da Roma, il nostro inviato
Come di consueto, all’apertura della grande stagione della terra battuta, gli Internazionali BNL d’Italia si presentano al pubblico. “L’inizio della festa” viene definito, ed è una festa che rinasce ogni volta da settantacinque anni, da compiersi dal 7 al 20 maggio 2018 sugli storici campi del Foro Italico. L’edizione delle nozze di platino tra Roma e il tennis viene svelata nel corso della conferenza stampa tenutasi a pochi passi dal campo centrale, subito oltre i campi che tra meno di un mese verranno affollati dai campioni italiani e stranieri (e da tantissimi spettatori di tutte le età).
Di fronte alla stampa – in fermento anche per l’impresa calcistica della Roma, che ha tenuto banco fino a pochi minuti prima dell’accensione dei microfoni – gli stessi oratori della scorsa edizione: il presidente della Federazione Italiana Tennis Angelo Binaghi, la Sindaca di Roma Virginia Raggi, il presidente del CONI Giovanni Malagò, il presidente di BNL Gruppo BNP Paribas (title sponsor del’evento per la dodicesima volta consecutiva) Luigi Abete e Nicola Pietrangeli, che come sempre è stato presentato come uno dei pochissimi sportivi italiani che “non ha bisogno di presentazioni”.
Come non ha bisogno di presentazioni lo stesso torneo romano, combined che unisce gli eventi del Masters 1000 maschile e del Premier 5 femminile in un’unica settimana di grande tennis. E che dal centro cittadino, sulla sponda del fiume Tevere, unisce non solo idealmente l’intera città di Roma. “Per la prima volta quest’anno incominceremo a giocare le partite degli Internazionali in Piazza del Popolo” ha annunciato con orgoglio il presidente Binaghi. “Gli incontri delle pre-qualificazioni verranno disputati dalle 11 del mattino fino a tarda sera nella piazza che più di ogni altra rappresenta la porta di accesso alla Capitale.”
Sarà un prolungamento naturale del Foro, sulla stessa identica terra battuta. Una evoluzione rispetto al campo sintetico utilizzato per l’esibizione di Wawrinka, Kuznetsova, Lorenzi e Errani a margine del sorteggio nel 2016. I nomi di chi presenzierà all’estrazione dei tabelloni 2018 non sono stati ancora svelati, così come la location – “Sarà, speriamo, una sorpresa. Spariamo talmente alto che è meglio non dirlo per adesso”. Nel frattempo è stato ufficializzato “l’acquisto” da parte del corpo federale di Giorgio Di Palermo, figura di esperienza e spessore internazionale e romano verace, appena uscito dal board ATP per ricoprire la nuova carica di presidente del Comitato Regionale del Lazio.
L’unificazione tennistica dell’intera città di Roma, motivo di orgoglio generale e tema forte della conferenza, prosegue nelle parole della Sindaca. “L’anno scorso abbiamo iniziato un percorso, abbiamo aperto un campo in periferia, nel VI Municipio, e quest’anno stiamo lavorando per uno nel III” ha detto la prima cittadina della capitale, “ci impegniamo per rendere il tennis alla portata di tutti, stiamo lavorando per rendere questo progetto non più temporaneo ma permanente. E chissà che dalle periferie non nasca qualche futuro campione.”
Futuri campioni che servirebbero già da subito, a dire il vero. L’edizione 2018 degli Internazionali sarà la prima di sempre con un solo italiano con l’accesso diretto ai tabelloni, ovvero il numero uno nazionale Fabio Fognini. Per rimpolpare la presenza azzurra nel più grande appuntamento dello Stivale saranno necessarie tutte le wild card a disposizione del torneo, che il presidente Binaghi ha prontamente svelato. Tutto facile per le assegnazioni femminili, con Sara Errani, Roberta Vinci che saluterà il tennis giocato, e la vincitrice delle pre-qualificazioni.
Tra gli uomini invece è stato “un pochino più complicato. Seppi e Lorenzi hanno un curriculum indiscutibile, la terza al vincitore delle pre-quali, mentre nel bel confronto interno per l’ultima disponibile abbiamo deciso di premiare un giovane che segue una programmazione ambiziosa, da pochi giorni tra i primi 100 del mondo, che ha saputo affrontare piccole ingiustizie col piglio giusto e senza polemiche”. Si tratta di Matteo Berrettini, aggregato al team di Coppa Davis lo scorso fine settimana. “Lo abbiamo anteposto a due italiani meglio classificati ma più anziani. Vogliamo valorizzare gli esempi positivi quando ci capitano tra le mani”.
Del resto si tratta di un’Italia Next Gen: oltre ad Alexander Zverev campione in carica, il Bel Paese si prepara già a riaccogliere le Finals di Milano, dedicate ai migliori under 21 del tennis maschile mondiale. E quando c’è da menzionare una delle poche note dolenti, ovvero il record di incassi (oltre 200.000 paganti) che per la prima volta in dieci anni probabilmente non verrà battuto, la spiegazione viene anche da lì. “Il tennis è in piena fase di transizione. C’è una generazione di campioni che per età e acciacchi gioca meno, e una nuova generazione che non si è ancora affermata” ha motivato Binaghi.
Se il pubblico avrà bisogno di tempo per innamorarsi dei nuovi talenti, secondo il presidente le aziende hanno avuto un occhio più lungo. “Il torneo batterà ancora una volta il record di fatturato e di utile finale. Aumentano sia la quantità degli sponsor sia, di conseguenza, il montepremi complessivo”. Molto più di così è difficile fare, soprattutto per i limiti fisici del meraviglioso ma poco duttile impianto del Foro Italico. Riguardo alle strutture si è comunque tornati a parlare del tetto mobile per il campo centrale: “a breve ci sarà un confronto di idee, ci stiamo muovendo per accelerare e per far sì che l’impianto possa vedere del tennis anche in altri periodi dell’anno” ha dichiarato la sindaca.
Altro ostacolo all’espansione del torneo è il calendario tennistico. Si era parlato di un allungamento della durata dei tornei di Madrid e Roma, obiettivo 2019, per avvicinarli al formato dell’accoppiata marzolina Indian Wells-Miami, ma per il momento non se è fatto ancora nulla. Il retroscena lo ha svelato ancora Angelo Binaghi: “Non si è andati avanti perché un gran numero di giocatori ha ritenuto di dover fermare questa nuova programmazione, che li avrebbe obbligati a disputare due turni in più. Per le spinte di Madrid a iniziare più tardi possibile, l’arco temporale concesso dall’ATP era di soli 15 giorni per due tornei invece dei 21 auspicati. La questione verrà comunque ripresa in considerazione proprio in queste settimane.”
La gente, comunque, non mancherà. E per premiare gli appassionati più fedeli, l’unico ritocco ai prezzi dei biglietti è stato pensato sulla falsariga di quelli aerei, con un aumento graduale del costo dei tagliandi con l’avvicinarsi alla data di inizio del torneo. I biglietti del ground varranno come sempre anche per l’accesso al campo intitolato a Nicola Pietrangeli, che come suo solito non ha mancato di scherzare sulla cosa nel suo tipico humour. “Io qui faccio la parte dell’amarcord, entrai su quel campo per la prima volta nel 1951, per fare il giudice di linea per Italia-Egitto. E quando chiesi perché non mi avessero intitolato ‘quello grande’, il nuovo centrale, mi risposero che quello potevano buttarlo giù, mentre l’altro era monumento nazionale”.
Titolo meritato, come conferma lo stesso Pietrangeli: “Ogni anno anche il mio peggior nemico non può fare a meno di dire che c’è qualcosa di meglio. Io sento gli italiani e gli stranieri, da Federer in giù, dicono che un campo più bello di quello non c’è”. Roger ha deciso che non ci sarà neppure stavolta, ma tutti gli altri sì, a partire da Rafael Nadal – “palleggerà per otto ore consecutive con tutti gli spettatori”, è stato promesso scherzosamente – al ritorno di Serena Williams. Uno dei mille motivi per non mancare.