COPPA DAVIS, QUARTI DI FINALE
ITALIA-FRANCIA 0-1
L. Pouille b. A. Seppi 6-3 6-2 4-6 3-6 6-1 (dal nostro inviato a Genova)
Subito un romanzo, per aprire il weekend di Genova. In quasi tre ore Lucas Pouille batte Andreas Seppi e porta la Francia 1-0. Non basta al numero due azzurro una grande reazione d’orgoglio per risalire dagli abissi. Succede spesso che le grandi rimonte costino caro, quando si intravvede il traguardo. Dopo quasi due mesi senza campo, un approccio così molle fa parte dei rischi. Da queste parti Seppi non ha mai vinto una partita: né in Davis contro la Svizzera nel 2009, né tra Serie A e Challenger. Una maledizione territoriale tutta genovese.
Il primo set scivola via dalle mani di Andreas con eccessiva facilità. Pouille gli lascia solo due 15 nei turni di servizio, conducendo in scioltezza scambi in gran parte brevi. L’ideale per chi non ha nel dna le misure della terra. Seppi si complica però la vita anche quando è lui a battere e va a sommare errori gratuiti in serie. Risale d’inerzia dalla prima palla break concessa nel sesto game, poi si fa strappare il servizio con modalità simili per il 5-3 che vale la prima curva del match. L’incidenza del servizio sposta in questa fase gli equilibri: il numero 11 del mondo va a cercare tutti e quattro gli angoli con la medesima efficacia, Andreas solo per pochi game riesce a mettere in attico la tattica – evidentemente studiata – di costringere il francese a rispondere di rovescio. A cavallo tra primo e secondo set finiscono in Francia sette game consecutivi che fanno bruscamente rotolare il match su un piano inclinato per Pouille. Il pubblico ospite, nettamente più rumoroso, gradisce e spinge il suo beniamino fino allo 0-2. Da segnalare il copia e incolla dei cori francesi su melodie italiane: da “Nel blu dipinto di blu” a “Ti amo” di Umberto Tozzi, tutti dedicati al buon Lucas che si sente al centro del mondo. Il destino pare segnato.
Il break del 2-1 di Pouille sembra definitivo, ma Andreas d’un tratto fa gli occhi cattivi. Subito controbreak del 2-2, poi un paio di grandi recuperi in difesa del turno di servizio successivo e il lob che gli consente di portarsi avanti di un game. Se c’è più lotta, c’è speranza. E’ un momento di cui bisogna approfittare, perché i gratuiti di Pouille aumentano. L’asse servizio e dritto inizia a essere sfruttato pure dall’altoatesino, che si porta 5-4 e costringe Pouille alla sensazione inedita di servire per rimanere nel set. Un brivido che manda fuori giri chi era stato padrone assoluto del match. Dopo un’ora e tre quarti ci ritroviamo nel cuore della partita, inaspettatamente. E con un linguaggio del corpo più spavaldo, dopo un grido liberatorio che cancella quella testa scossa più volte e la racchetta lanciata per aria nel momento peggiore. Adesso è un altro Seppi, che prolunga lo stato di grazia rendendo l’inizio del quarto set un’appendice del precedente. Si dimostra su di tono anche fisicamente, alle due ore di gioco: il lato paradossalmente positivo di due set persi troppo di fretta. A questo punto Pouille vede traballare le sue certezze: non ha concesso mezza palla break per un’ora e mezza, finisce per subirne due consecutivi che gli costano il terzo set e un 3-0 di svantaggio nel quarto. In crescita di fiducia costante, Seppi impugna gli scambi costringendo l’avversario a correre come non mai. Il 4-1 è a dir poco autoritario, a zero. Valletta Cambiaso si incendia. Il dritto di Andreas è cresciuto infinitamente rispetto ai tentennamenti iniziali e gli fa prendere il comando delle operazioni fino al dominio. Partita rovesciata come un calzino e trascinata di forza sulla strada amica del quinto set, dove invece Pouille non era mai arrivato nelle sue sette precedenti partite di Davis.
Ma ecco che cambia tutto, di nuovo. Pouille forza più di qualche smorzata per uscire dall’inerzia di scambi che lo vedono parte soccombente. È un tentativo di riappropriarsi di ciò che gli sembrava appartenere. Il quinto set diventa per Lucas una piacevole scoperta di quante vite possano avere certe sfide di Davis. Nascere, agonizzare, risorgere. Da 2-0 avanti aveva perso solo una volta in carriera (a Melbourne nel 2015 da Monfils) e decide che quel precedente deve rimanere unico. Seppi paga il peso di una clamorosa risalita e si scioglie: il dritto torna a incepparsi, il rovescio di Pouille sale di livello. Andreas subisce il break nel quarto game, avanti 30-0. Finisce in sostanza qui. Forse era meglio perdere in tre, più rapido, meno doloroso. Ma un’ora e un quarto di grande Seppi lasciano sperare per domenica. Perché lì dobbiamo trascinarla.
CONFERENZA STAMPA – Una battuta per scaricare subito la tensione. “Nei primi due set ho lasciato andare la partita perché avevo voglia di vincerla al quinto”. Il sorriso è tirato, ma Andreas Seppi sa di aver dato tutto. “Dopo quasi due mesi senza partite non è stato facile ritrovarmi a battagliare sulla terra. Avrei potuto perderla al terzo, è stata positiva la reazione in quel momento quando poteva sfuggirmi di mano. Questo mi dà più fiducia per la prossima“. C’è però più di qualcosa da salvare, anche nelle letture, nonostante la sconfitta. “All’inizio ho giocato un tennis troppo da veloce, che sulla terra fa poco male – ha spiegato Andreas – poi ho dovuto cambiare qualcosa quando mi sono trovato sotto di due set e un break. Da lì ho preso energia e ho cambiato gioco aspettando un po’ di più. Prima spingevo troppo e non andava bene. Se nel quinto non avessi preso break sul 2-1 la partita sarebbe stata diversa fino alla fine. Non dovevo prendere nemmeno il secondo break sul 4-1 ma a quel punto ha attaccato bene lui e se l’è portata a casa“.
E, infatti, Lucas Pouille conferma la volontà di aver voluto mettere maggiore pressione all’azzurro nel quinto set: “Nell’ultimo set c’era un po’ di tensione, ma poi ho voluto essere molto più aggressivo, non volevo lasciargli il tempo di organizzare gli scambi“. Nel terzo e quarto parziale Seppi cambia l’inerzia dell’incontro: “Andreas ha cominciato ad essere molto più solido dopo i primi due set, colpiva meglio e con più potenza e io invece ho subìto un leggero calo e la tensione saliva“. Un commento sulla superficie del campo di Genova? “Ho trovato il campo alquanto rapido” dichiara Lucas, “così come mi aspettavo di sentire molto più “rumore” da parte dei fan italiani. La tifoseria francese ha creato una bella atmosfera e, no, assolutamente, il frastuono in campo non mi ha dato affatto fastidio“.
Le parole di Andreas Seppi (AUDIO)