K. Nishikori b. [3] A. Zverev 3-6 6-3 6-4 (da Montecarlo, la nostra inviata)
Nella sua prima semifinale in un Masters 1000 dal torneo di Toronto 2016, Kei Nishikori viene fuori alla distanza e approda così alla sua quarta finale “1000”, la 23esima in carriera. Il giapponese comincia in sordina un match che sembrava appannaggio del tedesco. Invece, la lucidità e forse anche le energie vengono via via meno per Zverev e Kei prende progressivamente le redini della partita, chiusa 3-6 6-3 6-4 in 2 ore e 13 minuti. Dopo due anni funestati da defaillance fisiche, la rinascita del giapponese avviene sul mattone tritato. È la prima finale monegasca per l’attuale n. 36 del mondo nella sua seconda partecipazione all’ATP di Montecarlo; domani, affronterà un “inferocito” Rafa Nadal, con cui ha perso nove volte in 11 precedenti. Ricordiamo però che nella finale di Madrid del 2014, il giapponese stava dominando l’incontro prima di infortunarsi alla schiena. Tra gli 11 tornei vinti, Kei ne ha conquistati due sul rosso, sempre a Barcellona, nel 2014 e nel 2015. “Nishi” non solleva un trofeo da più di due anni, da quando vinse a Memphis nel febbraio 2016. L’ultima finale disputata risale invece al febbraio 2017, a Buenos Aires, sconfitto da Dolgopolov.
Entrambi sono reduci da un match lungo e faticoso. Il neo 21enne Zverev si è salvato dall’incontro più appassionante (finora) del torneo dopo la maratona carica di adrenalina contro Richard Gasquet. L’equilibrio si spezza rapidamente sul 3-3 del primo set, con il tedesco che si rivela più audace. Del resto le sua palle sono molto più pesanti, profonde e rapide rispetto a quelle di Nishikori che, da fondo, è costretto a fare il tergicristalli, con Sascha che lo martella avanzando con i piedi dentro il campo. I colpi di Zverev schioccano sonori quando escono dalle corde, mentre quelli di Kei sembrano più lenti e molto meno incisivi. Il risultato è inappellabile, almeno per il primo set, chiuso dal n. 4 del mondo per 6-3 in 37 minuti.
Un attimo di distrazione per il tedesco e Kei mette a segno il break in apertura di secondo set. Ma è un fuoco di paglia perché Sascha recupera subito, insistendo ad attaccare l’avversario e salendo nuovamente in vantaggio sul 3-2. Ma adesso cosa gli succede? Sembrava in controllo e invece ecco che comincia a perdere in precisione e lucidità, mentre Kei tenta di muovere lo scambio, spezzare il ritmo con palle più morbide e corte. Risultato: il secondo parziale è appannaggio del 28enne nipponico per 6-3.
Tutto da rifare dunque per decidere chi affronterà Rafa Nadal. Nishikori ora è più reattivo mentre Zverev più impreciso, anche se il tedesco sfoggia soluzioni pregevoli. Nonostante alcune occasioni da parte di Zverev per alterare l’equilibrio dei servizi, i due giungono sul 4-4. Ma ora la differenza, quella che conta, la fa il giapponese. Se Zverev rimane ancorato al suo schema di gioco “bum bum”, Kei cerca di far spostare il più possibile l’avversario, anche con palle smorzate, tagliate ed estremamente angolate. E non dimentichiamo i suoi piedi, che il giapponesino muove benissimo. Niente da fare per Sascha che, dopo aver avuto un bel regalo di compleanno ieri vincendo un match sofferto con Gasquet, quest’oggi deve dire addio (per quest’anno) alla terra monegasca. Con lo score di 3-6 6-3 6-4, Kei approda così alla sua prima finale nel Principato alla seconda partecipazione; si tratta della sua quarta finale “1000”, le altre tre le ha tutte perse, a Madrid con Nadal (2014) – anche se la stava vincendo prima di infortunarsi alla schiena -, a Miami e Toronto (2016) con Djokovic. Nell‘ultimo round al Country Club affronterà uno scatenato Rafa Nadal. Lo spagnolo sta disputando il torneo in modalità “rullo compressore” ed è in vantaggio 9-2 negli scontri diretti con il giapponese. Insomma, per il maiorchino l’ “Undecima” a Montecarlo sembra più vicina che mai. “Mi sento benissimo” afferma un positivo Nishikori in conferenza stampa, dove ci sono anche tre giornalisti e due fotografi nipponici, “sto bene qui, è un posto fantastico e sto giocando un gran tennis. Sulla terra il polso mi fa meno male e comunque reagisce in modo diverso rispetto al cemento. Lo spin di Rafa è molto pesante, specialmente sul rosso, su cui è il re. Il match di Madrid che stavo per vincere? Sì certo, mi ha dato una grande fiducia“.
https://soundcloud.com/ubitennis/moya-a-madrid-nishikori-stava-dominando