DOPO IL DILUVIO – La giornata del Grand Prix Hassan II di Marrakech si è aperta presto, quando a fine mattinata si sono disputati in contemporanea i quarti di finale non disputati ieri. Il programma è tiranno e i vincitori sono poi scesi ancora in campo a pomeriggio inoltrato per le semifinali. Richard Gasquet (38ATP, tds 4) e Kyle Edmund (26 ATP, tda 2) ci sono arrivati in due set contro rispettivamente il connazionale Gilles Simon (71 ATP) e il tunisino Malek Jaziri (91 ATP). Quest’ultimo, pur perdendo netto, in avvio ha messo in mostra qualche colpo di talento purissimo. Si vedano al proposito un paio di back vincenti spettacolosi. Simon invece ha comunque lottato per due ore. Il bi-campione 2011 e 2012 – quando il torneo si disputava a Casablanca – Pablo Andujar (355 ATP, ranking protetto) e il portoghese Joao Sousa (70 ATP) si sono imbarcati loro malgrado in una battaglia di tre set prima di sconfiggere il qualificato Vatutin (160 ATP) e il georgiano Basilashvili (86 ATP).
Alle 17.00 ora locale hanno avuto inizio le semifinali, che hanno premiato il giocatore britannico e il 32enne spagnolo, che ha confermato il suo grande stato di firma dopo il titolo della scorsa settimana ad Alicante, che ha ospitato la prima edizione del JC Ferrero Challenger: Andujar è giunto quindi alla nona vittoria consecutiva.
KYLE, IL BRITANNICO CHE AMA IL ROSSO – Si trattava del terzo incrocio in carriera fra i due (1-1) e per il francese la vittoria sarebbe stata di buon auspicio visto che quando battè Edmund ad Anversa 2016 poi vinse il torneo. Purtroppo per lui le fatiche di mattinata contro Simon hanno presentato un conto salato. Fin dall’avvio il servizio non fa il suo dovere, e dopo gli 8 doppi falli del match mattutino altri 4 gli sono costati entrambi i primi due turni di battuta. Anche il suo famigerato rovescio funziona a tratti e in queste condizioni era davvero difficile resistere a un avversario lanciatissimo come l’inglese. Edmund è l’esatto opposto, centrato, aggressivo e con le idee chiare. Prima e seconda palla hanno rese altissime e il resto lo fa il dritto, cercato spesso con un ottimo gioco di gambe. Restituisce uno dei due break forse per distrazione ma da quel momento in poi aggiusta l’alzo del cannone e il sesto ace sancisce il 6-3 che chiude il primo set.
Il secondo parziale presenta un andamento abbastanza simile. Gasquet stavolta serve per primo, sempre più spesso cerca il serve and volley per accorciare gli scambi ma questa tattica non gli fa scampare il break nel quinto gioco. Anche perché i doppi falli continuano a fioccare. In questi games centrali però l’incontro sembra poter svoltare, Edmund non crede a tanta manna e restituisce il vantaggio immediatamente e il gioco seguente è il migliore del match. Se lo aggiudica il francese con un drop di rovescio a un palmo dal nastro ma poco prima Kyle aveva vinto un punto degno di finire su Youtube. È andata così: smorzata di Gasquet, ottimo recupero di Edmund, lob al volo e – visto raramente – tweener di rovescio vincente dell’inglese un attimo prima che la palla tocchi terra per il secondo rimbalzo. Notevole e fortunato.
Turned out well 🙈🎾 @TennisTV pic.twitter.com/GhcY6GDZlP
— Kyle Edmund (@kyle8edmund) April 14, 2018
Si tratta invece solo dell’ultimo fuoco di Richard che dal 4-3 in suo favore non vince più un game. Prima finale in carriera per Edmund, la caccia al titolo continua. Il britannico non solo ha ritrovato lo smalto che gli aveva permesso di iniziare al meglio la stagione, raggiungendo la semifinale dell’Australian Open, ma conferma di trovarsi sorprendentemente a suo agio su questa superficie.
BENTORNATO, PABLO – Nella seconda semifinale le quasi tre ore di lotta dell’incontro precedente non pesano sul braccio di Pablo Andujar, che vendica la sconfitta subita nel 2015 e batte Joao Sousa conquistando la finale. In un match fra regolaristi lo spagnolo è risultato visibilmente più propositivo nel gioco e nelle soluzioni rispetto a un avversario che ribatteva stando tre metri buoni oltre la riga di fondo. Il set iniziale vive di strappi, Andujar 2-0 poi Sousa 3-2, ma ad assestare quello vincente è Pablo nel settimo gioco quando capitalizza un doppio fallo e un erroraccio del portoghese per staccarsi nuovamente. Il punteggio avrebbe potuto essere anche più netto se Andujar avesse sfruttato i due set point avuti in risposta nel corso di un lungo nono gioco. Bravo lui poi ad azzerare tutto al cambio campo per il game a zero che decide il 6-4.
Nel secondo parziale Andujar rimane concentrato in previsione del ritorno avversario. Deve annullare per primo una palla break con una smorzata dietro al servizio e quando poco dopo strappa lui il servizio a Sousa i giochi sembrano fatti. Il portoghese però è un combattente e recupera lo svantaggio. Lo spagnolo, forse capendo di non averne più per un eventuale decider, scava nel pozzo delle energie residue per il break definitivo ancora al settimo gioco. Qui Sousa prima si becca un warning dopo la stecca del 15-40, poi commette il doppio fallo che lo condanna definitivamente. Andujar non sbaglia più e difende i due turni di battuta che lo portano in finale. Al termine di una spiacevole serie di disavventure – in due anni Pablo ha dovuto subire tre diverse operazioni al gomito – che sembrava poter mettere fine alla sua carriera, il nativo di Cuenca tornerà a disputare una finale nel circuito maggiore a tre anni dal Barcellona Open 2015 (sconfitta contro Nishikori) e a quattro dall’ultimo titolo di Gstaad 2014. L’eventuale titolo, oltre alla decima partita vinta consecutivamente, significherebbe significherebbe il ritorno in top 200: adesso Pablo è virtualmente alla posizione 205, battendo Edmund guadagnerebbe ulteriori 50 posizioni. Tutto grazie alla salvifica aria del Marocco.
Risultati:
Quarti
J. Sousa b. N. Basilashvili 6-2 4-6 6-1
[4] R. Gasquet b. G. Simon 6-2 7-6(4)
[PR] P. Andujar b. [Q] A. Vatutin 6-4 5-7 6-3
[2] K. Edmund b. [WC] M. Jaziri 6-2 6-1
Semifinali
[2] K. Edmund b. [4] R. Gasquet 6-3 6-4
[PR] P. Andujar b. J. Sousa 6-4 6-4