da Montecarlo, il nostro inviato
Le prime schermaglie monegasche hanno ufficialmente dato il via alla parentesi terricola di questo 2018. Come l’anno scorso però, un nome vola sulla bocca di tutti, nonostante la sua assenza qui nel principato, ed è quello di Roger Federer. Lo svizzero ha deciso di saltare nuovamente l’intera stagione sul rosso, così come aveva fatto nel 2017, ma stavolta lo ha fatto dopo aver “sedotto e abbandonato” appassionati e addetti ai lavori. Nei primi mesi dell’anno infatti, più volte era stata paventata dallo stesso Federer la possibilità di tornare a sporcarsi i calzini di rosso, ma le speranze sono state infrante dopo la prematura sconfitta contro Kokkinakis a Key Biscayne. La suggestione maggiore di un ritorno del campione di Basilea sulla terra era ovviamente legata ad un possibile nuovo incrocio col re indiscusso della superficie, Rafa Nadal.
In molti si chiedevano (e si chiedono tuttora) se il nuovo gioco iperpropositivo e anticipato di Roger potesse essere il grimaldello giusto per scassinare la banca spagnola che pareva (e pare, in barba al cambiamento) inscalfibile. Almeno per un altro anno e forse per sempre, tale domanda resterà senza risposta, ma il tira e molla del venti volte campione Slam non è passato sotto silenzio e, curiosamente, è stato proprio il rivale di sempre a esprimersi in proposito. “Non mi interessa, lui fa le sue scelte. Mi dispiace però, aveva detto di voler giocare un’altra finale al meglio dei cinque set sulla terra contro di me, e pochi giorni dopo annunciava che non avrebbe partecipato al Roland Garros…” . Questa è stata la caustica frecciatina di Rafa nei confronti dello svizzero, durante il tradizionale Media Day che vede le prime teste di serie avvicendarsi uno dopo l’altro per rispondere alle domande dei giornalisti presenti.
Federer sicuramente ha ponderato bene la sua scelta ed è anche probabile che, oltre al voler preservare il proprio benessere fisico, abbia anche voluto evitare di perdere ulteriormente fiducia dopo le sconfitte al tie-break decisivo patite durante il Sunshine Double. Una nuova e clamorosa disfatta contro Nadal sul rosso, magari anche al meglio dei cinque set, avrebbe potuto intaccare seriamente il morale di Roger e magari pregiudicare il rendimento sull’amata erba. I precedenti parlano chiaro e Federer stesso ha ammesso che l’umiliazione subìta nella finale del Roland Garros 2008 ha contribuito a farlo giocare contratto e timoroso nei primi due set della “partita del secolo” a Wimbledon. Che Rafa, su terra, sia sempre stato un rebus irrisolvibile per Roger è sotto gli occhi di tutti: 15 confronti e solo due vittorie per lo svizzero. Entrambe le affermazioni sono arrivate in match al meglio dei tre set, mentre mai sulla lunga distanza il tennista di Basilea è riuscito ad uscire dal campo con le braccia alzate.
Ben sette volte, al meglio dei cinque set, Nadal ha fatto valere il titolo di “Re della terra” e molti di questi incontri hanno un posto d’onore negli annali del tennis: il primo incontro a Parigi nel 2005, in cui il ragazzo prodigio di Manacor eliminò in semifinale l’allora numero uno indiscusso sulla strada del primo alloro a Port d’Auteil; la spettacolare finale di Roma del 2006 durante la quale solo un certo qual narcisismo, mischiato con l’ovvia tensione (due dritti sprecati su altrettanti match point) ha impedito a Roger di vincere il match, poi perso al quinto; la già citata “stesa” del Roland Garros 2008 e la finale del 2011, sempre a Parigi, con tanti rimpianti da parte di Federer che nel primo set sembrava sulla strada giusta per scardinare il gioco della sua bestia nera, ma poi si è rassegnato alla solita mesta conclusione.
Insomma lo storico delle sfide tra i due lancia un messaggio chiaro, che forse Roger ha recepito e introiettato: con Rafa sulla terra non c’è storia. Eppure proprio per questo un po’ di rammarico rimane e dappertutto aleggia una sorta di malinconia per un confronto antico, ma anche nuovo. Un incontro che probabilmente non vedremo mai e che invece il Tennis (quello con la “t” maiuscola) vorrebbe disperatamente ammirare. Ancora una volta, solo un’ultima volta.