Archiviato l’ennesimo week-end di Coppa Davis, come al solito pregno di emozioni e di match e sfide palpitanti. Prima di tuffarci nella stagione del rosso, vediamo di fare un’ampia panoramica non solo dei quarti di finale della manifestazione riservata alle rappresentative nazionali maschili, ma anche ai raggruppamenti zonali da dove sono uscite le squadre che sfideranno nei play-off di settembre (14-16, stesso week-end delle semifinali) quelle eliminate negli ottavi del tabellone del World Group per un posto nel tabellone principale 2019 (o in alternativa un posto nella settimana che sarà dedicata alla Davis a fine stagione, se dovesse passare il nuovo format che sarà proposto al Board ITF ad agosto dal presidente Haggerty).
Iniziamo dalla sfida di Genova dove abbiamo ampiamente discusso e valutato la sconfitta della nostra nazionale. Peccato, perché la sensazione a posteriori è che il match non fosse impossibile, ma sarebbe servito un Fognini al top ed un doppio decente. Se (come avevamo scritto nella preview) il doppio si fosse perso (come da pronostico) si sarebbero dovuti cercare 3 punti in singolare e l’impresa si è rivelata fin troppo improba. Impossibile perché Fabio ha giocato due ottimi incontri, battendo prima Chardy sulla distanza ma poi perdendo contro il numero 1 francese Pouille. Perché diciamo che sarebbe servito un Fognini al top? Perché Fabio non è che contro Pouile abbia giocato male, ma quelle cadute di tensione (soprattutto ad inizio secondo set e durante il terzo) non gli hanno permesso di far valere la sua maggior attitudine alla terra, consentendo al suo avversario (soprattutto quando era sul punto di mollare la presa) di ritornare in partita. Un Fognini in condizione avrebbe probabilmente dato lo strattone finale e ottenuto il 2-2, ma tant’è, non avremo mai la controprova.
Cosa dire di Seppi, da lui (34 anni ormai compiuti) non si poteva pretendere di più. Contro Pouille è partito lento ma poi lo ha portato al quinto, cedendo sul più bello, soprattutto a nostro parere per un calo di concentrazione dopo la rimonta dei due set iniziali. Mentre era assolutamente lecito attendersi di più dal doppio, dove Bolelli e Fognini sono stati in gara fino al 4-5 del primo set. Troppo poco per portare a casa l’incontro, una volta ceduto il parziale i due azzurri sono letteralmente usciti dalla sfida soccombendo nettamente. Tenuto conto di tutto ciò ecco che la vittoria dei campioni in carica francesi pare più che legittima, visto che nella sostanza hanno rinunciato (volontariamente o per scelta personale) ai vari Tsonga, Gasquet, Simon e Monfils. Ma alle loro spalle (contrariamente a quanto accade da noi) ecco che ti spunta un Pouille determinato a svolgere il ruolo del nr.1, un doppio di tutto rispetto (Herbert e Mahut) ed un comprimario come Chardy che comunque ha fatto quel che ha potuto. Complimenti alla Francia, null’altro da aggiungere.
A Valencia invece si sono concentrate le più grosse emozioni del week-end di Davis. Innanzitutto la location è stata una delle più belle mai viste (la Plaza de Toros) che ha fatto da cornice ad una sfida con attori di primo livello (Nadal e Alexander Zverev su tutti) e dall’andamento spettacolare, tipico di un match da Coppa Davis. Il doppio tra i due Lopez e la coppia tedesca Puetz/Struff è stato di un livello elevatissimo su entrambi i lati, uno dei più belli degli ultimi anni. Ma dopo l’ennesima dimostrazione di potenza di Nadal sulla terra contro il quotato Alexander Zverev, il colpo di teatro è stato senza dubbio il singolare decisivo tra Ferrer e Kohlschreiber, due tennisti ormai sul finire della carriera che però hanno battagliato per oltre 4 ore senza risparmiarsi, per la loro nazione, per una competizione che qualcuno ancora oggi ha il coraggio di definire anacronistica. L’ha spuntata un super Ferrer che a livello di tenacia non ha pari nemmeno alla sua età mentre il povero Kohlschreiber per l’ennesima volta ha recitato la parte del perdente.
A Genova in sala stampa i francesi facevano il tifo per la Spagna, perché volevano Nadal & Co. per una sfida dall’elevato richiamo mediatico. Onestamente chi scrive ha pensato a male. Perché mentre sembra ovvio che contro gli spagnoli i francesi non opteranno per la terra, contro i tedeschi la scelta sarebbe stata più difficile. Dove mettere in difficoltà Alexander Zverev? Ma forse i francesi hanno davvero pensato alla sfida dal grande fascino (ma verrà Nadal a settembre dopo gli US Open?) e allora che sia Francia-Spagna.
Dall’altra parte del tabellone Croazia e Stati Uniti hanno recitato con discreta facilità il ruolo di favorite contro Kazakistan e Belgio. I croati sono comunque dovuti ricorrere alla domenica per chiudere definitivamente la contesa. Il merito è stato quello del solito Mikhail Kukuskin che oramai in Davis è una sentenza e che stavolta si è preso il lusso di battere addirittura un tennista “Next Gen” come Borna Coric. Ma il nr.1 kazako rispetto a qualche anno fa è troppo solo e così alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca nel primo singolare della domenica ad uno scatenato Marin Cilic che lo ha letteralmente schiantato portando la Croazia in semifinale. Bene tra i padroni di casa anche il doppio Dodig/Metkic, rimandato Coric apparso ancora acerbo per sopportare le tensioni dell’evento a squadre che come detto più volte ha risvolti psicologici diverse rispetto ad un torneo qualsiasi.
A Nashville invece gli USA hanno fatto un solo boccone di un derelitto Belgio orfano delle due pedine fondamentali degli ultimi anni, David Goffin e Steve Darcis. Ha provato ad opporre un minimo di resistenza Ruben Bemelmans e anche il buon De Loore ha cercato di fare il suo, ma il divario in campo era tale che non si poteva chiedere di più alla squadra ospite. Saranno i croati ad ospitare l’evento e come ci ha riferito il nostro inviato sul campo Ilvio Vidovich la scelta potrebbe essere molto suggestiva al pari di quella in questo week-end a Valencia, l’anfiteatro di Pola dove verrebbe creato un campo con terra rossa (crediamo sapientemente “allagata” per farci affondare i bombardieri americani).
Dando un’occhiata alle squadre qualificate per i play-off dai vari raggruppamenti, oltre all’Argentina sottolineiamo il risveglio inaspettato della Svezia (battuto il Portogallo), la prima volta della Bosnia ai play-off (superata la Slovacchia) e il momento difficile della Russia superata dall’Austria che per l’occasione ha riesumato Jurgen Melzer. Per i russi ora si intravede il rischio C, sarebbe davvero una debacle storica. Il sorteggio per determinare le sfide dei play-off si è tenuto questa mattina a Londra. Questi gli accoppiamenti:
- Argentina vs Colombia
- Gran Bretagna vs Uzbekistan
- Austria vs Australia
- Svizzera vs Svezia
- Serbia vs India
- Canada vs Olanda
- Ungheria vs Repubblica Ceca
- Giappone vs Bosnia ed Erzegovina
Piccole considerazioni finali. Dopo aver tanto dibattuto su questo sito sulla riforma della Davis sostenuta dal nuovo presidente ITF Dave Haggerty, non ci saremmo mai aspettati di vedere un Lucas Pouille (che rappresenta come le nuove leve) in conferenza stampa che difende la manifestazione e annuncia una riunione a breve dei giocatori (a Montecarlo o a Madrid) che si vogliono opporre a questa soluzione (giova ricordare che i giocatori così come i capitani non hanno diritto di voto nell’Board dell’ITF). Ed il fatto che a ruota lo stesso Noah prenda la stessa posizione (in questo caso più scontato) dichiarando che a breve avrebbe contattato gli altri capitani per evitare questo scempio ed asserendo proprio sul finire:” I soldi non sono tutto, non si può sempre ragionare seguendo questo filo logico”, non fanno che farci nutrire una piccola speranza che la Davis non cambi e che ci continui a far divertire per 4 week-end all’anno.
Chiudiamo infine con un ringraziamento generale non solo ai nostri inviati sul campo di questo week-end (Vidovich in Croazia, Ruberti in Spagna, Scognamiglio e Guidobaldi a Genova) ma anche a coloro che erano in redazione e che ci hanno davvero aiutato tantissimo nella soluzione di problemi soprattutto di carattere tecnico. Prossimo appuntamento con la Davis come detto il week-end 14-16 settembre con le due semifinali e con le otto sfide play-off. Ma prima di allora già sapremo se la Davis rimarrà cosi com’è, oppure se sarà stata trasformata in un evento che poco avrà a che vedere con i 118 anni di tradizione della gloriosa insalatiera.