da Montecarlo, il nostro inviato
Ancora loro, ancora qui. Bob e Mike Bryan rifiutano di cedere all’invidia del tempo e ad una settimana dalla fatidica soglia dei quarant’anni, superano in due set la coppia forse più in forma di questo 2018, Oliver Marach e Mate Pavic. Il duo austro-croato aveva iniziato l’anno con una prodigiosa serie di 17 vittorie consecutive che ha portato loro in dote anche il titolo agli Australian Open, ma si è dovuto arrendere oggi alla maggiore esperienza dei gemelloni e al loro sconfinato talento. Chissà se, scetticismi a parte, sia stata d’aiuto anche la monetina fortunata donata a Bob e Mike dal principe Alberto prima dell’inizio del torneo. “Adesso la porteremo con noi per tutto il resto della stagione” è la scherzosa affermazione dei due durante la cerimonia di premiazione.
Il primo set è molto meno equilibrato di quanto il punteggio possa far pensare. I Bryan infatti passeggiano tranquilli nei propri giochi al servizio e riescono invece a rendersi pericolosi quasi da subito quando sono gli avversari a battere. Due palle break mancate nel sesto gioco e altre due (che sono anche set point) nel decimo, mantengono il punteggio in parità fino al jeu decisif, come dicono da queste parti. Il tiebreak si mette inizialmente male per gli statunitensi, ma la grandezza sta anche nel superare i momenti di difficoltà. Grazie a due minibreak consecutivi, i Bryan ribaltano la situazione e mettono in cascina il primo set.
Poco da raccontare nel secondo parziale. Bob e Mike provano a scappare con un immediato break, ma subiscono la rimonta di Marach e Pavic. Le resistenze della coppia austro-croata finiscono qui però e i Bryan azzannano la partita per non mollarla più fino alla fine. Altri due break conducono al 6-3 che regala agli statunitensi il sesto alloro a Montecarlo, il 116esimo della carriera. Nessuna coppia ha vinto quanto loro e, a dire il vero, nessuna si avvicina neanche ai loro numeri. Nella classifica all-time dei team con più titoli all’attivo, il secondo posto è occupato dai “Woodies”, Todd Woodbridge e Marc Woodford, che però hanno praticamente la metà dei trofei (61).
La sorpresa più grande arriva però a fine partita. “Ringraziamo il pubblico per il sostegno, adoriamo giocare qui. È il campo più bello del mondo e sicuramente torneremo l’anno prossimo.” Nessun segno di incertezza nella voce, solo una sconfinata passione per il gioco. Gli avversari sono avvisati: i Bryan resteranno in circolazione ancora per un po’.