[32] M. Raonic b. [18] S. Querrey 7-5 2-6 6-3
Nel duello fra pistoleri Raonic ha mirato più freddamente di Querrey e va in semifinale. Se si fosse trattato di un film sarebbe certo stato Sfida all’OK Corral, ovviamente nella versione del 1957 diretta da John Sturges, con Milos nella parte di Wyatt Earp e Sam nei panni del cattivo Ike Clanton. L’ultima fu battaglia serrata a Wimbledon 2016 e oggi era una prima volta, perché in cinque precedenti Sam Querrey (21 ATP, tds 18) e Milos Raonic (38 ATP, tds 32) non si erano mai affrontati sul cemento all’aperto. La vittoria di Sam a Miami 2013 fu infatti un WO. In tutta franchezza i due contendenti non sembravano partire alla pari, molto più in condizione lo statunitense rispetto ad un avversario alle prese da mesi con problemi fisici e… gestionali. Maggior merito ancora, quindi, alla vittoria del canadese.
Si inizia e immediato si sparge per l’aria odore di cordite. Raonic serve per primo, mette giù due aces ma un doppio fallo e la lentezza eccessiva nell’arrivare a rete gli costano due volèe d’approccio sbagliate e il break in apertura ai vantaggi. Querrey è sicurissimo nel difendere sempre la testa nei suoi turni di battuta ma quando serve per il set la sua emotività prende il sopravvento. Gioca un decimo game orribile, due drittacci e un attacco scriteriato lo mandano sul 30-40. Lo scambio seguente Sam lo gioca col freno a mano tirato, l’altro no e pareggia a cinque. Si fa notte per lui, che non arriva neanche al tie-break. Esemplare del suo stato confusionale il punto che lo manda 0-30 nel fatale dodicesimo gioco. Prima potente, Raonic riesce a rispondere per miracolo ma Sam sbaglia clamorosamente l’angolo del dritto d’attacco a un metro dalla rete e mette fuori una goffa volée. Netto il miglioramento di Milos nel primo set con l’andare del gioco. Ormai il serve & volley è diventato una costante – sarà contento McEnroe – ma lui attacca la rete anche in altri momenti, per evitare gli scambi dal fondo che lo sfavoriscono nettamente. “Ho solo cercato di non regalare, di farlo vincere a lui il set, e lui non ci è riuscito, tutto qui“, commenta Milos.
Il pugno in faccia sveglia Querrey, che nel secondo set è bravo a ritrovare il filo smarrito nei giochi decisivi del primo. In realtà non fa molto più che portare avanti i suoi schemi senza fretta e patemi, il resto lo fa un Raonic in debito d’ossigeno che fatica a raggiungere la posizione ottimale per la volée e molla visibilmente. Due break sanciscono il 6-2 che lascia l’ultima parola al decider. Milos ha il piccolo vantaggio di servire per primo e lo conserva bene ma sono entrambi ad essere ingiocabili alla battuta nei primi giochi del terzo. Semplicemente non si scambia. Raonic raggiunge i quindici ace, Querrey ne fa meno ma piazza tanti vincenti con la prima. Si gioca su un filo e Milos è il primo a rischiare di cadere, nel settimo gioco lo salva il coraggio con cui gioca a tutta uno smash fuori equilibrio da fondocampo. La palla prende mezza riga. Quello stesso coraggio che difetta a Querrey, che subito dopo in una situazione identica precipita affondando in rete un dritto da metà campo solo da chiudere. Raonic azzanna il momento, si prende il break e lo difende con le unghie piazzando due aces su altrettanti vantaggi esterni nell’atto finale. Vittoria significativa e complimenti anche a Ivanisevic, specialista nel rimotivare campioni. Se vincerà del Potro prepariamoci ad un’altra giornata calda…
“Non è stato scontato passare il primo turno, è stato un sollievo, stavo ancora cercando di capire a che punto ero“, analizza il canadese a fine match. “Ora sono in semifinale, sono felice, e spero di riuscire a giocare sempre meglio. Il tennis è diverso adesso rispetto a due-tre anni fa, capitano diverse aperture nei tabelloni, bisogna essere bravi ad approfittarne, il giocatore dominante è solo uno. Devo cercare di non pensare troppo, non complicare il mio tennis, fare le cose che mi riescono meglio. L’ultimo anno e mezzo, con gli infortuni, è stato una catastrofe“.