[6] J. Ostapenko b. [Q] D. Collins 7-6(1) 6-3
È Jelena Ostapenko (5 WTA) ad assestare il pizzicotto che sveglia Danielle Collins (93 WTA) dal sogno. Ma la ventiquattrenne di St. Petersburg (Florida) può stare tranquilla, il meraviglioso torneo che ha giocato è realtà. E da domani in poi non potrà più contare sull’effetto sorpresa. Brava Jelena a trovare la soluzione al rebus che solo ventiquattro ore fa aveva mandato nei matti Venus Williams. La lettone ha colpi nettamente più pesanti e su quelli si è appoggiata per impedire all’avversaria di tessere la sua tela. Compito del resto molto difficile quando ogni singola palla che passa la rete si trasforma in un’incudine. Pas de finesse direbbero i francesi, ma la gran forza di Jelena risiede proprio qua, nel coraggio di crederci sempre, di spingere comunque fino alla fine e succeda quel che deve succedere. Semplice ma efficace. In finale – scontro da artiglieria pesante – troverà Sloane Stephens che ha battuto Azarenka al terzo. Nessun precedente.
La lotta è aspra fin dal principio. Ostapenko apre in battuta e appare subito centrata nei colpi a rimbalzo. Meno al servizio perché quattro doppi falli vanificano quanto di buono riesce a costruire. La lettone concede palle break in ognuno dei primi tre games giocati in battuta e questo le impedisce di staccarsi subito nel punteggio. Collins impiega qualche minuto ad adattarsi alla velocità di palla avversaria, si vede che i proiettili scagliati da Ostapenko le pesano sulla racchetta impedendole la consueta accuratezza nella costruzione di gioco. Dal quinto game in poi le opportunità scompaiono, entrambe sono ormai entrate nel match e se le suonano utilizzando al meglio i rispettivi stili. Jelena di sciabola, Danielle di fioretto in parata e ribattuta. Il primo set diventa al calor bianco verso la fine, la statunitense manca la sua occasione e ne paga lo scotto. Collins infatti brekka a zero per il 6-5 e sale 40-30 in battuta ma sul più bello viene tradita dalla fretta. Vuole chiudere subito in uscita dal servizio, la risposta di Ostapenko però è radente e il suo rovescio – che tanti lutti addusse a Venus… – si spegne a mezza rete. Il contraccolpo è forte e le costa sia la battuta che il tie-break seguente, ceduto per 7-1.
Quando il braccio destro di Ostapenko è in fiducia diventa letale ed ecco che la lettone prosegue la sua corsa in apertura di secondo brekkando a 15 con tre vincenti. Due di questi sono dritti lungolinea che pizzicano le righe. A forza di sbracciate, ma mostrando anche capacità difensiva, prende il comando delle operazioni, Collins fatica sempre di più a contenerne la potenza ed è spesso obbligata ad accorciare i colpi. Quando poi cerca di aggredire per prima va spesso fuori giri. L’avvio della lettone è bruciante – break immediato e conferma – e il suo dritto fantastico comincia ad aprire brecce consistenti nel muro eretto da Collins. Nel quinto gioco ne colpisce uno in corsa che sarebbe potuto benissimo uscire dalla racchetta di del Potro. Anche il rumore che fa la pallina sulle corde è simile. Danielle in questa fase è pesantemente messa sotto nel gioco ed è proprio in questo momento che mostra carattere da top ten. Perché vincere è importante, ma come si perde a volte lo è ancor di più. Lei rifiuta il crollo, annulla due palle che avrebbero significato doppio break e rimane vicina nel punteggio. Ma ormai il danno è fatto perché Ostapenko adesso ottiene moltissimo dalla prima palla e nei suoi turni alla battuta diventa intoccabile. La lettone ormai è pienamente in ritmo e ha preso bene le misure sui colpi avversari. Anche in palleggio si vede a occhio nudo che spinge Collins sempre più indietro per poi finirla con vincenti da entrambi i lati. A Danielle gambe, volontà e coraggio non possono più bastare nel nono gioco si arrende perdendo battuta e incontro. O meglio, è Jelena a prenderselo. Suona la carica con un rovescio lungolinea simile a un fulmine e poco dopo un passante di dritto in corsa la porta in finale.
Chiudiamo con doverosa nota di merito per la statunitense. “Non rompere, arriverò in vetta quando sarà il momento” rispose un giovane McEnroe al padre che lo spingeva a dare il massimo. Ebbene, anche il momento di Danielle sembra arrivato. Il difficile viene ora.