche sociali ed etniche americane, non pare del tutto campata in aria l’ipotesi che ci fosse una motivazione razziale dietro il trattamento riservato alla famiglia Williams. La zona di Indio (che fa parte della contea di Riverside, adiacente a quella di LA) venne posizionata da Forbes, proprio nel 2001, tra le più affluenti degli Stati Uniti e la ghettizzazione tuttora presente in molte delle città americane, prima tra tutte Los Angeles, fa sì che si creino delle zone ghetto, come Compton, e delle zone incredibilmente affluenti, come Pasadena, a poche miglia di distanza, che esacerbano i conflitti razziali e di classe.
È pur vero però che le voci sulle combine delle Williams erano insistenti al tempo, così come è comprensibile la frustrazione nell’essere stati avvisati dell’annullamento della semifinale solo pochi minuti prima del suo inizio. Se le voci fossero (e siano ancora in verità) dettate da pregiudizi è difficile da appurare. Eppure si tratta di accuse gravi, scagliate senza riscontri fattuali, e che all’epoca presupponevano che Serena e Venus non fossero padrone del proprio destino e totalmente succubi della volontà del padre.
Una semplice analisi degli scontri diretti, che vedono Serena in vantaggio 17 a 11, come ci si aspetterebbe del resto, non mostra, francamente, alcuna stranezza. Venus vinse cinque dei primi sei incontri diretti, giocati dal 1998 al 2001, quando era chiaramente più forte di Serena (quattro Slam a uno e prima posizione in classifica). Fra 2002 e 2003, Serena esplode e mette a segno il primo Serena Slam, vincendo sei sfide consecutive contro la sorella, di cui cinque finali Slam. Dal 2005 al 2008, anni di stallo per Serena e degli ultimi successi di Venus, le sfide sono 4 a 2 per Venus. Dal 2009 ad oggi, con Serena mattatrice incontrastata del circuito, ci sono 8 vittorie per Serena e 2 per Venus. Insomma, a vincere tra le due è sempre, o quasi, stata la favorita e quella più in forma. Sembrerebbe quindi che, a meno che la combine consista nel lasciare che vincesse la più forte (cosa che accadrebbe comunque), le accuse siano più supportate da una certa insofferenza verso la famiglia Williams, che non da prove concrete o quantomeno plausibili.
Tornando ad Indian Wells, le due boicottarono il torneo per oltre un decennio: Serena tornò nel 2015, Venus nel 2016. Quella di domani sarà quindi, in effetti, la prima partita (ufficiale) in California tra le sorelle. Per la prima volta in oltre un decennio, probabilmente, Venus ricopre il ruolo di favorita. Serena è tornata solo ora dalla gravidanza con parto cesareo, che l’ha costretta a letto per le sei settimane successive alla nascita di Olympia. Non giocava, prima del primo turno contro Diyas, dal 28 gennaio dello scorso anno, quando sconfisse, già incinta di otto settimane, proprio Venus nella finale degli Australian Open. Serena è sembrata più in forma di quello che ci aspettasse dopo le apparizioni nelle esibizioni contro Ostapenko e Bartoli, e nel doppio di Fed Cup. Tuttavia, com’è chiaro, la ruggine è ancora evidente sia nei movimenti che nel braccio. Il servizio sembra ancora lontano dall’arma micidiale che è capace di essere: sei break subiti in quattro set, solo cinque ace a fronte di otto doppi falli, e percentuali di prime in campo poco sopra il 50%. Un solo aspetto è apparso già al livello della Serena pre-gravidanza: la voglia di vincere.
Venus l’anno scorso ha vissuto invece la migliore stagione dal 2009: due finali e una semifinale Slam, finale alle finals di Singapore, e anno concluso tra le prime 5. Questa stagione è iniziata male invece, con le sconfitte al primo turno di Sydney e Melbourne (contro avversarie in forma: Kerber e Bencic). Le uniche due vittorie sono arrivate in Fed Cup, contro le olandesi Rus e Hogenkamp, entrambe fuori dalle 100. I dubbi più grandi con Venus riguardano la consistenza. Con gli anni è diventato sempre più difficile prevedere quale versione scenderà in campo, a causa anche degli effetti della sindrome di Sjogren, che fanno sì che ci siano giorni in cui la spossatezza sia tanta da rendere difficoltoso un rendimento ad alti livelli.
Le sorelle si sono incontrate una sola volta così presto in un torneo: nella loro prima sfida ufficiale, al terzo turno degli Australian Open del 1998. Venus aveva diciassette anni e veniva dalla finale degli US Open dell’anno precedente; Serena ne aveva appena sedici. Vinse Venus 7-6 6-1 in un’ora e mezza. Vent’anni dopo si chiude un cerchio. Venus ora di anni ne ha trentasette, Serena trentasei. Nel mezzo, due o tre epoche tennistiche.