[1] R. Federer b. [23] H. Chung 7-5 6-1 (dal nostro inviato a Indian Wells)
Nel mettere come sottofondo (o forse si dovrebbe dire “soprafondo” considerando il volume) del riscaldamento il celebre pezzo di Kenny Loggins “Highway to the Danger Zone” dalla colonna sonora di Top Gun, forse gli organizzatori tentavano di incoraggiare il debuttante Hyeon Chung a creare qualche pericolo per Federer, sempre più favorito alla vittoria del suo sesto BNP Paribas Open. E per un set e un game Chung ha fatto partita pari o quasi con il n.1 del mondo, mancando anche una ghiotta opportunità per andare in vantaggio nel secondo parziale (quella volèe di rovescio grida ancora vendetta). Poi però Federer ha messo la freccia ed è stata tutta una volata fino al traguardo.
L’inizio è tutto per Federer, che con il minimo sforzo, fatto salvo per un magnifico lob liftato di diritto sulla prima palla break, si porta 3-0 in 10 minuti. “Sembra di essere tornati al 2005, quando i suoi avversari erano già sotto 3-0 nel tunnel d’ingresso in campo” dice Brad Gilbert mentre commenta da bordo campo per la ESPN. Chung però non è tipo da farsi scoraggiare: si scrolla di dosso la tensione dell’inizio (ci sono anche Rod Laver e Pete Sampras in tribuna tanto per rendere il compito più difficile) e comincia a macinare il suo solito gioco al centro che non piace a Federer, il quale comincia a sbagliare qualche diritto di troppo e restituisce il break. Ma quando il set arriva vicino al traguardo ed i punti pesano di più, è lo svizzero a spingere di più sull’acceleratore: una manata di rovescio incrociata gli dà il 15-30, un affondo di diritto lo porta due set point e il successivo colpo scentrato di Chung chiudono il primo parziale in 47 minuti, con Larry Ellison in tribuna che sembra tirare un sospiro di sollievo.
Come se nulla fosse l’imperturbabile Chung riparte a testa bassa nel secondo set e nel primo game si procura ben quattro opportunità per andare subito avanti di un break: tre le cancella Federer chiedendo aiuto al servizio, mentre un’altra viene sciupata dal coreano che mostra tutta la sua manona di legno mettendo in rete una volée piuttosto comoda. Il game si chiude con un clamoroso scambio condotto dallo svizzero e terminato con un rovescio sul nastro di Chung in scivolamento laterale, e rimane l’ultimo momento in cui il coreano è in linea di galleggiamento nel match. Da lì in poi Federer alza il ritmo, prende saldamente in mano il pallino del gioco e, assistito da un servizio granitico (12 ace, 1 doppio fallo, 67% di prime e 70% di punti con la prima di servizio) chiude il match in un’ora e 23 minuti raggiungendo Coric in semifinale.
Sorridente Roger a fine match: “Non sapevo esattamente cosa aspettarmi da Chung stasera, ma a me piace scoprire avversari nuovi, lui è un ottimo giocatore, sono contento di aver trovato un modo di batterlo. Sono stato contento anche di esserci in questo momento tanto importante nella carriera e nella vita di Tommy, siamo stati rivali, e poi amici, anche con la sua compagna. Sono felice per lui, non dev’essere stata una decisione facile. Nel 2006 avevo vinto 16 partite di fila a inizio stagione? Oddio, non mi ricordo nemmeno più, è stato 12 anni fa… I miei record, beh, quando stai nel tour tanto a lungo, con successo, queste cose, questi record anche particolari semplicemente succedono. I NextGen… qualcuno è già davvero forte, altri stanno ancora crescendo, devono imparare tante cose, anche come muoversi nel circuito, gestire la popolarità, gli sponsor, non è facile“.
Poche frasi in conferenza stampa per Chung, che nonostante l’insegnante personale sempre con lui fa ancora fatica a parlare inglese. Roger fa tutto benissimo, è molto difficile giocare con lui, ha giocato meglio nei momenti importanti… le solite cose, insomma. Fino a che non tira fuori la perla della settimana: alla domanda su quali obiettivi si fosse posto per questa stagione, Hyeon ha affermato che “il primo obiettivo è quello di rimanere senza infortuni nel tour; il secondo obiettivo… beh, forse è il caso che mi crei un secondo obiettivo“. Impagabile.