Il 2017 è ormai acqua passata per Angelique Kerber. Non c’era bisogno di attendere il 13 marzo per dirlo, ma la vittoria in due set sulla campionessa in carica Elena Vesnina ci consegna un’ulteriore marcata risposta da parte della tedesca. Non parliamo solo della sua forma fisica: l’ultimo match poteva rivelarsi una classica trappola dal punto di vista psicologico, dato che contro Vesnina dodici mesi fa giocò in ottavi di finale, peraltro sullo stesso campo, un match incolore. Dopo aver esultato per la dolce vendetta, ha dimostrato di aver approcciato il match nel migliore dei modi: “Ieri ci ho pensato parecchio al fatto che avrei giocato contro di lei sullo stesso campo un anno dopo, sapevo che sarebbe venuto fuori un altro bel match.” Nel 2017 l’incantesimo non si spezzò fino alla finale per la 31enne russa, che ha forse scontato la pressione di essere “defending champion” in un torneo di questo calibro. Rimane pur sempre in corsa con la connazionale Makarova nel tabellone di doppio, sebbene abbia perso le speranze di conquistare il bonus di un milione di dollari per chi dovesse vincere sia nel singolo che in coppia. Chissà se questa vittoria non dia ad “Angie” (decima favorita del main draw) la stessa spinta che portò Vesnina alla coppa un anno fa. Forte di un record di 17-3 nel 2018, affronterà nel prossimo round la francese Garcia.
Non è utopia pensare al titolo per l’ex numero uno del mondo, se consideriamo prima la sorprendente uscita di scena di Elina Svitolina (sua possibile avversaria in semifinale) e in secondo luogo lo stato di forma esibito da Caroline Wozniacki nel match vinto al terzo contro Sasnovich. La danese è in rotta di collisione proprio con Kerber in ottica quarti di finale, ma dovrà prima affrontare Daria Kasatkina in uno dei match più interessati del programma femminile. La dirompente Dasha, che ha dato prova delle sue grandi qualità nel recente torneo di Dubai, spera di trovare una versione della campionessa di Melbourne simile a quella del terzo turno. Caroline, sollevata dal passaggio del turno, non è apparsa troppo allarmata al termine di un match rivelatosi più intricato del previsto: “Penso che oggi non fosse proprio la mia giornata, provavo al massimo ma commettevo molti errori. Alla fine ho preso un po’ di ritmo e sono diventata più solida. Alla fine l’ho portata a casa.”
Nel tabellone maschile i giovani si sono presi di nuovo la scena. Oltre all’ordinaria amministrazione del sovrano svizzero, c’è da sottolineare la prestazione di Hyeon Chung, che ha controllato il suo incontro di terzo turno contro Tomas Berdych, prevalendo con un duplice 6-4. Anche Coric non è stato da meno, capace di annichilire il campione di Dubai, Bautista Agut, che ha raccolto solo quattro giochi. I californiani sono invece andati in visibilio per la vittoria del loro beniamino, Taylor Fritz, uscito vincitore dalla lotteria del tie-break del terzo contro Fernando Verdasco. Sono i primi ottavi di finale in un Masters 1000 per lui, che si era trovato a pochi centimetri dalla sconfitta all’esordio, contro il suo amico Reilly Opelka.
“Vincere il Challenger di Newport Beach mi ha dato molta fiducia, era da tanto tempo che non vincevo un titolo e la fiducia a questi livelli è tutto.” Si è espresso così il giovane giocatore a stelle e strisce, autore di uno dei salti in classifica più rilevanti della stagione sinora. Le cinquanta posizioni scalate da gennaio in poi suggeriscono che il lavoro di Paul Annacone sta iniziando a prendere forma, ma, come conferma lo stesso Taylor, la strada è ancora lunga: “L’anno scorso il mio obiettivo era qualificarmi per le Next Gen Finals. Quest’anno i miei obiettivi vanno oltre, magari poter essere a ridosso delle teste di serie per l’Australian Open 2019. Se farò questo, vuol dire che a Novembre giocherò a Milano.” Sul discorso Next Gen Finals Fritz sta mettendo delle basi importanti e lo dimostra il fatto che lascerà Indian Wells in testa alla classifica Race to Milan (grazie anche alle sconfitte di Tiafoe, Zverev e Rublev che lo precedevano). L’ulteriore traguardo è ambizioso per il 20enne statunitense, anche considerando che nel prossimo Slam australiano le teste di serie saranno dimezzate, ma il duro lavoro paga sempre e se è vero che vincere aiuta a vincere, il suo torneo di casa potrebbe già essere un primo mattoncino per costruire qualcosa di grande. Il prossimo incontro sarà però piuttosto complicato, contro un Coric in grande spolvero.