“Ci ho messo un po’ a migliorare il mio record di inizio anno. Questo incontro è stato una battaglia, per cui sono dovuto andare a prendermelo, ed ho avuto anche un po’ di fortuna“, ha detto Federer a proposito del suo 17-0 di inizio stagione, il migliore che abbia mai fatto registrare nella sua carriera. Ancora molto lontano dal poter insidiare le 42 vittorie consecutive di John McEnroe nella prima metà del 1984 (senza Slam, poiché l’Australian Open si disputava a novembre) o le 42 di Djokovic nel 2011, serie peraltro interrotta proprio dallo svizzero nella splendida semifinale del Roland Garros, Roger può portarsi a 18 battendo del Potro in finale; lo stesso numero di partite vinte da Rod Laver a inizio 1970, prima di essere sconfitto agli ottavi di Wimbledon. Lo stesso Rod Laver che con sguardo vigile ha seguito dagli spalti di Indian Wells la rimonta su Borna Coric.
“Quando sei in fiducia ed hai esperienza è possibile uscire da questi match. Non c’è bisogno di farsi prendere dal panico quando vai sotto nel punteggio, sapevo che lui stava giocando meglio, c’era vento, non era semplice giocare in maniera offensiva. E quando ci riuscivo lui era molto bravo in difesa. Facevo troppi errori. L’incontro è stato combattuto anche nel secondo set, sarebbe potuto andare da una parte o dall’altra. I margini sono sottili. Credo che Borna abbia giocato molto bene, è stato molto solido, capisco perché causi così tanti problemi a così tanti giocatori e diventerà sempre meglio“.
“Credo che questo sia stato il match più difficile dell’anno, perché anche nella finale degli Australian Open con Marin sono stato in vantaggio per gran parte dell’incontro, a parte forse quando ho avuto palle break contro all’inizio del quinto set. Qui invece è stato completamente diverso, sono stato sotto due volte di un break nel terzo set, ed anche nel secondo. Avrei dovuto perdere questa partita“. Eppure non è accaduto, e lo stupore di cui è sempre difficile liberarsi ogni volta che il Federer 36enne dimostra di non accettare un verdetto del campo a lui sfavorevole, si alimenta persino quando viene toccato il tasto della condizione atletica e dell’effetto di disputare un match in piena mattinata. “Fisicamente sto bene. Forse dover giocare così presto la mattina (a Federer non capitava dal 2006 di dover giocare alle 11 del mattino n.d.r.) non mi ha aiutato. Poi stavo cercando di capire il gioco di Borna, che riesce ad assorbire la potenza con grande facilità. Speravo di migliorare anche in difesa con il passare dei game perché all’inizio il mio gioco difensivo non c’era. Credo che sia stato più merito suo che demerito mio“.
Ora la finale contro del Potro, con il quale ha giocato quattro volte nel 2017: il bilancio gli è stato favorevole (3-1), ma ha perso lo scontro più importante, quello dell’US Open. “La nostra rivalità in generale? Beh, abbiamo giocato grandi match, partite lottate. Penso alla semifinale del Roland Garros e alla finale dell’US Open (entrambe nel 2009, ndr), la semifinale olimpica, le finali a Basilea, sono tante partite ragazzi (24, per la precisione, bilancio 18-6 Federer, ndr); alcune partite alle Finals, a Shanghai. Penso sia una rivalità interessante. Entrambi sappiamo cosa l’altro proverà a fare e proveremo a impedirglielo. Quando entrambi siamo al massimo diventa difficile, in pratica è un braccio di ferro. Ci conosciamo bene e ci rispettiamo e siamo contenti per l’altro quando fa bene, in generale. È bello rivederlo in 10 e penso che disputerà una grande stagione. Sono molto contento per lui“. Quella di Indian Wells sarà la sesta finale in cui lo svizzero e l’argentino si affrontano (qui il bilancio è 3-2 in favore di Delpo).
Chiaramente deluso, Borna Coric si è presentato ai giornalisti insolitamente dopo Federer (il vincitore è solitamente quello che arriva per secondo): “Credevo di avercela fatta. Sentivo che stava tornando, ma quando ho vinto quel game da 0-40 sul 3-2 nel secondo set pensavo di avercela fatta, pensavo sarebbe calato, invece è rimasto in partita, e non sono più riuscito a stargli dietro. Sul 4-3 ha giocato in maniera molto intelligente, ho mancato alcuni colpi ed il set mi è scappato via. Poi nel terzo sono stato avanti di un break per due volte, ma lui è un campione non per nulla“. Una sconfitta dura da digerire, ma che non deve cancellare la straordinaria settimana del 21enne croato, capace di raggiungere la prima semifinale della sua carriera in un Masters 1000: “È stato un torneo molto duro, non sono abituato a giocare così tante partite in pochi giorni. Ma porterò con me a Miami tanta fiducia. Alla fine non credo di aver sbagliato niente oggi. Ho tirato i miei colpi, non sono stato passivo, ho sempre fatto la scelta giusta. Ho seguito i miei dettami tattici. È stato un grande incontro, sono sorpreso di quanto bene abbia giocato, di come sia riuscito a mettergli pressione”.
“Devo prendere le cose positive, di questa partita e di tutto il torneo. Non sono stato sfortunato, non si può dire che sia stato sfortunato. Lui è semplicemente stato il giocatore migliore nei momenti che contavano“, ammette candidamente Borna. Che parlando poi di Federer aggiunge: “Non ha punti deboli. All’inizio della partita non stava giocando bene. Molti giocatori nella sua situazione avrebbero mollato il match. Ma lui è rimasto lì. È come se mi avesse detto: ‘Ok, devi vincerla tu. Io non mollo’. Contro di lui non sai mai cosa aspettarti. Non sai quale colpo giocherà, con quale effetto, in quale angolo. È tutto un altro livello. Ma credo di averlo spinto al limite… di sicuro lui lo ha fatto con me (ride, ndr)”.
Federer brutto e vincente, Coric bocciato alla maturità
Del Potro perfetto, sarà la finale migliore