Per raggiungere Manacor da Palma di Mallorca è necessario attraversare l’isola su un’unica strada che si snoda tra verdi pianure, interrotte solamente da qualche piccolo pueblo e dalle fabbriche di perle pensate a uso e consumo dei turisti. Dopo una quarantina di chilometri si arriva a Manacor, una cittadina dell’entroterra, seppur a pochi minuti dal mare, dai tenui colori sabbia. Attraversata la periferia si svolta verso la campagna circostante per spingersi fino alla Rafa Nadal Academy, inaugurata il 19 Ottobre 2016 alla presenza di un ospite d’eccezione. Il regno di Nadal è infatti immerso tra campi fioriti e condivide il parcheggio solamente con un piccolo stadio di calcio. Grazie a migliaia di ettari a disposizione ciò che il team Nadal ha creato è un vero e proprio paradiso per gli sportivi.
Un’ampia reception circolare, sormontata da monitor che trasmettono partite di tennis e altre gare sportive, accoglie i visitatori dell’Academy, gli ospiti del residence a quattro stelle, nonché gli abbonati del moderno centro fitness e dell’area SPA e relax. Solamente il “Rafa Nadal Museum Xperience” ha un ingresso indipendente a lato dell’enorme cilindro. Varcata tale soglia ecco un muro di vetro a racchiudere migliaia di palline da tennis e su tale muro, scritta con un pennarello indelebile da Nadal in persona, la filosofia che si cela dietro tanti successi: “È essenziale circondarsi di persone che ti ricordino chi sei”.
Al contrario di ciò che si può pensare il museo non è solamente una celebrazione delle imprese di Rafa, ma un vero e proprio templio per gli appassionati di ogni sport. Certo al suo interno viene ripercorsa la carriera di Nadal attraverso racchette, completi, scarpe e soprattutto trofei. Le tappe più importanti della vita sportiva dello spagnolo sono custodite in teche dedicate: la coppa della Decima, gli abiti indossati in veste di porta bandiera della Spagna durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Rio 2016, i completi di Rafa e del rivale Roger Federer sfoggiati nella storica finale di Wimbledon 2008.
Ma come dicevamo non di solo Nadal vive il suo museo dello sport. Nel primo piano un’intera area è dedicata alla simulazione delle più svariate discipline. Grazie infatti a una tecnologia d’avanguardia l’appassionato può provare l’ebrezza di guidare un’auto di F1 (simulazione fin troppo realistica!!!n.d.r.), pedalare su percorsi accidentati in sella a una mountain bike, vogare a bordo di una canoa o cimentarsi al servizio su un campo da tennis virtuale. Dopo le fatiche del primo piano, più rilassante il seminterrato dove vengono trasmessi video sui valori dello sport con interventi dei più grandi campioni degli ultimi anni. Ampia inoltre la collezione di maglie di calciatori, da Cristiano Ronaldo a Francesco Totti, con tanto di dedica e autografo, donate a Rafa appositamente per il suo museo. Guidati da Pau Gasol e, ovviamente, da Nadal, le cui figure sono proiettate su una sorta di cartonato interattivo, i visitatori possono scattare foto davanti alla tuta del campione di motociclismo maiorchino Jorge Lorenzo o accanto alla Renault 2005 di Fernando Alonso. Al termine di questa esperienza sportiva, come in ogni museo che si rispetti, ci si ritrova catapultati nello shop dedicato per acquistare gadgets di ogni tipo, dai magneti ai cappellini, dalle classiche magliette alle agende, marchiate Rafa Nadal, ça va sans dire . Da sottolineare però che i proventi sia della vendita dei souvenirs che degli ingressi al museo, (€ 18.00 per persona), sono destinati alla Rafa Nadal Foundation.
Ma è solamente quando ci si rifugia nell’area bar e ristorante che davanti agli occhi si apre il cuore della Academy. Al di là infatti di un’ampia vetrata appare una distesa di campi da tennis intervallati da aiuole di lavanda.
Scendendo le scale della terrazza e passeggiando in religioso silenzio tra i tanti ragazzi che si allenano sotto il cielo di Manacor, ci si ritrova immersi nella magica atmosfera che solamente una cittadella dello sport sa creare. Il mondo sembra distante dal GreenSet azzurro e dai campi da basket e calcetto che rompono la monotonia di quelli dedicati al tennis. Nel perimetro della Rafa Nadal Academy si respira l’aria dei sogni, non solamente quelli del numero uno del mondo che qui si allena, ma soprattutto dei tanti bambini e ragazzi (dai 12 ai 18 anni) che da tutto il mondo sono accorsi su quest’isola per provare, un giorno, ad alzare al cielo uno di quei trofei che per ora possono solo ammirare con il naso schiacciato contro i vetri del museo. Tra tanti maestri spicca il nome dello zio del tennis mondiale, ovvero Toni Nadal, che, al termine della stagione 2017 ha lasciato nelle ottime mani di Carlos Moya il nipote, per concentrarsi sulla ricerca di nuovi talenti sui campi dell’Academy. Mentre ci si perde tra i vialetti perfettamente curati, appare evidente come Rafa possa trovare qui la pace e l’atmosfera adatte a ricaricarsi tra un torneo e l’altro giocato intorno al mondo. Le folle oceaniche di fans, la tensione delle partite, le interviste infinite, la pressione della sfida sembrano davvero lontane da questa oasi di serenità. Al termine della visita dover lasciare l’accademia dei sogni porta con sé un po’ di malinconia, fortunatamente a pochi chilometri da Manacor sorge la cittadina di Puerto Cristo con i suoi ristorantini a picco sul mare per riconciliarsi con la realtà.